Arresti domiciliari per Gelli
Arresti domiciliari per Gelli 11 tribunale della libertà «grazia» il Venerabile. Il figlio: ci aspettavamo di più, ormai è ridotto a una larva Arresti domiciliari per Gelli A giorni potrà tornare a villa Wanda Francesco Grignettl ROMA Licio Celli è davvero malato e non può restare detenuto: il tribunale della libertà di Roma ha accollo un'istanza degli avvocati del Venerabile, Michele Gentiloni c Raffaello Giorgetti, concedendo gli arresti domiciliari all'anziano imputato. In verità, Gelli, 80 anni, aveva già lasciato da alcuni mesi il carcero e si trovava in ospedale. Ma finora le istanze di concedergli gli arresi i domiciliari erano cadute nel vuoto. Il figlio, Maurizio, è contento. Annuncia che il padre a giorni potrebbe rientrare a villa Wanda. Ma non manca di polemizzare: «Personalmente mi aspettavo qualcosa di più: la scarcerazione. Perché non esiste pericolo di fuga per una persona di 80 anni ridotta ormai a larva umana». E come ha preso la notizia, suo padre? «Con relativa soddisfazione perché, per come è ridotto, non ha la forza neanche di esprimere la propria gioia». Licio Gelli, come si ricorderà, era finito in carcere per due vicende distòlte. Da una parte, aveva da scontare la pena per la bancarotta dell'Ambrosiano (cinque anni, cinque mesi e cinque giorni) come da sentenza di Cassazione. Dall'altra, era inseguito da un mandato di cattura dei magistrati romani che lo stanno processando per il crack del gruppo inunobiliar-turistico Di Nepi. Ai primi di maggio 199B, il Venerabile si era eclissato. Fu arrestato a Cannes dopo l'estate. A ottobre fini in carcere. Ma già qualche settimana dopo le sue condizioni di salute si sono aggra¬ vate. E nel gennaio di quest'anno viene disposto il ricovero in ospedale. «Da quattro mesi - racconta il suo avvocato, Michele Gentiloni subisce una trasfusione al giorno. E' affetto da almeno sette patologie. Gualche giorno fa, per di più, è caduto e si è fratturato due costole. Adesso è immobilizzato a letto». Cartelle cliniche alla mano, gli avvocati in questi mesi hanno chiesto costantemente la scarerazionc o almeno gli arresti domiciliari. Hanno avuto sempre risposte negative dai diversi tribunali di Roma finché, qualche settimana fa, la Cassazione ha preso in esame il caso e ha bacchettato un tribunale che non teneva in giusta considerazione la salute dell'imputato. «Io naturalmente sono contento che finalmente Gelli sia stato scarcerato. Una decisione era assolutamente improcrastinabile. E comunque, secondo me, il tribunale della libertà non poteva ignorare Sii orientamenti della Cassazione», ice ancora Gentiloni. Sulla stessa linea l'altro avvocato, Raffaello Giorgetti: «La decisione, come sempre è tardiva. Ma l'hanno presa. E la concessione degli arresti domiciliari rida voce e un po' di tranquillità ai cittadini nell'applicazione del diritto, che viene regolarmente stracciato quando si tratta di Gelli». Il figlio di Gelli, Maurizio, ieri pomeriggio era a Roma, accanto al capezzale del padre, quando ha saputo la notizia. «Non appena - dice - i medici saranno in grado di dimetterlo, con le dovute precauzioni per la sua salute, mio padre tornerà ad Arezzo. Ringrazio il tribunale della libertà perché ha preso questa coraggiosa decisione in piena autonomia. Il mio rammarico è che su mio padre c'è stato in tutti questi mesi una sorta di accanimento giudiziario e di volontà politica persecutoria che gli ha provocato danni irreparabili». L'ex maestro della Loggia P2 Lido Gelli
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