«Questo è l'epilogo di una pagliacciata»

«Questo è l'epilogo di una pagliacciata» «Questo è l'epilogo di una pagliacciata» Inviato a PERUGIA Anche oggi è l'unico imputato presente in aula, come spesso è capitato in tre anni di un processo che si celebra qui per causa sua, visto che nel 1979 faceva il magistrato a Roma. E appena il presidente della corte dichiara chiusa l'udienza rièMrquale i pm nahno chièsto" l'ergastolo anche per lui, Claudio Vitalone esplode: «E** ir coerente epilogo di una squallida, volgare, tragica pagliacciata giudiziaria». Il linguaggio forbito di sempre non riesce a nascondere l'ira dell'exsenatore ed ex-ministro, oggi di nuovo magistrato ma in attesa di giudizio con l'accusa di omicidio. «La richiesta di condanna - continua - è la coerente conclusione di una spietata caccia all'uomo, ma io non avrò tregua e non darò tregua finché i responsabili non saranno assoggettati alle conseguenze di legge per le loro responsabilità». Nel disegnare il suo ritratto alla corte d'assise, i pm hanno detto tra l'altro: «Claudio Vitalone non era un magistrato qualsiasi. Si era mosso, valendosi dei legami e del suo potere personale, in affari e vicende che nulla avevano a che vedere coi processi che aveva sulla scrivania; potremmo dire che si era mosso da politico, a patto di escludere da quel concetto il suo significato più nobile e antico». Parole dure alle quali l'imputato ribatto con altrettanta durezza. «Bisogna riflettere - accusa - sul fatto che dei pubblici ministeri esonerati da qualunque tipo di controllo, che detengono attraver¬ so gi strumenti delia giustizia premiale un enorme potere di corruzione, sono stati in grado di fabbricare delle pseudo-verità e di conferire credibilità a delle mistificazioni». Dunque i pm avrebbero coretto i pentiti? «In quest'aula se n'è avuta la sostanziale conferma. Io sfido chiunque a trovare trai '231 testimoni o tra le 400.000 pagine di atti, una sola persóna ò una sola parola che ratifichino la demenziale congettura dell'accusa. Qui sono stati utilizzati in maniera strumentale dei falsi pentiti che in cambio di accertate menzogne hanno ottenuto il sostanziale condono di decine di anni di galera». Eppure i pm hanno spiegato che Buscetta, ad esempio, non aveva nulla da guadagnare aprendo il capitolo dell'omicidio Pecorelli. Replica Vitalone: «Che cosa ci ha guadagnato Buscetta dovete chiederlo a lui e a chi lo gestisce. Per quanto mi riguarda so solo che altri (i pentiti della Magliana, ndr) si sono risparmiati decina di anni di galera. E a chi s'è tirato indietro (Fabiola Moretti, che da un Certo momento in poi non ha più voluto rispondere ai giudici, ndr) è stato ritirato il sistema premiale. Io non ho dubbi che la corte non avrà esitazioni a respingere questa pagliacciata, ma in un Paese;'civile non si impone a un cittadino la pena di sei anni di inchiesta e di processo fondato su mistificazioni e contraffazioni della verità. Il mio ruolo in questa vicenda è stato solo quello di sottrarre ai giudici di Roma il processo Andreotti». Igio. bia.]

Persone citate: Andreotti, Buscetta, Claudio Vitalone, Fabiola Moretti, Magliana, Pecorelli, Vitalone

Luoghi citati: Perugia, Roma