Jervolino: io presidente? L'ipotesi non esiste di Fabio Martini

Jervolino: io presidente? L'ipotesi non esiste I soffocanti abbracci degli amici biancofìore. Il cossighiano Sanza: non riuscirà a spuntarla Jervolino: io presidente? L'ipotesi non esiste Sulla candidata i veleni degli ex De Fabio Martini ROMA In quel formicaio impazzito che a Montecitorio alla vigilia della grande conta, pochi notano il ritorno nel Palazzo di un piccolo signore che è stato molto potente e in vita sua ha eletto sotte Presidenti della Repubblica. E' Remo Gaspari, che sulla favorita delle ultime ore distilla queste parole: «Rosetta Jervolino? Candidatura veramente pregevole per il Quirinale, gradita OltreTevere, anche perche a suo tempo si distinse assai nella battaglia contro la legge sul divorzio...». Come dire: cari progressisti, ecco chi era la Jervolino ai tempi miei. Passano tre ore e nel Transatlantico compare un altro ex De, che però continua a fare politica: è il cossighiano Angelo Sanza e lui la mette così: «Io sosterrò la Jervolino, ma ponsò che alla fine spunterà Marini...». Di «abbracci» soffocanti come quelli di Gaspari e Sanza ce ne saranno tanti noi prossimi giorni e chi viene lanciato in pista prematuramente, conosce la bruciante legge della graticola. Ovvio che la candidatura di Rosa Russo Jervolino abbia acceso le fantasie, lo gelosie, le maldicenze dell'universo ex democristiano. In casi come questo, si apre il tiro al bersaglio con il silenziatore: i colpi partono, sul mo¬ mento non li senti, ma se arrivano, rischiano di lasciare il segno. Anche su chi non ha scheletri nell'armadio. Tanto è vero che Rosa Russo Jervolino mette le mani avanti: «Io Presidente? E' un'ipotesi che non esiste. Troppo alta per me. Io sono una persona che, se non ha problemi di salute o in famiglia, è allegra e serena, mangia e dormi tranquillamente». Ma almeno nel suo partito, la Jervolino è sostenuta in modo compatto? A Piazza del Gesù giurano di sì, ma fanno sapere di essere irritati con Veltroni, sospettato di aver favorito la propalazione dei due nomi, la Jervolino e Ciampi, allo scopo di bruciare la prima e dover convergere sul secondo. Ma in queste ore al Ppi la parola d'ordine è quella di cucire la bocca: «Sui giornali era inevitabile che il toto-candidati partisse in anticipo - dice il vice-segretario del Ppi Dario Franceschini - ma è veramente troppo presto: 8-9 giorni in casi come questo sono un'eternità». Ma il Ppi è compatto sulla Jervolino? Franceschini: «E' una dello personalità più stimate anche tra i popolari, ma è davvero prematuro far nomi e far commenti». Stop. Gli uomini del segretario non si scoprono perché sanno che Marini, in cuor suo, non ha smesso di fare un pensierino al Quirinale? Certo, Rosa Russo Jervolino, per storia personale e per carattere, non è personaggio da grandi inimicizie: «Nel partito ha ottimi rapporti con tutti, nessuno escluso», assicura Paolo Palma, già capo della segreteria di Bianco. Sarà, ma intanto sotto il nome della Jervolino si è accesa la graticola, affidata ai sussurri anonimi. I popolari che non la amano hanno tutto l'interesse a dimenticare la stagione idi sinistra» della Jervolino (il codice deontologico che costò la carriera a tanti democristiani, la battaglia contro Buttiglione), ricordando invece i passaggi «moderati». Gli esordi con i fanfaniani. Il passaggio ai forlaniani, quando Fanfani vota De Mita. La legge Jervolino-Vassalli sulle tossicodipendenze. La contrarietà alla campagna per l'uso del preservativo che costò alla Jervolino una contestazione in piazza, clamorosamente rintuzzata da Scalfirò. Ma il primo che ha avuto un «pensiero» per lei - e non da oggi - è stato Ettore Bernabei, un personaggio che conosce la vera storia della De come pochi: nel suo recente «L'Uomo di fiducia», l'ex presidente della Rai cita la Jervolino, indicandola come una delle «raccomandate» di cui non si vergogna: «Mi parlò di lei la madre», racconta Bernabei e la giovane Jervolino «fu esaminata, selezionata e ammessa ad un corso per programmisti; risultò idonea e per tre, quattro anni fece la programmista Rai, un lavoro oscuro: sono quelle persone che stanno in studio e svolgono mille mansioni...». vii \ M &i

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