Chi dovrà decidere sulle nuove specie?
Chi dovrà decidere sulle nuove specie? ORGANISMI TRANSGENICI Chi dovrà decidere sulle nuove specie? Nel2050 bisognerà nutrire otto miliardi e mezzo di persone LE conquiste della genetica applicata alla biotecnologia, hanno reso l'uomo creatore di nuovi organismi (transgenici o modificati), sia nel regno animale, sia nel regno vegetale. Il miglioramento delle specie, quindi, non dipende più esclusivamente dal «caso» o dalla «necessità», come Jacques Mono! ci aveva insegnato, ma può essere frutto deff'intervento scientifico dell'uomo. Un intervento rivolto a nutrire entro l'anno 2050 otto miliardi e mezzo di uomini e a provvedere alla loro salute. Questa strabiliante possibilità della ricerca pone un grave problema all'intera umanità. Chi dovrà decidere sulla programmazione di nuovi organismi transgenici o parte di essi per il futuro benessere dei viventi? E' noto che alcune multinazionali già producono organismi transgenici utili alle esigenze sociali. Le ricerche svolte da queste aziende, che sono in concorrenza serrata, risultano riservate, di parte, e sottratte alla critica di altri ricercatori . Ciò comporta un grave fimite alla scienza, la quale richiede trasparenza e discussioni aperte. Le stesse società possono monopolizzare il mercato anche per tempi lunghi, offren- do prodotti biotecnologici non accessibili a tutti. Per illustrare queste nuove responsabilità è necessario approfondire i vantaggi e gli svantaggi che provengono dall'utilizzo di organismi modificati dopo il trasferimento di un gene; ossia di un segmento di Dna inserito in un vegetale o in un animale per ottenere mutazioni utili all'uomo. Il nostro esame, per ragioni di spazio, si limita ai vegetali modificati; citiamo alcuni esempi vantaggiosi: piante transgemche che diventano resistenti ai parassiti fitofagi, oppure immuni dall'azione degli erbicidi che combattono le malerbe. Questi parassiti e le piante infestanti riducono generalmente la produzione agricola. Si possono inoltre ottenere frutti che presentano una maturazione controlla¬ ta, senza subire marcescenze o cali di peso. Alcuni svantaggi relativi alle piante transgeniche: la variabibtà della resistenza agli erbicidi in alcune specie transgeniche non garantirebbe pienamente il risultato desiderato; la possibile trasmissione naturale del gene resistente agli erbicidi in piante infestanti, così da provocare una nuova resistenza agli erbicidi, proprio in quelle piante che dobbiamo combattere. Inoltre la scelta di specie sempre più produttive (transgeniche o no) riduce il numero di piante coltivate dall'uomo e ciò può comportare la perdita di specie vegetali che sono utili all'agricoltura futura. Questi problemi e altri ancora devono essere illustrati a tutta la comunità umana perché ne diventi consapevole. Bisogna considerare che la scienza non è infallibile e le scelte dell'uomo non presentano mai un rischio zero. Chi non affronterà il futuro biotecnologico potrà provocare una grave crisi annientare all' umanità entro l'anno 2050. Oggi è indispensabile diffondere le conoscenze sulle piante transgeniche e riteniamo che siano particolarmente competenti i laureati in scienze agrarie e in scienze forestali. Essi dovranno svol¬ gere un'azione di sperimentazione e soprattutto di divulgazione di questi risultati. Questi professionisti sono in possesso di una cult tira interdisciplinare, specializzata nel settore agricolo, che spazia dal terreno alla coltivazione dei vegetali stessi. La loro competenza / servirà alla piena consapevolezza dell'uomo nell'impiego delle biotecnologie per i futuri bisogni dell'umanità. Perchiudere, una segnalazione: dal 6 all' 11 giugno a Torino, Villa Gualino, si terrà un corso teoricopratico sul tema «L'ingegneria genetica nelle piante di interesse agrario». Augusto Marchesini Gustavo Vaccaneo Associazione Dottori in Agraria e Scienze forestali ni eo ori ia ali Molte ricerche di multinazionali sono segrete e inaccessibili agli scienziati
Persone citate: Augusto Marchesini, Gualino, Jacques Mono, Vaccaneo
Luoghi citati: Torino
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