Massacro al ritorno da Padre Pio

Massacro al ritorno da Padre Pio Messina, la famiglia era stata in pellegrinaggio a S. Giovanni Rotondo Massacro al ritorno da Padre Pio Accoltella moglie e 2 figlie Nicola Savoca MESSINA Un. posto a tavola accanto alla moglie occupato da uno sconosciuto. E' questo il motivo banalissimo che ha indotto un irreprensibile impiegato comunale, Giuseppe La Torre, 53 anni, a compiere una strage uccidendo a coltellate la moglie Maria Previte, SO anni, e le due figlie, Giusy, 17, e Carmen, 14. Il triplice omicidio è avvenuto ieri mattina nell'abitazione della famiglia, al terzo piano di via Palermo, nel quartiere Giostra a Messina. La sera prima la famiglia La Torre era tornata dal pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo dove aveva assistito alla cerimonia di beatificazione di Padre Pio. Alle 6 di ieri mattina La Torre si è alzato prima della moglie, è andato in cucina a prendere un coltello ed è tornato nella stanza da letto per dare inizio alla strage. Con un serie di colpi ha infierito contro la moglie, che ha cominciato a gridare. Le urla della donna hanno richiamato le due ragazze. La Torre si allora è diretto in cucina per scagliarsi contro la figlia più grande. Per evitare la furia del padre, Giusy si è nascosta sotto il tavolo facendosi schermo, inutilmente, con mani e braccia. L'ultima a morire è stata la figlia più piccola, Carmen. La ragazza ha cercato in tutti i modi di aprire la porta d'ingresso, era chiusa a doppia mandata. L'uomo ha avuto il tempo di prendere un secondo coltello dopo che la lama del primo si era rotta per la violenza dei colpi. A dare l'allarme sono stati i vicini di casa, sconvolti dalle grida. Quando hanno aperto la porta, i carabinieri si sono trovati davanti una scena raccapricciante: i muri delle stanze, il corridoio e il pavimento erano allagati di sangue. Davanti alla porta, in cucina e nella stanza da letto, i corpi straziati delle tre donne. In un angolo della casa, le mani ancora sporche di sangue, Giuseppe La Torre si è lasciato ammanettare. «Lei ce l'aveva con me e le figlie erano complici - ha farfugliato -, in quel momento però non ero in me; non mi sono reso conto di quello che ho fatto». E' stato il parroco della chiesa di Santa Maria del Gesù, Salvatore Tritilo, padre spirituale della comunità di pellegrini in visita sabato a San Giovanni Rotondo, a fornire agli investigatori il probabile movente. Il prete ha raccontato che sabato all'ora di pranzo, in un ristorante di San Giovanni Rotondo, Giuseppe La Torre aveva litigato con uno dei devoti perché questi si era seduto a tavola accanto alla moglie. Giuseppe La Torre ha reagito in malo modo, risentito dal fatto che né la moglie né le due fi¬ glie avessero preso lo sue difeso. «Quel signore ha sbagliato a sedersi lì - ha commentato padre Trifilò ieri mattina -; ma poi ha. subito accettato di spostarsi». La solidarietà non ricevuta dai propri familiari per quanto successo (la figlia più piccola in autobus ha poi rimproverato il padre per la scenata nel ristorante) e il dubbio ingiustificato che la moglie preferisse la compagnia di un altro hanno fatto meditare a Giuseppe La Torre la vendetta. «Imprecava conno la moglie per la gelosia», racconta uno dei vicini di casa della famiglia. Nessuno nosco co¬ munque a spiegarsi come un tranquillo impiegato comunale (assunto come usciere, era stato poi trasferito all'ufficio stampa del Connine! si sia trasformato in feroce assassino. «L'unica spiegazione è un raptus», afferma l'avvocato difensore, Giovambattista Freni, che ha chiesto una perizia psichiatrica. «Un grande lavoratore, una persona tranquilla - dico di lui u capo ufficio stampa di Messina, Attilio Borda Bossario -, un tipo molto scrupoloso che non ha mai dato segni di squilibrio. E soprattutto legatissimo alla famiglia e alle duo figlie». A scatenare la follia di un tranquillo impiegato la lite con un compagno di viaggio che si era seduto a tavola accanto alla sua consorte Giuseppe La Torre viene portato via dai carabinieri dopo il massacro

Luoghi citati: Messina, San Giovanni Rotondo