Storie d Cittài di Bruno Gambarotta

Storie d Cittài Storie d Cittài t Bruno Gambarotta Hi O scoperto che un amico, titolare di una farmacia situata in un popoloso quartiere di Torino, tiene un registro segreto dove annota le stranezze, le curiosità e le richieste insolite della variegata clientela che ogni giorno approda davanti al suo bancone. Dopo un lungo corteggiamento sono riuscito ad avere il permesso di gettare uno sguardo alle pagine del suo librone e a trascrivere qualcosa. Una doverosa premessa: tutti noi parliamo un italiano lussuoso, usando termini che ci arrivano per via orale; il fenomeno si accentua quando ci addentriamo in campo medico e farmacologico e la relativa terminologia ci arriva dalle frettolose parole di un medico, da trasmissioni televisive o semplicemente dai racconti di altre persone. Può capitare a chiunque di chiedere in farmacia «un Una Tantum collutorio» oppure «una pomata contro l'Irpef», che magari esistesse veramente. C'è spazio per l'autodiagnosi: «Ho l'ugola più lunga del solito!». «Ho la testa che mi macina sempre». «Io quando ci ho la febbre non ce l'ho con il termometro, ma ho la febbre delle ossa che tremano e il dottore mi ha detto che così è brutto». «Ho un mal di testa da dare i numeri! Ogni tanto mi viene l'artrosi galoppante». Ci sono le curiosità: «Dottore, le coronarie sono le vene che si chiudono?». «Ma questo peso è con i vestiti?». Oppure: «La macchina per pesarsi è già scaldata?». «Le gocce per le orecchie si mettono prima o dopo mangiato?». «Lei sa se al Cottolengo c'è un dottore generico, non so, magari un dottore in medicina?». «La sindrome della verticale (cervicale, n.d.r.) può dare sintomi a livello di dolore?». «La psoriasi è ereditiera?». «Ma questo sciroppo non è mica piccante? Perché non mi piacciono le cose piccanti». Il farmacista è un amico che ti sta ad ascoltare, a differenza del medico di base che ha sempre fretta. I clienti sono riconoscenti: «Questa è una farmacia brava che mi dà tutto, con questa malattia cagamina e 'sto tempo puzzone!». «Le bustine che mi ha dato per le coste (dolore al costato) vanno bene e anche il voltaggio è buono». (Il «voltaggio» sarebbe il Voltaren). Con il farmacista c'è confidenza: «Sono andato dal dottore per la bronchite e mi ha consigliato di fumare cinque sigarette al giorno, ma dopo una settimana non mi sento meglio». «Quante sigarette fumava prima?». «Nessuna!». «Li vede questi denti? Non sono miei e siccome non sono miei provano ad uscire dalla bocca. Non è che ha un collante così se ne stanno tutti buoni, fermi e dentro?». Ci sono poi le richieste imperative: «Mi scriva sulla ricetta che è ripetente!». «Mi dia delle fiale anti capello, anzi anti capello caduto!». «Vorrei un deodorante in spray intimo da mettere sotto le ascelle». «Ho i tacchi induriti, mi dia una pomata!». «Mi dia un bagnoschiuma, ma senza ph!». C'è chi, per curare la tosse, vuole fare l'eurosol e chi si accontenta di un semplice sciroppo ma precisando: «E' una tosse normale, non accatarrata». Nel gergo dei tossici la siringa è la «spada»; uno di loro entra in farmacia e chiede «un fioretto!». «Io voglio un qualcosa perché quando tosso mi faccio la pipì addosso». «Vorrei un tubo di maionese» è una richiesta che sta per «magnesia San Pellegrino». «Ha qualcosa per i piattoni?», che sarebbero poi le piattole. «Per mie ovvie ragioni ho fatto tante radiografie. Lei mi può dare delle pastiglie per scaricare i raggi magnetici?». Se una cliente chiede «un collutorio per gli occhi arrossati», in realtà vuole dire un collirio. Le «supposte di penicel- lina Carlo Erba» sono naturalmente di glicerina. Così come la crema «Follie» per le scottature è il Foille, e il «Culident» è un Kukident, il «Brocionello» il Bronchenolo, il «Benefico inverno» il balsamico inverno, la «Diogermina» l'Enterogermina. Ma in questi casi la colpa è delle case farmaceutiche che battezzano con nomi folli i loro prodotti. C'è anche chi parcheggia l'auto nella zona blu e poi entra in farmacia per comprare «un fard dell'Atra». C'è anche il fortunato titolare di un harem che vuole comprare «un Viagra da 50 centimetri cubici da fare per flebo». Moltissime sono le richieste di «fiale o di punture per far ricrescere i capelli» e, dopo quella del Viagra, sta per abbattersi sulle farmacie l'onda d'urto di coloro che vorranno comprare a tutti i costi le miracolose pastiglie che sciolgono i grassi, poiché quella del peso è un'altra delle ossessioni del nostro tempo. Per trasformare l'ossessione in una ragionevole attenzione per la salute, l'operazione «Farmacia Amica» promossa dall'associazione dei titolari di farmacia lancia la campagna del peso, per cui i prossimi mesi ci si potrà pesare gratis e avere informazioni sul proprio peso forma e sul modo per raggiungerlo. Concludiamo questa breve rassegna con due perle di saggezza distillate dai clienti della farmacia: «Se gli affari vanno male il corpo non deve patire» e, grandiosa nella sua semplicità: «Siamo nati per morire».

Persone citate: Carlo Erba

Luoghi citati: Torino