Scrittore ti voglio parlare

Scrittore ti voglio parlare Scrittore ti voglio parlare di Giuseppe a CARO Scrittore ti voglio parlare, e per prima cosa ti voglio chiedere il motivo, ma soprattutto PEEERCHEEE', non hai pubblicato quella letterina tanto simpatica firmata «Karma Polke». Una mia amica mi ha detto che forse la sopracitata lettera non ci «azzeccava» molto con Torino (uso azzeccava perché fa molto specie), quindi ora cercherò di rimediare spiegandoti che cosa mi lega al capoluogo piemontese. Primo: a Torino ho frequentato il primo anno della facoltà di Agraria (anche se di fatto trascorrevo più tempo al Valentino a giocare a calcetto che in aula). Secondo: mio fratello si reca quotidianamente, o quasi, al Politecnico. Che, stando alle sue parole, è popolato da una manica di personaggi inquietanti (a proposito, tanti saluti al suo compagno di corso Mario, detto «Il Maledetto», proveniente niente popodimeno che da Soveria Mannelli CZ). Terzo: a Torino l'altra sera, fermo al semaforo tra corso Massimo e corso Vittorio, ho ammirato un tale su una Tema che, dopo essersi svuotato le narici, ha pensato bene di testare la qualità del suo prodotto assaggiandolo. E' stata una scena molto toccante, che mi ha riportato per un attimo al periodo delle Elementari, quando una mia compagna già eccelleva in questa attività. Quarto: in ultima istanza potresti pubblicare questa lette- ra per solidarietà nei miei confronti, in quanto anche io, come te, ho tenuto durante l'anno scolastico 1997/98 un corso ad alcuni studenti del Liceo «A. Monti» di Chieri, di cui sono un ex studente (forse però tu ci sei andato per una conferenza). Riccardo. P.S.: se non vedrò pubblicata neanche questa lettera ci rimarrò davvero male. Anzi citando il poliziotto Huber, potrei rimanere offeso. Caro Riccardo, figliuolo di poca fede, o forse orbo, o magari lettore saltuario del presente foglio, oppure lettore assiduo del presente foglio ma saltuario della mia rubrica, tesorino: guarda che la tua letterina simpatica è stata pubblicata altroché, così come questa, che però merita una risposta circostanziata e puntuale, ovvero. Primo: non è che, per vedere le proprie lettere pubblicate qua sopra, basti proprio solo inserire la parola «Torino» qua e là tra una frase e l'altra. Ad esempio, capisco come per te frequentare la facoltà di Agraria a Torino sia stata un'esperienza fondamentale dal punto di vista formativo: ma perché mai dovrebbe interessare gli altri lettori? Secondo: quanto ci riferisci a prò- posito di tuo fratello è già più interessante. Purtroppo però la tua descrizione dei «personaggi inquietanti» che si aggirano per il Politecnico non va più in là, appunto, della definizione «personaggi inquietanti». Un po'poco, non trovi? Quanto a Mario «il Maledetto», lo si saluta volentieri, per carità. CIAO MARIO! Però se ci mettiamo a mandare i saluti come in radio, pretendo anche le dediche. Tipo «volevo dedicare a Tizio questa lettera perché oggi è il suo onomastico» oppure «volevo salutare anche la zia Pina che sta a Coassolo» e cose del genere. Terzo: Non ho mai guidato una Tema. Quarto: beato te che al «Monti» hai tenuto un corso: io non ho mai tante cose da dire, per cui mi limito alle conferenze. Possibilmente su me stesso, così almeno non sbaglio le date. P.S.: Spero che qualcuno ti faccia vedere questa pagina di TorinoSette, di modo da non ricevere una tua terza missiva offesissima e magari vendicativa. Però se vuoi saivermialtrofaipure. Ciao. Caro scrittore ti voglio parlare, sbaglio o nei giorni scorsi ho letto sui giornali che, testuali parole, «i Torinesi dovranno abi¬ tuarsi sempre più a fare riferimento all'aeroporto di Malpensa 2000»? Purtroppo sono costretta a viaggiare in aereo molto spesso per motivi di lavoro, e l'idea di fare riferimento a un aeroporto tanto scomodo e lontano non mi alletta per nulla. Naturalmente non sono la sola a pensarla così, e mi chiedo come si possa ipotizzare un «rilancio» della nostra città - anche da un punto di vista turistico - alla luce di tali sviluppi. Com'è possibile che Torino venga inesorabilmente penalizzata persino per ciò che riguarda servizi tanto necessari? Una avio-pendolare insoddisfatta. Cara Avio-pendolare insoddisfatta, pur spostandomi soprattutto in treno non posso fare altro che condividere le tue preoccupazioni. Quello della Torino «inesorabilmente penalizzata» è uno dei tanti stereotipi che con gli anni si sono radicati eccetera eccetera. Purtroppo non di rado se certi stereotipi si radicano eccetera eccetera una qualche ragione c'è. Così come per quanto concerne i servizi offerti dalle nostre mirabili Ferrovie dello Stato, speriamo che un sano regime di concorrenza con le compagnie aeree straniere migliori le cose. Certo la soluzione migliore sarebbe pur sempre quella di imparare lo svizzero e trasferirsi tutti quanti a Zurigo: ma si sa. in Svizzera tutto funziona. Che noia.

Persone citate: Coassolo, Huber