Alla festa del golf manca solo Rocca

Alla festa del golf manca solo Rocca 1322 milioni del primo premiò sono andati a uno scozzese. L'ultimo titolo azzurro risale al 1980 Alla festa del golf manca solo Rocca Successo degli Open, ma la vittoria è tabù per l'Italia TORINO Il Fiat & Fila Itaiian Open è già finito. Le cose belle finiscono troppo in fretta. A detta di tutti, giocatori e addetti ai lavori, è stato l'Open più ricco e più bello della storia. E anche il meglio organizzato, con il rispetto dovuto a coloro che hanno bene lavorato in passato per allestire il più grande e prestigioso torneo di golf che si svolge in Italia. C'è stato purè il sole, in questi quattro giorni fra i prati della Mandria: come ha detto il presidente Roberto Livraghi, anche il Padreterno, dunque, ha dato una mano a Sergio Pininfarina, l'uomo che ha avuto l'intuizione e l'ha realizzata, impresa per la verità assai complicata, e dunque doppiamente febee. E' mancata, a voler essere proprio pignoli, una sola cosa: la vittoria di Costantino Rocca, che è ormai nell'immaginazione popolare il simbolo del golf italiano e che come tale, amato e rispettato, ha trascinato al suo seguito fra i curatissimni green una folla sempre più numerosa, una processione di fedeli del golf che alternava silenzi di apprensione e di attesa a boati da stadio, come se un colpo in buca fosse un pallone amico Finito in fondo alla rete. Costantino Rocca detto l'Imperatore ha lottato fino in fondo. Prima di diventare un cam- Eione di golf ha lavorato per nove anni in fabrica, conosce cosa vogliono dire sudore e fatica. «Alla buca 17 ci credevo ancora» ha confessato alla fine di tutto, dopo aver visto svanire il sogno perdendo due colpi all'ultima buca fra lo sconforto del suo popolo. Non avrebbe vinto nemmeno se avesse ottenuto il par, in ogni caso, sarebbe arrivato terzo: per il successo, e per i 322 milioni di premio, si sono dati battaglia fino all'ultino colpo l'irlandese Pedraig Harrington, grande giocatore di biliardo, e lo scozzese Dean Robertson, acceso tifoso dei Glasgow Rangers che ieri, fra l'altro, hanno affrontato il Celtic nel match decisivo per lo scudetto. Si è imposto Robertson, capace di tenere mani e nervi saldi nel momento della verità, e per il ventottenne giocatore di Paisley, nei pressi di Glasgow, si è trattato del primo Open vinto in carriera. Per l'Italia del golf, invece, è continuata la tradizione negativa che ormai sta diventando una sorta di maledizione: sono 19 anni che un azzurro (Massimo Mannelli nel 1980) non vince l'Open e anche questa volta è andata male. «Ritenterò l'anno prossimo» ha detto Rocca. Ci sarà un mucchio di gente ad accompagnare il suo sogno, siamo pronti a scommettere, su qualunque campo si decida di giocare. Per la verità, a ben vedere, il problema è proprio questo: dove verrà disputato l'Open del 2000? Il presidente Livraghi a precisa domanda ha risposto: «Adesso avi omo una settimana di valutazione e riflessione. Discuteremo la questione nel Consiglio federale del 13 maggio ma difficilmente prenderemo una decisione in merito. Ma poiché la prossima riunione è prevista per il 2 luglio, troppo tardi, saremo quasi certamente costretti a convocare un Consiglio straordinario. Abbiamo molte opzioni, ma non sarà facile ripetere un Open come questo dove tre fattori sono stati decisivi por il grande successo: il Padreterno che ci ha regalato il sole, la bravura di Sergio Pininfarina e la strettissima collaborazione fra federazione e circolo. La squadra per l'anno prossima non è stata ancora fatta, ma voglio ricordare che per delibera del Coni non potremo più spendere soldi del bilancio federale per manifestazioni sportive». In parole povere, giusto per farci capire, Livraghi non avrà più a dispo¬ sizione nemmeno i 500 milioni sborsati quest'anno, che comunque erano già un bel risparmio rispetto al miliardo e mezzo speso l'anno scorso, e dunque diventa decisivo e vitale l'intervento degli sponsor. Le indicazioni danno come prossima sede Milano o Roma, ma fare l'Open nella Capitale in occasione del Giubileo non sembra cosa troppo gradita e per quanto riguarda Milano il discorso è per il momento molto vago. Ecco dunque la novità: il prossimo Open potrebbe essere rigiocato a Torino. Pininfarina si è detto d'accordo, a patto naturalmente di avere l'appoggio degli sponsor principali di questo Open (Fiat, Fila, Sanpaolo Imi, Infostrada, Diner's, Ferrerò, Ina Assitalia, Lavazza, Pininfarina, Unisys). Anche Costantino Rocca, che conosce bene il golf e i suoi problemi, ha preso chiara posizione: «L'Open dovrebbe svolgersi per almeno quattro anni nello stesso posto: sarebbe più comodo per tutti, per gli organizzatori e anche per noi giocatori». La palla, a questo punto, passa agli sponsor. Il successo di pubblico e immagine è stato grande, primo dato a favore: e poi, non è forse vero che la squadra vincente non si cambia mai? [c. co.l Il vincitore, lo scozzese Dean Robertson

Luoghi citati: Glasgow, Italia, Milano, Roma, Torino