Sarà il millennio deIla sete
Sarà il millennio deIla sete NEL 2000 UNA CRISI MONDIALE Sarà il millennio deIla sete L'acqua è sempre di più una risorsa strategica rìelìaTe UASI tutti sanno che l'acqua ricopre il 70 per cento della superficie ""erra. Spesso però ci si dimentica che il 97 per cento del suo volume ha un contenuto salino troppo elevato per un corretto uso industriale, alimentare ed agricolo. L'acqua dolce rappresenta infatti meno del 3 per cento del totale; per di più è raccolta, praticamente inutilizzata e inutilizzabile, per un buon settanta per cento nelle calotte ghiacciate dei Poli, nelle falde sotterranee e nei ghiacciai. Le acque superficiali realmente utilizzabili, - fiumi, bacini idrici e laghi - rappresentano meno dell'uno per cento del totale. Un'inezia. Benché questi dati si imparino fin dalle scuole elementari, ben pochi, specialmente in Europa, dove l'acqua è tutto sommato una risorsa relativamente abbondante, riflettono sull'importanza della disponibilità idrica. L'acqua di falda, infatti, non è una risorsa rigenerabile all'infinito. La maggior parte dell'acqua piovana infatti evapora formando le nuvole, mentre solo il 25 per cento penetra nel suolo rifornendo falde e acque di superficie. Già nel 1995 la Banca Mondiale lanciò l'allarme affermando che la Terra si trova da tempo sull'orlo di una crisi idrica gravissima. Oggi ben ottanta Paesi, equivalenti al 40 per cento della popolazione mondiale, sono in condizioni di penuria d'acqua, ovvero con una disponibilità inferiore ai 1000 metri cubi per abitante all'anno. Inoltre almeno tre miliardi di persone non dispongono di ^.adeguati sistemi di depurazione idrica. Per il futuro le proiezioni delineano scenari anche più preoccupanti: nei prossimi dieci anni le risorse prò capite si ridurranno del 30 per cento in Egit^,^e^^0^in Nigeria e del I li velli delle falde acquifere in India e in Cina si abbassano a un ritmo di 1,5/3 metri all'anno, mentre gli indici di salinità delle acque sotterranee aumentano di 15-20 mg/1 (milligrammi per litro) ogni 12 mesi. Si calcola che più del 70 per cento dell'acqua contenuta nelle falde raggiungerà presto concen- trazioni superiori ai 500 mg/1 contro un massimo previsto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità di 250 mg/1. Oggigiorno già l'otto per cento della popolazione della Terra soffre di scarsità d'acqua e quasi un terzo degli.j^b^tejiti vive in condizioni di insufi'iciertzaidrica. Due miliardi di persone non hanno accesso diretto ad acque potabili. Ogni anno circa 5-10 milioni di individui muoiono per cause idrosanitarie dirette e 30 milioni per effetti direttamente riconducibili alla scarsità idrica. Questo è il quadro preoccupante delineato da più di 80 esperti, professori e ricercatori, riunitisi il 12 e il 15 aprile scorsi a Villa Olmo a Como, durante il convegno «Sicurezza dell'acqua nel Terzo Millennio: Paesi Mediterranei verso una gestione comune» organizzalo dal Landau Network Centro Volta di Como. «I consumi mondiali d'acqua sono aumentati di più negli ultimi 40 anni che nel corso dei tre secoli precedenti - afferma nella sua relazione il professor Martellini, segretario generale del Landau Network -, L'uso di acqua è triplicato a partire dalla metà di questo secolo. Il prosciugamento di numerosi bacini e fiumi, nonché l'abbassamento delle falde, testimoniano l'impossibilità delle risorse idriche di tenere il passo con l'aumento della domanda: le popolazioni crescono a dismisura e le città esplodono. E' la legge di Malthus - Falkenmark che predice un raddoppio della popolazione ogni 20 anni e un conseguente omologo aumento del fabbisogno idrico. «Non solo. Lo sviluppovdell'industria e dell'agricoltura contribuisce ad