Un'arma contro la sclerosi
Un'arma contro la sclerosi INTERFERONI Un'arma contro la sclerosi DA oggi c'è un'arma in più per affrontare la sclerosi multipla, una grave malattia invalidante che colpisce i giovani adulti tra i 20 e 40 anni (50.000 soggetti sofferenti in Italia, 450.000 in Europa, soprattutto al Nord). E'disponibile infatti l'interferone beta lYa ricombinante, un farmaco che rientra nella categoria degli immunomodulatori, le sostanze che modificano la risposta dell'organismo alle infezioni virali. Secondo lo studio pubblicato su «The Lancet» (560 pazienti di 3 continenti) il trattamento è possibile nei soggetti colpiti da forme recidivanti e intermittenti (attacchi acuti seguiti da remissioni) con un punteggio Edss (Expanded Disability Status Scalei fino a 5. La Edss è una scala che valuta le funzioni neurologiche del malato da 0 a 10. In realtà, una causa certa non è ancora stata identificata per la sclerosi multipla. Tuttavia si è visto che in questi soggetti il sistema immunitario attacca erroneamente la mielina, la guaina che avvolge le fibre nervose e che permette la trasmissione degli impulsi elettrici dal cervello alle altre parti del corpo. In altre parole, nel malato di sclerosi multipla, l'apparato difensivo non riconosce piti la mielina, questo normale elemento dell'organismo: l'errore determina un'abnorme risposta immunitaria che si traduce in un processo infiammatorio di tipo degenerativo che provoca le caratteristiche lesioni a placche. Quando le fibre nervose perdono la mielina, la trasmissione degli impulsi viene ostacolata e nelle situazioni più avanzate addirittura bloccata. I campanelli di allarme sono: debolezza, affaticamento, disturbi della sfera sensoriale (formicolio), problemi muscolari (movimenti lenti e incerti, tremore, spasi icità), perdita dell'equilibrio. Una lesione del nervo ottico può causare disturbi alla vista; una lesione del midollo spinale può creare alterazioni motorie. Oggi la diagnosi è facilitata dalla Risonanza Magnetica e dai dati di laboratorio (esame del liquido cerebro-spinale). Gli interferoni sono un gruppo di glicoproteine endogene (citochine), scoperte alla fine degli Anni 50, in grado di modificare la risposta dell'organismo alle infezioni virali. Grazie all'ingegneria genetica è possibile ottenerli da cellule di mammifero (beta lYa) e da cellule batteriche (beta 1 Yb) in forma altamente purificata. Solo l'interferone beta 1 Ya è equivalente a quello prodotto dall'organismo, il che implica una maggior tollerabilità. I più comuni effetti indesiderati sono paragonabili ai sintomi della sindrome influenzale di lieve entità (dolori muscolari, brividi, febbre, cefalea). Le connessioni esistenti fra il sistema nervoso, il sistema immunitario, il sistema endocrino sono state descritte per la prima volta da Rita Levi Montalcini, premio Nobel 1986. Dalla scoperta del fattore di crescita nervoso NGF è iniziata una cascata di ricerche sempre più interessanti, fra cui i nuovi studi sulla sclerosi multipla. Sino a ieri questa malattia poteva avvalersi solamente di farmaci sintomatici. Il nuovo farmaco riduce il numero delle ricadute e rallenta significativamente la progressione della disabilità, consentendo ai pazienti una miglioro qualità di vita. Per i vantaggi a lungo termine e i trattamenti delle forme più gravi, bisognerà attendere le future indagini. Renzo Pollati
Persone citate: Renzo Pollati, Rita Levi Montalcini
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