«Lavorano in nero 550 mila edili »

«Lavorano in nero 550 mila edili » Cna-Cresme lanciano l'allarme: il sommerso in Italia tocca il 25% del totale «Lavorano in nero 550 mila edili » Evasi oltre 21 mila miliardi Gian Cario Fossi ROMA Soltanto nell'edilizia vi sono 550 mila lavoratori in «nero» che contribuiscono a produrre un'evasione fiscale e contributiva complessiva stimata in oltre 21 mila miliardi l'anno, di cui 7 mila 500 miliardi per mancato pagamento dell'Iva. L'allarme sul sommerso in questo settore viene lanciato a conclusione di un'attenta ricerca svolta da Cna-Cresme per accertare l'effettiva consistenza delle non poche anomalie esplose clamorosamente negli ultimi anni, non ultima per rilievo l'esistenza di ben 260 mila imprese edilizie iscritte alle Camere di commercio, ma del tutto «vuote», in frigorifero nell'attesa di vincere un appalto. Nella manutenzione abitativa il «nero» arriva a coprire una fetta dell'80%. «E' un Far West - osserva il segretario dell'Assoedili Roberto Giorgini - in cui non ci sono nemmeno gli sceriffi». Incalza Giancarlo Sangalli, segretario generale della Cna, citando il caso di ricercatori dell'università di Napoli accompagnati dai carabinieri a visitare imprese irregolari in Campania: «Il sommerso è un film che passa davanti agli occhi dello Stato e raggiunge in Italia una quota del 20-25% contro il 15% in Germania. Ci sono nei vari comparti 2 milioni di addetti che vivono stabilmente di sommerso strutturale». Ed è giunto ormai il momento perche venga attuata una robusta offensiva contro il dilagare del lavoro nero, che sottrae risorse cospicue all'Erario, oltre ad inquinare fortemente la concorrenza. «Ci vuole - spiega Sangalli una legge speciale per l'emersione del sommerso, che abbatta costi e barriere di accesso. Un'offensiva che deve poggiare su una grande alleanza fra lo Stato e le imprese regolari, fiaccate dalla concorrenza sleale del nero». E, qui, Cna e Cresme avanzano una proposta: favorire la detrazione con semplicità dell'Iva pagata nella dichiarazione dei redditi e l'obbligo delle aziende ad emettere iattura. spingendo così a far emergere il nero. Questa soluzione, viene precisato, non avrebbe alcun aggravio per il bilancio dello Stato, ma anzi determinerebbe un potenzionale incremento delle entrate complessive di 1407 miliardi. Sarebbe un modo per compensare almeno parzialmente la differenza fra il costo di 248 mila lire al giorno per un dipendente regolare di un'im-' presa artigiana e il costo di 150170 mila lire di un lavoratore in nero se italiano e di 70-120 mila lire se extracomunitario. Alla battaglia contro il sommerso si affianca quella contro lo sfiatamento dei minori. «Dobbiamo combattere il rischio - afferma il ministro del Lavoro Antonio Bassolino - che i nostri ra¬ gazzi siano facile preda dello sfruttamento nel lavoro, dell'emarginazione sociale e della droga. L'impegno congiunto del governo e delle parti sociali, nonché del volontariato è non solo importante, ma decisivo». E, tanto per cominciare, Bassolino propone di fornire ogni bambino di un «libretto» che contenga ogni tipo di informazione sui minori italiani, la frequenza scolastica, le attività sociali. Naturalmente, sostiene il ministro, occorre coinvolgere le famiglie e dare, qualora sia evidente uno stato eli necessità, un aiuto anche materiale: un sostegno al reddito come incentivo alla cura dei bambini, all'assolvimento dell'obbligo dell'istruzione e alla formazione alla vita lavorativa. Il ministro del Lavoro Antonio Sassolino

Persone citate: Antonio Bassolino, Antonio Sassolino, Bassolino, Giancarlo Sangalli, Roberto Giorgini, Sangalli

Luoghi citati: Campania, Germania, Italia, Napoli, Roma