Presa la gang di ragazze che rapinava le amiche di Paolo Colonnello
Presa la gang di ragazze che rapinava le amiche Milano: denunciate con altri 4 minori. A marzo avevano mandato all'ospedale una studentessa per un telefonino Presa la gang di ragazze che rapinava le amiche li cardinal Martini: giovani senza «cammino formativo» Livia Pomodoro: anche questo è segno di emancipazione Paolo Colonnello MILANO Giovani, carine e pericolose. Il «grosso» della banda erano loro, le ragazze: 3 su 4. Studentesse, alla moda e con un gusto del brivido tutto particolare da consumare insieme alla merenda durante la ricreazione: alla Une delle lezioni si appostavano davanti a scuola e rapinavano i coetanei. Meglio se coetanee: una di queste, sedicenne, il 15 marzo scorso è finita all'ospedale con una prognosi di 10 giorni, dopo essere stata picchiata davanti alla fermata del metrò di via Natta dove s'incontravano tutte le mattine: volevano il suo cellulare. Le tre «bad girls», insieme ad altri 4 minori, sono state fermate e denunciate a piede libero ieri dagli agenti del commissariato San Siro che da settimane indagavano sulle aggressioni agli studenti del liceo scientifico Vittorio Veneto e del tecnico Conti. Tra le «baby gang» metropolitane, a quanto sembra, la parità tra i sessi è stata raggiunta definitivamente. E le «bad giris» ormai stanno iniziando a contendere il territorio palmo a palmo ai baby eliminali maschi. «Non c'ò da stupirsene conferma il presidente del tribunale dei minori Livia Pomodoro - se c'ò un'emancipazione femminile ò ovvio che riguarda tutti gli ambiti». Un caso isolato quello di ieri? La scorsa settimana la polizia ha fermato due sedicenni carine e scatenate che nella centralissima via Torino avevano aggredito e minacciato con un coltello altre due coetanee facendosi consegnare poche banconote da diecimila lire. Anche queste due ragazzo, come le altre tre, sono state denunciate a piede libero perché incensurato e minorenni. E quasi tutti incensurati sono anche i ragazzi finiti ieri nel registro dogi i indagati della procura minorile, dopo die la polizia li ha individuati e fermati come autori di minacce, rapine e aggressioni ai danni di tre giovani appena usciti da scuola. Il primo episodio è accaduto in gennaio, in via De Vincenti, davanti allo scientifico Vittorio Veneto. Vittima un sedicenne. Ad aggredirlo è stato Fabrizio, 17 anni, iscritto al Conti, nessun problema con la giustizia, figlio di una coppia d'impiegati. Non erano studenti invece i 3 che il 27 aprile hanno aggredito, sempre all'uscita del Vittorio Veneto, un altro giovane studente, rubandogli catenina d'oro e telefonino. Francesco, Giovanni e Romeo, questi i nomi dei tre, piccola banda del Gallaratese, erano già noti alla polizia per precedenti di rapine e ncestazione. Tre veri insospettabili erano al contrario i quindicenni fermati mercoledì scorso dagli agenti del commissariato Garibaldi mentre erano intenti a rubare stemmi e marchietti delle autovetture di lusso custodite in un deposito di via Varesina. Figli di un bancario, di un professore di scuola media e di un impiegato di un'azienda privata, i tre oltre alla denuncia a piede Libero si sono presi qualche schiaffone dai genitori convocati al commissariato. Accanto a furti e rapine ai danni di coetanei c'ò poi la moda delle devastazioni d'appartamenti, come è successo l'inverno scorso al cantautore Roberto Vecchioni che si è trovato la casa svaligiata dopo una festa di compleanno del figlio o come ha denunciato recentemente un medico: anche per lui, in occasione di una festa dèlia figlia, appartamento devastato e fiuto di soldi e gioielli. Secondo la Criminalpol solo in Lombardia nel '98 c'ò stato un aumento del 20 per cento delle denunce per furti e del 45 per cento di quelle per rapina a carico di minori. Sul problema è intervenuto ieri anche il cardinal Martini, per il quale a questi giovani ò «mancato un cammino formativo rigoroso, esigente, in cui potersi impegnare». Il liceo Vittorio Veneto: qui sono avvenute alcune aggressioni ai danni di studenti
Persone citate: Livia Pomodoro, Meglio, Roberto Vecchioni
Luoghi citati: Lombardia, Milano, Vittorio Veneto
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