Summit sul mondo delle banche di Ugo Bertone

Summit sul mondo delle banche Il Tesoro convoca il vertice del credito con Fazio, Fassino, Vìsco e Russo Jervolino Summit sul mondo delle banche Cuccia non s'arrende, linea dura su Comit Ugo Bertone MILANO. : «No, non è eccezionale il fatto che si riunisca il Cicr. Ciò che è c'è di straordinario è la pubblicità data all'ordine del giorno». Queste parole del professor Tancredi Bianchi, già presidente dell'Ahi, spiegano in maniera eloquente il valore «politico» della riunione di oggi del Cicr, comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, dedicato alla riorganizzazione del sistema bancario italiano, sotto la presidenza del ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi, che ha voluto questa riunione e alla presenza di un governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, più che infastidito per le critiche piovute sul suo operato, pronto a scattare come una molla di fronte alle accuse di «dirigismo» dopo il no secco a San Paolo-Imi e lo «scadimento» per metodi e sostanza dell'offerta Unicredito su Comit. Al tavolo del Tesoro siederanno anche il ministro del Commercio Estero, Piero Fassino, il ministro delle Finanze Vincenzo Visco (tra i più perplessi, si dice, per le posizioni scelte da Fazio) e il ministro degli Interni, Rosa Russo Jervolino. Il caso, insomma, ha voluto riunire tre papabili per la presidenza della Repubblica (Ciampi, Fazio e la Russo Jervolino). Ma nella riunione del Cicr non ci sarà tempo per discutere di Quirinale. I conflitti, infatti, attraversano il mondo della banche in ogni direzione: aspri dissensi dividono Consob e Bankitalia, l'ima a difesa delle prerogative del mercato, l'altra in nome della «stabilità»; le Fondazioni bancarie che hanno deciso di giocare insorgono contro l'obbligo di vendere le partecipazioni bancarie: infine c'è l'indagine promossa da Bankitalia contro un presunto cartello bancario. Sullo sfondo, infine, c'è la grande guerra bancaria che si combatte in particolare dalle parti di Mediobanca. Dopo i clamorosi conflitti emersi nelle assemblee Comit e Generali i margini per la pace sembrano davvero esigui: da una parte c'è la squadra di Enrico Cuccia, decisa a bloccare le «avances» di Unicredito su Comit e spingere Banca Intesa (peraltro assai cauta) a farsi avanti con una sua offerta; dall'altra, c'è da metter nel conto la reazione di Lazard, dopo l'estromissione di Antoine Bernheim dal vertice delle Generali. Il tamtam della City già ipotizza le prossime mosse: un'assemblea chiesta da Mediobanca per mettere sotto accusa i due amministratori della Comit? Oppure la richiesta, più blanda, di nuovi advisors in Comit, più vicini al cuore di Mediobanca, per giudicare i possibili accordi? E, sull'altro fronte, non scenderà in campo l'Axa di Claude Bébéar, buon amico di Bernheim? E, cambiando campo di battaglia, come reagirà il San Paolo-Imi al «no» di via Nazionale? Il mondo del credito, insomma, è in fermento. L'incertezza normativa, soprattutto il conflitto tra le esigenze di stabilita invocate da Fazio e quelle del mercato, difese da Luigi Spaventa, può provocare notevoli problemi. Di qui la preoccupazione di Ciampi di far chiarezza sulle regole del gioco. Dirigismo? Limitazione dell'indipendenza di via Nazionale? Assolutamente no, potrebbero rispondere al Tesoro, anche perché la stessa legge del '93 che attribuisce alla Banca d'Italia l'esclusiva delle autorizzazioni in materia di fusioni, Opa od Ops, prevede che tutto ciò avvenga «in conformità delle deliberazioni del Cicr». In attesa di leggi che facciano chiarezza sulle relazioni tra il Testo Unico bancario e la legge Draghi e che precisi come si debba comportare chi vuol lanciare un'Opa o un'Ops, il Cicr cercherà di conciliare le diverse esigenze; sembra la quadratura del cerchio ma, come fa notare Tancredi Bianchi, «in quella sede gli avvocati non mancano di sicuro...». E un compromesso potrebbe essere trovato prevedendo un iter parallelo per le autorizzazioni, che soddisfi almeno in parte Consob e Banca d'Italia. Questioni tecniche, anzi veri e propri rompicapi legali, dietro cui si nascondono interessi enormi. Perciò la riunione del Cicr è un passaggio estremamente delicato. Per ora il ministro del Tesoro è stato molto attento ad evitare invasioni di campo. L'unico riferimento esplicito alla grande partita bancaria è contenuto in una intervista da New York al «Sole 24 Ore» in cui, alla richiesta di un commento sulle fusioni ostili nel settore bancario, Ciampi risponde così: «Penso che la scelta della combinazione migliore stia agli amministratori delegati delle banche».

Luoghi citati: Milano, New York, Unicredito