IL COTTOLENGO IN FESTA
IL COTTOLENGO IN FESTA IL COTTOLENGO IN FESTA Venerdì 30 si commemora il fondatore della Piccola Casa VENERDÌ' 30 aprile è festa grande al Cottolengo: la cittadella della solidarietà «si ferma» per una giornata. E tutti, assistiti, volontari, religiosi interrompono l'abituale attività, per ricordare con grande solennità, il loro Fondatore, San Giuseppe Cottolengo. Sono previsti vari momenti liturgici: alle 6, le Lodi e la messa per i religiosi, alle 8,30 quella per gli alunni dell'elementare e media del Cottolengo, nel pomeriggio il rosario e i vespri, presieduti dall'ausiliare Pier Giorgio Micchiardi e la messa celebrata da mons. Piero Giachetti, vescovo emerito di Pinerolo, animata dalla corale «Adolfo Widmann». Il culmine della festa sarà tuttavia, alle 10, la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall'arcivescovo Giovanni Saldarmi nella chiesa del Cottolengo, alla quale assistiti, volontari, religiosi, sanitari interverranno in massa, quale momento più solenne ed intenso di tutte le celebrazioni. In preparazione alla «Festa del Cottolengo» c'era stata, sin dal 21 aprile (e fino al 29),la novena preparatoria: tutti i giorni, alle 20,45. al termine della giornata di attività, si erano infatti succedute le adorazioni eucaristiche e l'omelia di don Roberto Provera, che aveva indugiato soprattutto sugli aspetti salienti della vita del Fondatore ricordando anche un episodio dell a terribile esplosione avvenuta il 1 852 nel vicino Arsenale che «per miracolo», attribuito in seguito a Ilo stesso Cottolengo, non aveva provocato vittime (L'episodio, per la cronaca, è anchei commemorato in una lapide all'ingresso principale della «Piccola Casa» sormontata da un dipinto ovale dell'epoca) Ricorrente ormai da un'ottantina d'armi, la Festa del 30 aprile, è significativa due volte: perchè il 30 aprile del 1842 il Cottolengo morì (era nato nel 1786, a Bra). E perchè in quella stessa data, nel 1917, Benedetto XV lo proclamò beato (santo lo divenne nel 1934, giorno di S. Giuseppe, come anch'egli si chiamava), sottolineando in particolare, il suo profondo senso di amore per il prossimo e di solida - rietà, a fronte delle crudeltà della guerra allora in corso. E' quindi naturale che da un'ottantina d'anni a questa parte, in occasione della Festa, ci si interroghi sugli sviluppi dell'opera avviata dal Fondatore. Il Cottolengo, oggi, non è solo un nome che cementa tante «Famiglie» (noi li chiameremmo più sbrigativamente reparti, con circa 600 assistiti a Torino) che il Santo volle attribuire a quelli che ai suoi tempi nessuno voleva e oggi in qualche caso ancor «non vuole», eccetto ovviamente i sacerdoti e i religiosi, i volontari (almeno 1400), immenso serbatoio di solidarietà e i sanitari: 3 mila persone, solo nella Casa madre di Torino. Il Cottolengo, oggi è anche un ospedale (di cui è ben nota l'efficienza nel ben noto panorama della sanità), sono le iniziative in terra di missione ed una tavola comune di almeno 300 diseredati, che quotidianamente cercano in quel piatto di minestra un filo di sopravvivenza in una società non proprio amica. Per loro la Festa sarà costituita da una piccola prelibatezza alimentare, una fetta di torta, un dolce, un bicchiere di spumante... qualcosa insomma che sia segno di festa anche «per la carne». Mentre le tante «Famiglie» del Cottolengo, a seconda del livello di handicap, dell'età, dei componenti della «Famiglia» stessa, festeggeranno ciascuna, a proprio modo.con balli, canti, tombolate, giochi, il ricordo di quel sacerdote che quasi 200 anni fa si chinò su di loro, fiducioso com'era nella loro intatta dignità di uomini e di donne. Massimo BoccaletU NeU'immagine, un ritratto di San Giuseppe Cottolengo
Persone citate: Adolfo Widmann, Benedetto Xv, Giovanni Saldarmi, Pier Giorgio Micchiardi, Piero Giachetti, Roberto Provera, San Giuseppe Cottolengo
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