Zero-Zero Beppe apre un fast-food di Alessandro Perissinotto

Zero-Zero Beppe apre un fast-food IL FOGLIETTONE Zero-Zero Beppe apre un fast-food COME investire i soldi faticosamente guadagnati in tante missioni impossibili? Zero-Zero Beppe se lo stava chiedendo da un pezzo quando la risposta venne da sé, o meglio, portata quasi dal vento. In una mattina di primavera, il nostro Beppe camminava infatti in via Cernaia e stava quasi per sbucare sul piazzale di Porta Susa, quando una folata di vento tiepido gU portò alle narici un pesante odore di fritto e di grassi saturi e insaturi, quell'odore insomma che annuncia inequivocabilmente, a centinaia di metri di distanza, la presenza di un fast-food. Ed ecco la folgorazione, ecco l'investimento geniale. Beppe avrebbe lanciato la sua sfida all'imperialismo gastronomico americano aprendo a New York, a Washington, a Los Angeles e a Pocapaglia una catena di fast-food alla piemontese, una catena di mangia-en-pressa. L'idea cominciò a vorticare nel suo cervello e in capo a un paio di giorni, con l'aiuto degli amici della bocciofila e del fido geometra Paracchi, il progetto dei Me Beppe's Restaurant fu approntato: eccolo. I locali saranno ricavati dentro le carcasse dei vecchi autobus a due piani della linea 64 che tutto il mondo ci invidiava e che Londra ci aveva maldestramente copiato; qui, nel posto un tempo riservato al bigliettaio, due signorine vestite da Giacometta serviranno al pubblico affamato cibi rapidi, genuini e soprattutto leggeri. Com'è nella tradizione dei fast-food, gli appetitosi panini, tutti confezionati in un grande stabilimento a Carrù e poi scongelati in loco, avranno nomi attraenti ed evocativi: al posto del banale eneeseburger ecco comparire il McLanzo, composto da un maggiolino contenente una svizzerina e una fetta di toma di Lanzo alta due dita; al posto del solito Hot Dog il Me Tabui (che qualcuno suggerisce di chiamare Me Bobi) fatto con un biciuìan (o sfilai ino), venti centimetri di sal¬ siccia e una buona dose di Rubra (da quando in qua si chiama Ketcup?). E poi il Me Enel, panino con il tornino elettrico, il Me Moncalé con la famosa trippa, il Me Ceva, con la frittata verde, il Me Carmagnola, a forma di peperone e il Me Santena, con la sua inconfondibile polpettina di asparagi. Ma il vero re dei panini veloci di Me Beppe's sarà l'ineguagliabile e leggerissimo Me Alito: una buona biova intrisa di bagna caoda e imbottita con cardi gobbi di Nizza e tapinabò. Per Stianto riguarda invece il nome a assegnare al panino aUe acciughe verdi si bandirà un concorso tra i consumatori americani: chi troverà il nome più azzeccato vincerà una vancanza premio a Crevacuore o un viaggio immaginario sulla monorotaia di Italia *61. Bevanda ufficiale, servita in grandi bicchieri di carta color vinaccia muniti di tappo e cannuccia, sarà la Bar-Cola, bevanda gassata al gusto di barbera che, consumata in quantità, determina evidenti effetti di barcollamento; per i più esigenti sarà comunque disponibile l'immancabile Me Tamarindo. Per la ristorazione rapida si apre quindi una nuova era; è ora che i sani e dietetici cibi piemontesi partano alla conquista dell'America. In questa operazione Beppe vede un solo rischio, quello che gli statunitensi si innamorino a tal punto della cucina subalpina da spacciarla come propria così come già sta accadendo con la pizza (una multinazionale dell'alimentazione sta infatti vendendo anche in Italia, Napoli compresa, la American Pizza, roba da matti); se i Me Beppe's Restaurant avranno successo, tra un paio d'anni gli americani potrebbero girare per Torino affermando che gli agnolotti con il plin sono stati inventati a Chicago. E nel caso i torinesi non fossero d'accordo? Bombe. Alessandro Perissinotto

Persone citate: Paracchi, Zero Beppe