Grande sfida

Grande sfida Grande sfida Sette impianti in 4 continenti Renzo Vlllare TORINO. Aprile 1996-aprile 1999: tre anni di strategie, di innovazioni, di successi per la world car Fiat. Se Roberto Testore, numero uno di Fiat Auto, alla presentazione dell'ultima nata della famiglia, il pick-up Strada, ha tracciato un consuntivo sui risultati strategici raggiunti dal «Progetto 178», fortemente voluto dal vertice del Gruppo, Claudio Dant.ini, responsabile dello sviluppo di questo prodotto, ha illustrato, numeri alla mano, ciò che per Fiat rappresenta l'operazione. Del milione e 40 mila unità vendute a fine marzo, costruite in sette fabbriche di quattro continenti in 117 versioni, tutte con identici ed elevati standard qualitativi, e commercializzate in 32 Paesi (36 entro il '99), il 52% è rappresentato dalla due volumi Palio a 5 porte e il 18% da quella a 3 porte, l'I 1% dalla Siema (3 volumi), un altro 18% dalla Palio Weekend e l'l% dalla Strada, la cui produzione però è iniziata in Brasile da poco. Nel glorioso albo genealogico della world car, buona ultima la Strada, la Palio è stata la prima a essere «creata» nel 1996 in Brasi le; è seguita nel 1997 la Siena nel modernissimo impianto argentino di Cordoba e quindi, nel 1998, ancora in Brasile, la Palio Weekend. Grazie a questo piano coraggioso oggi - ha detto Dantini - «ci sono più di un milione di vetture belle, moderne e sicure che viaggiano sulle strade del móndo». E' il frutto di una strategia di globalizza zione nella quale - come ha detto Testore - «la Fiat crede fino in fondo» e che ha puntato sui mercati a più elevato potenziale di crescita della motorizzazione, come Brasi le, Argentina, Marocco, Turchia, India, Sud Africa e Russia. Nonostante i venti di crisi che si sono fatti sentire in alcuni di questi Paesi, la scelta è stata vincente. Le world car Fiat sono saldamente in testa delle vendite nei mercati di produzione, con quasi il 40% in Marocco, il 20% in Brasile, il 12% in Argentina, circa l'I 1% in Turchia. Aree nelle quali, nonostante le difficoltà contingenti, si prevede entro il 2007 una crescita delle vendite del 50% rispetto al '98. Il mercato brasiliano, che rappresenta il 60% della domanda automobilistica del Sud America e dove Fiat Auto detiene il 29% di quota dividendosi la leadership con il Gruppo Volkswagen, ha vissuto un 1998 difficile. La forte crisi congiunturale e finanziaria, con conseguente svalutazione della moneta, il Real, si è ripercossa pesantemente sull'acquisto di auto le cui vendite hanno perso complessivamente il 40%. Secondo i dati dell'Anfavea, i primi tre mesi '99 sono stati ancora fortemente negativi con una perdita del 25% a 218 mila consegne. Ora sembra che la crisi stia rallentando, ma solo i prossimi mesi potranno dire qualcosa in proposito. Un successo importante quindi quello del progetto 178 sia per il contributo notevole fornito alle vendite globali del Gruppo (oltre il 15% nel '98), sia per l'immagine. I modelli world car permettono infatti di associare l'intera produzione Fiat a caratteristiche di innovazione, sicurezza, tecnologie avanzate, rispetto ambientale. All'andamento delle vendite si è poi unito un altro fattore decisamente competivo, quello del «global sourcing», la possibilità cioè di approvvigionarsi di prodotti e componenti con la flessibilità (e convenienza) che si ottiene con una serie di opzioni aperte. Dal 2000 il flusso di interscambi tra le varie aree produttive della world car si presenterà completo: «Polo Brasile», con export di vetture in Europa e Sud America e di componenti in Russia, Nord e Sud Africa, India, Argentina, Europa dell'Est; «Polo Argentina», con esportazioni di vetture in Brasile e Venezuela e di componenti in Polonia, Nord e Sud Africa, India, Europa dell'Est; «Polo Turchia», con export di vetture in Europa e Paesi dell'area caucasica e di componenti in Marocco, India e Polonia e prossimamente Egitto e Sud Africa; «Polo Italia», con i componenti che vanno in tutti i Paesi dove la world car viene prodotta.

Persone citate: Cordoba, Dantini, Palio, Polo Argentina, Renzo Vlllare, Roberto Testore, Testore