In rotta con le stelle

In rotta con le stelle In rotta con le stelle E anche & LE stelle hanno da sempre rivestito ruoli diversi; il loro fascino cambia se si guardano con potenti telescopi per motivi di ricerca, o se a guardarle sono semplici occhi incantati dal loro mistero; ma se a guardarle sono gli occhi di un navigatore, allora la loro presenza è quella di un fedele amico, segnalatore di direzione, bussola sicura che dirige verso la meta. Ma a viaggiare non solo l'uomo; anzi, potrentìno dire che, anche se ci spostiamo spesso, siamo tra gli «animali viaggianti» meno dotati del senso di orientamento. Tanti animali, soprattutto appartenenti all'ordine degli uccelli, devono compiere ogni anno lunghissimi viaggi per raggiungere aree dove riprodursi, o tornare in quelle che li ospitano nei periodi invernali. Il problema di quale bussola adoperino i migratori diurni è stato oggetto di svariate ricerche e il principale, ma non solo, indiziato è sicuramente il Sole, che con il suo apparente movimento da Est ad Ovest è sempre stato preso come punto di riferimento totalmente affidabile. Ma certi uccelli preferiscono viaggiare di notte, e per i migratori notturni la situazione si complica. In assenza di un punto così facilmente osservabile come il Sole, su cosa basano la loro percezione della rotta da seguire questi grandi maratoneti? A questa domanda il primo che ha cercato di dare una risposta è stato uno zoologo tedesco, G. Kramer, che negli Anni 50 ha analizzato durante il periodo della immigrazione autunnale, il comportamento di alcuni uccelli che migrano di notte, scoprendo che tali uccelli non mostravano un corretto orientamento se la volta stellare veniva loro celata. Ma la grande innovazione sulla metodologia di studio è stata apportata da un altro ricercatore, F. Sauer, che utilizzò come scenario per i suoi esperimenti un planetario. In questo modo l'uomo poteva fare ciò che in natura non gli è concesso: cambiare l'ordine delle cose, cambiare la sistemazione delle stelle, variare il moto stellare. Grazie a questi studi e a quelli condotti successivamente da Emlen con il ministro (Passerina cyanea), piccolo passeriforme americano, si capì che questi migratori notturni adoperano le stelle come indicazione di rotta, ossia come segnale di direzione dello spazio rispetto ai poli. Può sembrare facile, ma non lo è assolutamente almeno per quanto riguarda l'aspetto della volta stellare che cambia durante la notte, varia con le stagioni, e con la longitu- dine a cui si trova l'osservatore. Allora gli uccelli cosa «vedono» nelle stelle, che cosa prendono come punto di riferimento? I vari esperimenti condotti sul ministro, hanno dimostrato che quel che conta, per il migratore notturno, nella volta celeste è il rapporto spaziale fra certe costellazioni. Nel primo periodo di vita precedente alla migrazione, il ministro impara la posizione e la forma delle costellazioni circumpolari, impara a ricono¬ scere il rapporto spaziale tra la Stella Polare e le costellazioni principali vicine ad essa, quali Cassiopea, l'Orsa Maggiore, Cepheus. Queste costellazioni hanno la caratteristica di possedere una minor velocità lineare rispetto a quelle lontane dal centro di rotazione. Imparano così la rotazione della volta celeste e laconfigurazionedelle costellazioni circumpolari, e quando saranno pronti per il loro primo viaggio migratorio, verso Sud, basterà che intraprendano il viaggio seguendo la direzione opposta a quella del centro di rotazione della volta celeste. A questo punto le difficoltà del viaggiare di notte sembrano risolte, ma non è così; durante un percorso così lungo può capitare che una sera lo spettacolo del cielo stellato sia oscurato da un sipario di nuvole; inoltre, spostandosi sempre più verso Sud, le costellazioni note si avvicinano sempre più al¬ l'orizzonte, abbassandosi fino quasi a scomparire sostituite da nuove costellazioni. Per i nostri amici navigatori perdere la rotta o aspettare che le stelle ricompaiano da dietro le nuvole, varrebbe dire un dispendio di energie ed un ritardo sui tempi di arrivo insostenibili e quasi sicuramente fatale. Viene allora in soccorso un altro sistema orientante posseduto da svariati animali e utilizzato spesso come ausilio in situazioni di emergenza: la «bussola» magnetica. In questo modo, aiutati grazie a «sensori» biologici anche dal campo magnetico terrestre, sia se sono viaggiatori diurni e utilizzato il sole, sia se sono viaggiatori notturni aiutati dalle stelle, riescono a compiere viaggi di migliaia di chilometri e anno dopo anno ci sorprendono con quel meraviglioso fenomeno chiamato migrazione. Monica Mazzotto •+ • « ' ' h ..X"-jo / pP^ E se il cielo e nuvoloso, funziona una specie di bussola magnetica pP^ E se il cielo e nuvoloso, funziona una specie di bussola magnetica

Persone citate: Monica Mazzotto, Sauer