I suggerimenti di D'Alema al mediatore

I suggerimenti di D'Alema al mediatore I suggerimenti di D'Alema al mediatore «Inizio del ritiro, tregua, sì alle condizioni Nato» ROMA Massimo D'Alema alza il velo sui «suggerimenti» dati al mediatore russo per il Kosovo, Viktor Cernomyrdin, mentre l'Italia tenta di verificare l'emergere a Belgrado di voci diverse da quella di Milosevic e mette in moto i progetti di cooperazione per la ricostruzione dei Balcani nel dopo-guerra. Il premier intervendo ieri in consiglio dei ministri ha precisato ì termini del contributo «creativo» italiano ai tentativi in corso per «raggiungere una soluzione politica alla crisi grazie ad una risoluzione dell'Orni per lo spiegamento di una forza di protezione internazionale in Kosovo». Queste «proposte» sono state prima al centro dell'incontro a Palazzo Chigi con l'inviato russo, Viktor Cernomyrdin, e quindi oggetto di una lunga telefonata con il presidente americano, Bill Clinton. Per superare il perdurante ostacolo del no di Milosevic ad una forza militare, D'Alema Eunta su «una pausa dei bomardamenti in presenza di un avvio verificabile del ritiro delle forze serbe e dopo l'accettazione delle cinque condizioni della Nato». E' una formulazione che richiama precedenti dichiarazioni del Segretario Generale dell'Orni, Kofi Annan, e coincide con le indicazioni uscite dall'ultimo vertice della Nato a Washington. L'idea di Annan che D'Alema riafferma e che ha sottolineato nel colloquio con Clinton - è che Milosevic potrebbe essere spinto ad accettare «inequivocabilmente» le condizioni della Nato se gli fosse offerto in cambio subito una «pausa dei bombardamenti» e quindi la possibilità di negoziare sull'altro nodo: dispiegamento e composizióne della forza di protezione. Due i suggerimenti in proposito indi¬ cati da D'Alema d'accordo con il ministro degli Esteri, Lamberto Dini: contestuale azzeramento, non riduzione, delle forze sorbe in Kosovo e disarmo dell'Uck; disposizione sul terreno del contingente internazionale in modo che a contatto con le truppe serbe si trovino quelle di paesi non aderenti alla Nato, a cominciare da quelle russe. «La prospettiva finale è comunque - ha spiegato D'Alema a Palazzo Chigi - una amministrazione internazionale fiduciaria su un Kosovo autonomo all'interno dei confini della Federazione jugoslava». Ovvero, niente indipendenza. Convinti della necessità di seguire la via diplomatica, Palazzo Chigi e Farnesina ritengono che i tempi non saranno brevi. Niente disappunto dunque per il mancato successo pieno di Cernomyrdin a Belgrado. Anzi, alla Farnesina si sottolinea che «si inizia a parlare di risolu¬ zione dell'Orni» e di una «forza» da spiegare anche se il tonnine «ni ili tare» resta bandito. L'altro ed assai più discreto filone diplomatico è quello dei sondaggi - rigorosamente non-ufficiali che vengono fatti a Belgrado e paraggi per verificare l'esistenza, l'entità e la profondità degli scricchiolii che si odono nel governo di Milosevic dopo il siluramento del braccio destro Vuk Draskovic. Le prospettive della crisi e della mediazione sono state discusse anche dal segretario dei Ds, Walter Veltroni, in un pranzo con l'ambasciatore Usa, Thomas Foglietta. In attesa di sviluppi e di una probabile nuova missione di Cernomyrdin a Belgrado continua l'offensiva aerea della Nato «che a Washington è stato deciso di intensificare» ha detto D'Alema, ribadendo che «l'opzione di terra ò stata scartata nella situazione attuale». L'Italia intanto si prepara al dopo-guerra. I sottosegretari agli Esteri, Umberto Ranieri e Rino Serri, hanno partecipato ieri alla Farnesina ad una riunione con i colleghi balcanici e con il commissario europeo Emma Bonino per coordinare l'aiuto umanitario ai profughi e studiare le iniziative per la stabilizzazione della regione. Il viceministro degli Esteri ellenico, Yiannos Kranidiotis, ha annunciamo che Atene ospiterà una conferenza ad hoc su questi temi fra due settimane. Anche Romano Prodi, presidente designato della commissione Ue, ha invitato a guardare al «dopo» nel suo incontro di ieri a Roma con Cernomyrdin: «Dobbiamo pensare alla ricostruzione economica, civile e politica dell'intera area per inserirla nello spazio europeo». Cernomyrdin si ò detto «interessato» alla proposta di una conferenza di pace sui Balcani avanzata da Prodi, (ni. mol.]