Tomba, il galateo non va in buca di Antonella Amapane

Tomba, il galateo non va in buca Tomba, il galateo non va in buca personaggio Antonella Amapane TORJNO L'argomento del giorno, il pettegolezzo che percorre i green in lungo e in largo, è Tomba senza cravatta. Fioccano le critiche dei golfisti sull'ex re delle nevi che sabato sera si è presentato al pranzo ufficiale dell'Open - nella Reggia di Venaria - in camicia grigia elasticizzata, pantaloni in tinta e blazer blu. «Un cafone», è il commento dei più, irritati da quella mancanza d'etichetta. All'Alberto nazionale - insofferente anche alla giacca - la moda piace. «Se Ferré o Donatella Versace mi chiedessero di sfilare accetterei volentieri. Certo, il massimo sarebbe salire in passerella per Armeni... Tutti dicono che ho il fisico giusto per la moda di Giorgio», confida lo sportivo dopo aver confermato ai responsabili di «Torino 2006» la sua presenza a Seul in giugno, quando verrà scelta la sede degli Olimpiadi. Il divo dello slalom arriva per ultimo, verso le 21 - nella Galleria Diana della Reggia dove sono allestiti 50 tavoli per 500 ospiti - con fidanzata al seguito, la monegasca Eva, professione hostess di eventi speciali, il polso ornato da un gigantesco orologio sul cui quadrante tocco chic - compare un cane che fa pipì. Nella sala della residenza settecentesca c'è la Torino clic conta: il presidente della Regione Enzo Giugo, il prefetto Mario Moscatelli, il questore Nicola Izzo, Andrea Agnelli, John Elkan, Elda Tessore, Evelina Christillin col marito Gabriele Galateri, gli sponsor... E ovviamente i «padroni di casa», Sergio e Giorgia Pininfarina. Tante tenute scure, molti abiti trasparenti, rare Alberto Tomba toilette lunghe. Alle 21, cominciano a sfilare le portate firmate dal catering Daturi 6- Motta, il favorito (che coincidenza) di Annani. A Tomba, ammansito testimonial della Fila - incatenato a tavola due ore per contratto - non resta che intrattenere i suoi vicini: «La prima volta che ho giocato a golf ò stato a Monticello nell'87, mi ha impostalo Ballestcros. E' rimasto di stucco perché ho subito beccato la palla e l'ho mandata a 200 metri», racconta lui che il dicembre scorso a Palm Spring, dopo 72 buche, aveva giurato di non tornare mai più sul green. E invece ieri ha praticato di fronte a un pubblico che io applaudiva. «Io vinco col chiasso, col tifo. Ma che sport è questo dove non vola una mosca? Detesto il silenzio di tomba», sbotta senza ren dersi conto del gioco di parole. In quel momento crolla un vassoio di bicchieri. «E' cadu- to un fazzoletto? Viva il chiasso», scherza. D'accordo non è più il Tombissimo osannato dalle folle, ma continua a far spettacolo e quel suo fascino istintivo ipnotizza anche Lee Jantzen: «Se sciassi come te ti regalerei il mio swing», gli dice adorante il professionista. «Facciamo che io ti do un paio di sci miei e tu un set di bastoni», ribatte lui, alzandosi per mimare il suo address. Qualcuno non gradisco la scena, ma le signore ridono e chiedono perché il profumo che ha lanciato si chiama (In) Decente. «Perché è come me, sopra le righe. Presto sarà pronto quello femminile. Saprà di mare. E' l'odore che mi eccita di più sulla pelle di una donna». Colonie, pubblicità, ma sopprattutto cinema. «Il film "Alex l'Ariete" per la Rai uscirà tra poco. E ad agosto ne girerò un altro». A mezzanotte Tomba freme, chiede il permesso di andarsene. Accordato? Ma sì, annuiscono i manager della Fila. Lui si congeda. Lo show è finito. Alberto Tomba

Luoghi citati: Palm Spring, Torino, Venaria