LA SFIDA DELLA TRADUZIONE di Fernanda PivanoGiuseppe Culicchia

LA SFIDA DELLA TRADUZIONE INCONTRI LA SFIDA DELLA TRADUZIONE Seminario con Sepùlveda all'Accademia delle Scienze TEMPO fa ho avuto la fortuna di intervistare Fernanda Pivano. Naturalmente abbiamo parlato del suo lavoro di traduttrice. E di come spesso le sia capitato di conoscere di persona gli autori dei libri a cui stava lavorando. Hemingway si è sempre rifiutato di aiutarla. Non c'era modo di chiedergli spiegazioni su ogni singola parola. Insistere era mutile. Dapprima si irrigidiva soltanto. Poi si arrabbiava. Ginsberg invece faceva del suo meglio per rendersi utile. Lei gli scriveva o gli telefonava e lui era sempre disponibile, cordiale. Mestiere duro quello del traduttore. Me ne sono reso conto davvero soltanto quando a Monaco ho conosciuto Peter Klòss, l'Ùbersetzer - lassù i traduttori si chiamano così - cui la casa editrice tedesca ha affidato la traduzione dei miei libri. Giusto il tempo di presentarci e stringere la mano: poi mi ha subito chiesto che cosa diavolo fossero le «zeppe da zoccola». A quel punto ho capito che nel mio piccolo, pome si dice, dovevo prendere una decisione: o irrigidirmi alla Hemingway - e magari anche arrabbiarmi - o tentare di dargli una mano, sull'esempio di Ginsberg. «Lo zoccolo non è quello degli asini e cavalli?» mi ha chiesto il traduttore. Ho pensato che sarebbe stato meglio aiutarlo. Complicandomi oltremodo quello che fino a quel momento era stato un piacevolissimo soggiorno germanico. Confesso di essere partito male: chissà perché, dal sughero. Gli ho spiegato che da noi, negli Anni Settanta, le zeppe da zoccola erano in genere di quel materiale. Lui mi ha risposto: «Strano. Qui in Germania col sughero facciamo i tappi di bottiglia». Va bene, gli ho detto: la prima volta che vieni a Torino, ti porto al mercato di Porta Palazzo e ti faccio vedere un paio di zeppe da zoccola. Naturalmente scherzavo. Lui è venuto davvero. Appena arrivato mi ha detto: ((Andiamo a Porta Palazzo?». Con sé aveva la traduzione di tutto il romanzo. Gli ho voluto dare un'occhiata. C'era un unico spazio bianco. Indovinate dove. Siamo subito usciti di casa, diretti al mercato. Lì, all'incrocio tra corso Regina Margherita e corso Giulio Cesare, ho scoperto che le zeppe da zoccola con la suola di sughero non le vendono più. Probabilmente dagli Anni Settanta. Herr Klòss mi ha sussurrato: «Te lo avevo detto. Col sughero si fanno i tappi di bottiglia». Ho concluso che Ginsberg era un sant'uomo, e che Hemingway aveva ragione. Mestiere duro, quello del traduttore. Giuseppe Culicchia Dal 4 (ore 15) all'8 maggio, all'Accademia delle Scienze, (via M. Vittoria 3), I ° Seminario di traduzione letteraria del Collegio traduttori Grinzane Cavour Luis Sepùlveda (nella foto) incontra i suoi traduttori italiano, inglese e tedesco.

Persone citate: Ginsberg, Hemingway, Herr, Peter Klòss

Luoghi citati: Germania, Grinzane Cavour, Monaco, Torino