aumentare enormemente il consumo d'acqua. Più tentiamo di accrescere il benessere economico, maggiori quantità d'acqua consu¬ miamo e peggio staremo tra vent'anni». E' un circolo vizioso da cui ò possibile uscire soltanto con migliori tecnologie e specifica educazione al consumo. Di questi tempi l'agricoltura preleva ben il 70 per cento delle risorse idriche; il settore energetico il 22 per cento mentre l'alimentazione e l'igiene umana solo l'B per cento. In agricoltura però la dispersione raggiunge picchi del 50/60 per cento, a causa del cattivo stato delle reti di distri- buzione, dell'evaporazione, delle inefficienti tecniche d'irrigazione, del mancato riutilizzo delle acque reflue e di abitudini storiche sbagliate. La Fao ribadisce anche che il fabbisogno d'acqua, una delle risorse primarie distribuite nel mondo con maggior disomogeneità, sa- j rà sempre più causa di clivisione sociale e possibili conflitti. I 15 mila metri cubi che servono oggi ad irrigare un ettaro di riso, basterebbero a 100 noma- ! di e a 450 capi di bestiame per \ tre anni; o a 100 famiglie rurali per 36 mesi; o a 100 nuclei familiari urbani per due anni. 0 a rifornire 100 clienti di un albergo di lusso per soli 55 giorni! «L'accentramento spesso eccessivo dei sistemi di ge- j stione idrica e il fatto di eonsi- ; derare l'acqua un bene gratuito o a basso costo - spiega I ancora Martellini - aumenta lo spreco e il cattivo utilizzo delle '< risorse. Bisognerebbe trattare j l'acqua come un bene economi- , co, definendo criteri di produt- | tività idrica, priorità e ridistribuzione.» Meno di dieci Paesi al mondo si dividono oggi il 60 per ! cento delle risorse idriche: Bra- ! sile, Russia, Cina, Canada, Indonesia e Stati Uniti in testa. L'acqua potrebbe ridiventare | presto un obiettivo geostrategi- ; co, come nella guerra dei sei giorni del 1967 per l'accesso j alle sorgenti che alimentano il ; Lago di Tiberiade (che tornisce j un terzo dell'acqua dolo1 a Israele) o il conflitto tra Iran e Iraq del 1980 per il controllo del delta dello Shat al-Arab. La gestione delle risorse dipende anche dal modello di sviluppo sociale. Se e vero che 1 Paesi sottosviluppati, a causa di tecniche sbagliate o attrezzature inadeguate, usano il doppio dell'acqua necessaria ad irrigare un ettaro coltivabile pur ricavando solo un terzo del raccolto in confronto all'Occidente, è altrettanto vero ch*>alcune- popolazioni sahariane per esempio hanno creato nicchie fertili di sostenibilità idrica, le oasi, che funzionano come ecosistemi autopoietici, cioè capaci di rinnovarsi naturalmente, potenzialmente riproducibili anche su vasta scala. Davide Scagliola ■**"i«-"»»^'ir->.-.l5» ,,,..„. I DATI DEL PIANETA 4 L'acqua ricopre il 70% della superficie della Terra, èli97%è salata. 6 Del rimanente, il 70% è congelata nelle calotte polari e nei ghiacciai, o sepolta in falde sotterranee 6 Le acque superficiali utilizzabili sono meno dell'uno per cento del totale 6 La maggior parte dell'acqua piovana evapora. Solo il 25% rimane al suolo $ Nel mondo tre miliardi di persone non dispongono di adeguati sistemi di depurazione idrica, e due miliardi non hanno accesso diretto ad acque potabili. £ I livelli delle falde in India e Cina si abbassano di 1,5-3 metri all'anno, e l'indice di salinità aumenta di 15/20 milligrammi per litro ogni dodici mesi. £ Ogni anno dai 5 ai 10 milioni di persone muoiono per cause idrosanitarie dirette, e 30 milioni per cause indirette. Ottanta ricercatori hanno discusso a Como una imminente emergenza del nostro pianeta La popolazione in aumento e lo sviluppo del Terzo Mondo accentueranno la crisi idrica
Persone citate: Davide Scagliola, Landau
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