PADRE PIO SUGLI ALTARI LA RISPOSTA ALLA NEW AGE di Stefano Bartezzaghi

PADRE PIO SUGLI ALTARI LA RISPOSTA ALLA NEW AGE Parliamone PADRE PIO SUGLI ALTARI LA RISPOSTA ALLA NEW AGE nAN Giovanni Rotondo c'è un giornalista Rai che cerca e m di dare l'idea dell'affluenza l j di devoti di Padre Pio: «Pensate, si fanno le ole anche per la Madonna» (Tg-2 delle ore 13 del 27 aprile). «Ole»: un plurale azzardato per «ola», che è l'esultanza progressiva e coreografica degli spettatori sportivi. Un tripudio unanime, che preoccupa più uomini di chiesa come don Leonardo Zega che i laici. I religiosi manifestano religiosità, i laici manifestano rispetto, e poco altro. «C'è bisogno di miracolo», ci dicono tutti: la soluzione dell'enigma è che la gente ha bisogno dell'enigma. E dopo aver spiegato cosi il mistero, lo ripiegano. Ogni dubbio è inopportuno, chi li coltiva mostra di non aver capito. Vittorio Messori - che almeno parla chiaro - afferma che l'attuale successo di Padre Pio è il trionfo dell'inattualità, della Chiesa appunto priva di dubbi, cui Messori beninteso plaude, e che Padre Pio è una «meteora del Medioevo». La vera New Agesarà una confortante New Middle Age: che sollievo, che sollievo è tornato il Medioevo. In attesa di un san Padre Pio si inventano siglette: Padre Pio spa, www.padrepio.com. Padre Pio hi tedi. Padre Pio ed min, e Padre Pio pop, moltiplicato vvarholianamente in immagini e immaginette, Si può archiviare tutto assieme alla paccottiglia kitsch che prolifera sempre attorno ai cardini dell'immaginazione popolare (ma i miliardi? gli ospedali?). Si può consegnare al folklore persino la (ben più inquietante) massa di vip affluenti, in articoli e trasmissioni televisive che sombrano fragorosi cortei di flagellanti, da Andreotti a Zeffirelli, passando per (Valeria) Marini e Mastella. Di Pietro e Rispoli, Anna Kanakis e il governatore Fazio, Pivelli e Brambilla, del resto preceduti da D'Annunzio e seguiti da Alberarli. Ma se qualche dubbio ce lo aveva persino papa Giovanni, allora non dovrebbe bastarci la spiegazione che attribuisce il successo di Padre Pio - è infatti un grande successo - alla religiosità popolare, che ha ragione per definizione. Anche la New Age risponde alla domanda di mistero, ed esprime confuse forme di religiosità popolare (che qui non ha più ragione?), contro le quali la Chiesa cattolica ribadisce la propria realtà storica, secolare, culturale, fisica prima che metafisica. «Dove si pone» Padre Pio? In mezzo? La funzione del miracolo è quella di tenere assieme il mistero e la realtà, un segno fisico della metafisica, e la capacità di Padre Pio è quella di unire, per far sperare: unire anime e immaginari, i corpi malati e i loro sogni, le intenzioni benefiche e i mezzi per realizzarle, la fisica e la metafisica. Le differenze individuali si risolvono in confessione, l'importante è non dubitare perché il dubbio divide, mentre per fare il bene e sperare in bene occorre unirsi. Lo dimostrano tutte le unioni a fin di bene: gli United States, gli United Colours, l'Unione Europea, comunione e comunismo, fino a quella simbolica unione che è la Missione Arcobaleno, uno scivolo multicolore per i soldi e, chissà, per la pace. 112 maggio, the day after (le date sanno sempre quello che fanno), l'unione sarà nelle piazze, riempirà città di devoti a capo chino, di laici in rispettoso silenzio, di pullman in parcheggio. Per i miracoli, ci siamo attrezzati. Stefano Bartezzaghi