Amazing Blondel

Amazing Blondel Amazing Blondel Sabato 1° maggio al Centro sportivo culturale di Ferrerò (ore 21,15, ingresso IO mila lire) concerto degli Amazing Blondel per il cartellone di «Cantavalli», rassegna itinerante di musica popolare nelle valli Chisone e Germanasca organizzata dall'associazione «La Cantarana» di Pinerolo. Informazioni al numero 0121/802.515 (orario d'ufficio). UNA volta era tutto più semplice. Un complesso nasceva, svettava, si scioglieva e nessuno ci pensava più; era durato quel ch'era durato, aveva raccolto quanto possibile, avanti un altro. Naturalmente qualche fan che piangeva si trovava sempre: ma era nella norma, serviva a far statistica e a perpetuare la leggenda che «non si fan più i dischi di una volta». Ora è diverso. La musica moderna e la discografia hanno eliminato il concetto di «fine», così che oggi i complessi praticamente non si sciolgono più, continuano a esistere e si ammassano, facendo somigliare la scena rock e pop a una specie di torta millefoglie, a strati: sotto la techno c'è il grunge, sotto il grunge la new wave Anni Ottanta, sotto ancora il progressive Settanta, sotto sotto Little Tony e qualche ex ventenne di 40 anni fa cioè, se l'aritmetica non è un'opinione, 40+20=60. Tutti insieme appassionatemente. La colpa naturalmente è di Internet. Grazie ai potenti mezzi della Rete, infatti, ogni artista che in passato ha avuto una qualunque parvenza di successo può controllare in tempo reale lo stato della sua popolarità planetaria: e una volta che ha trovato tre o quattrocento orfanelli del suo adipe e dei suoi vecchi dischi, nessuno lo fermerà più dal pubblicare un disco di «ritorno» e, naturalmente, un tour. Quindi, respirate forte e pensate a un complesso qua- lunque, anche minimo, di un sotto genere di tanti anni fa. Esagerate, frugate tra i ricor- di più improbabili e assurdi, B£ sono ancora jn circolazio- ne, e in qualche pub vicino a casa vostra. Anche gli Ama- zing Blondel? Ma sì, anche loro. Ma no! Ma sì! Erano vecchi già da giovani, anzi, decrepiti, pensate che derivavano da un complesso chiamato Matusalemme. Ebbero il loro momento di notorietà fra il 1970 e il '72, quando pubblicarono ben quattro dischi sull'onda del folk revival inglese. Solo che gli album di quel genere di solito si rifacevano alla musica popolare mentre i Blondel avevano una predilezione per l'aristocrazia, per i brani di corte, e giocavano a immaginarsi a Palazzo Reale un giorno del 1600, a dilettare Sua Maestà con liuto e dulcimer. Ora, mentre lo ricordo mi viene il groppo in gola. Ma ve li immaginate i «ragazzi ribelli» del '72 che passano i loro pomeriggi ad ascoltare tre signori vestiti come in un quadro di Rembrandt che suonano strumenti da museo della musica? Quanti anni sono passati: un milione? Queste cose accadevano quando non c'erano i computer, Internet e videogiochi, e la televisione era ancora in bianco e nero; e solo per questo vertiginoso straniamento, per questo triplo salto mortale all'indietro in un tempo che non tornerà più credo che vedere gli Amazing Blondel live '99 sia un'esperienza. Immagino lieti quadretti familiari, genitori con figli curiosi al seguito; e i tre famosi, «quei tre», che li accolgono sulle inevitabili note di «Fantasia Lindum», che non è solo il titolo del loro brano e album più famosi ma una specie di parola in codice, un segnale per far capire a che tribù si appartiene. Riccardo Bertoncelli Amazing Blondel Foto d'ej>oca degli Amazing Blondel / I (oggi nonno meno capelli: ricordiamoli così...)

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