«Guerre stellari», gli Usa già in fila

«Guerre stellari», gli Usa già in fila —■—™ .-,--_>-,—.-- —"■———--,—— , —■■■■ " ■'■* ■■■ :■■ 25 ANNI DOPO IL RITORNO DELLA PIÙ' FAMOSA SAGA SPAZIALE «Guerre stellari», gli Usa già in fila Da Los Angeles a New York, sale la febbre per ilfilm La storia Gabriela Romagnoli Invialo a NEW YORK Kurt Volk, 25 anni, di Chicago, ha lasciato casa, la scuola d'arte, un lavoro nelle consegne a domicilio ed è andato a Los Angeles a mettersi in fila. Non c'era niente di più importante da fare, per lui, che aspettare l'evento. Accadrà il 19 maggio: i cancelli di quel cielo che è il Chinese Theater e altri 2500 cinema d'America si apriranno e sullo schermo ricomincerà la saga di «Guerre stellari». Dire: è soltanto un film sarebbe un atto di snobismo intellettuale e di pura cecità. File come quella di Los Angeles si stanno organizzando in tutti gli Stati Uniti: ieri è cominciata davanti allo Zigfield Theater di New York, domani tocca a Orlando, poi Dallas, Cleveland. Esiste un sito che scandisce le date, recluta gli sponsor, detta le regole. Il burattinaio è un australiano di ventidue anni, Lincoln Gasking, venuto da Melbourne. Ha ottenuto licenze per allacciare cavi sui luoghi dell'attesa, trasportare elettricità e batterie: chi sta in fila può telefonare, usare il computer o il forno a microonde. C'è un telefono pubblico alle spalle dei ragazzi in attesa a Los Angeles. Il prefisso è 323, il numero 462-9609. Risponde un ragar-zo di nome Dan, è parcheggiato 11 da tre settimane, nel sistema inventato da Lincoln Gasking ha collezionato 2000 punti ed è certo di vedere il primo spettacolo. Perché lo stai facendo? «Perché questa è la cosa che ricorderò. Perché "Guerre stellari" mi ha aperto un mondo, ho capito il potere delle storie, ho sentito 1 immanenza della Forza...». Prima di liquidare lui e gli altri con giudizi superficiali, facciamo un passo indietro. Era il 25 maggio del 1977. Senza una pagina di pubblicità usci sugli schermi un film del regista George Lucas chiamato «Guerre stellari». Ci andarono per primi i bambini. Una voce fuori campo annunciava: «Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...». Poi, nella storia, c'erano un robottino dorato, un bambino prodigioso, un cavaliere di nome Han Solo, una principessa, l'Impero del Male, un cattivo nerolucente e, attenzione, la Forza e il Lato Oscuro, Soltanto un film. Ma quando il presidente Reagan volle bollare l'Unione Sovietica, negli Anni 80, usò l'espressione «Impero del Male» e chiamò «Guerre stellari» il programma di protezione tramite satelliti. Quando la Francia ha battuto il Brasile agli ultimi Mondiali di calcio, dagli altoparlanti è uscita non la Marsigliese, ma la colonna sonora di «Guerre stellari». Quando un sondaggio ha indagato sulla fantasia sessuale preferita dai giovani americani, al primo posto si è piazzata la principessa Leia con il bikini dorato (ne parla anche un episodio di «Friends»). Quando una radio del North Carolina ha offerto mille dollari a chiunque accettasse di cambiare il proprio nome in Obi-Wan Kenobi (il maestro della saga), ad accogliere l'invito è stata una maestra elementare che prima si chiamava Jennifer Briggs e ora, se le telefonate, alla segreteria dice: «Qui Obi-Wan Kenobi Briggs, lasciate un messaggio...». «Guerre stellari» ha venduto biglietti, videocassette, dischi, pupazzetti. Ma non è questo il punto. C'era un sottotitolo nel primo film: «Una nuova speranza». E quello era il punto. Dal suo ranch in California, poi ribattezzato «Skywalker», George Lucas inventava una storia e concepiva una teologia. Oggi i settimanali che lo mettono in copertina (tutti) mandano a intervistarlo filosofi e letterati. Nelle sue risposte si leggono affermazioni come: «Ho creato la Forza per risvegliare la spiritualità nei giovani, perche credessero in Dio, più che in una religione particolare, giacché una vale l'altra», «Perché la Forza scenda su Luke, occorre che egli abbia fede, alla maniera in cui l'intende Kierkegaard», «I rap¬ presentanti del Male, Darth Vader e Darth Maul, sono un misto di Dante e Milton, demoni cristiani, hindu e mitologia greca». Omero più Flash Gordon, la Bibbia (al neon) e i videogame, lo zen e l'arte del computer, risultato: migliaia di ragazzi in fila un mese prima dell'evento, milioni pronti a riempire le sale per sentire una stona, entrare in un mondo, scoprire «il lato oscuro che è in tutti noi, anche nei principi del Bene» e invocare «la Forza che aiuta a scacciarlo». Soltanto un film. C'è il direttore di una catena di famosi negozi di abbigliamento d'America che, ogni mattina, spedisce un fax a una pittrice di Manhattan. Comincia sempre con le parole: «La Forza sia con te». C'era un ragazzo di sedici anni, a Littleton, Colorado, che collezionava tutti i gadget di «Guerre stellari» e ne conosceva a memoria i dialoghi. E' morto ammazzato da due dark Vader nerovestiti, dominati dal Lato Oscuro della Forza. George Lucas scrisse per svegliare la spiritualità dei ragazzi del '77, ma i seguaci che ne aspettano in colonna la nuova profezia avevano, allora, pochi anni. Il suo messaggio na saltato una generazio¬ ne. E' stato percepito quando la trilogia di «Guerre stellari» è uscita, rielaborata, in videocassetta. Certo, già prima era stato un successo, ma, dopo, è diventata culto. Sono i ragazzi di fine millennio, i seguaci della Forza, gli adepti di una religione che le compendia tutte, le racconta in forma di favola cosmologica e le passa allo scanner. Sono questi che vedi sul selciato della Cinquantaseiesima Strada con i personal computer collegati ad America on Line, il cellulare in tasca, la carta di credito svuotata per poter resisterò nella lunga attesa. I loro genitori «Guerre stellari» se lo sono venduti, nei negozi e nella politica. Loro lo comprano davvero. Hanno letto e interiorizzato il sottotesto, credono in qualcosa di ineffabile che sta dietro lo schermo. Questa loro attesa, pensateci bene, un mese su un marciapiede, è un atto di fede, un gioioso convivio a credito della memoria, infanzia rivisi tata, Linus nell'orto che aspet ta il Grande Cocomero, ma sa che, stavolta, verrà: il 19 maggio. Sono, questi ragazzi, una galassia lontana lontana, ma credere che siano soltanto sciocchi spettatori invasati, sarebbe come dire che quello che attendono è soltanto un fihn. C'è chi ha lasciato la casa la scuola e perfino il lavoro per acaparrarsi un posto alla proiezione del nuovo lavoro di George Lucas __.'' Tre immagini del seguito di «Guerre Stellari» il film attesissimo negli Stati Uniti __.''