Lazio, un Nesta in più per la volata

Lazio, un Nesta in più per la volata Volata scudetto: fa discutere la sentenza assolutoria della Caf, mentre Guidolin vuol fare lo sgambetto a Eriksson Lazio, un Nesta in più per la volata Graziato il difensore, ma il Milan prenota il sorpasso Roberto Beccanlini Respinto il primo avviso di sfratto, la Lazio è chiamata a pronunciarsi sul secondo: il Milan glielo inoltrerà direttamente da San Siro, contro la più sgangherata Sampdoria dell'ultimo ventennio, che se oggi ha un piede e mezzo in serie B lo deve, anche, alla spinta infertale, domenica scorsa, proprio dalla capolista. La squadra di Sven Goran Eriksson sarà di scena in Friuli, ospite di un'Udinese lanciatissima verso la Champions League, al di là dei ricorrenti sbalzi di umori e di risultati. Francesco Guidolin l'ha ridisegnata con mano felice. A Udine, il 18 aprile, il Milan s'impose in termini così maramaldi, e singolari (l'inaudito rigore di Bertotto, la non espulsione di Maldini), da suggerire a Sergio Cragnotti grevi e sconvenienti battute nei confronti dell'immobilità di Turci. Sarà pur vero che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca: rimane il fatto che, in assenza di prove, e visti gli appetiti di classifica e i sentimenti di gratitudine che legano Udine a Zaccheroni, sarebbe stato più saggio, ed elegante, glissare. Tanto più che la Lazio, questa Lazio, non gode di ottima salute, anche se la Caf le ha «regalato» Nesta. Un'indulgenza assolutamente scandalosa, a rileggere, con serenità, l'episodio del derby. Espulsione da ultimo uomo, offese a Borriello, l'aggravante di essere il capitano: legittimi e giustificati, i tre turni di sospensione. Cragnotti non aveva detto che il Palazzo ce l'aveva con la Lazio? E' un segnale che potrebbe spingere gli arbitri a proteggere la volata. Bozzoli ha favorito la Lazio a Genova. Boggi e Tombolini hanno fischiato prò Milan a Udine e Vicenza. La regolarità del duello-scudetto non può e non deve penalizzare gli interessi di coloro che sgomitano per altri obiettivi. Eriksson respira: recupera il fulcro della difesa e, con tutto il rispetto per Favalli, può dedicarsi all'unica vera squalifica che lo tormenta: Almeyda. In Uzza, Couto, più tonico, e Okon, più tecnico. Dipendesse da noi, per come si è sciolto Salas avanzeremmo Mancini al fianco di Vieri, la trave che tiene su tutta la baracca. Nello stesso tempo, sarebbe davvero il colmo se, al cospetto di un traguardo storico, l'organico non moltiplicasse energie e sacrifici. Il vantaggio che, oggi, la Lazio ha sul Milan, è tutto in quel punto che li divide. Non è poco, ma dal momento che l'intrico del calendario favorisce più il cacciatore che non la lepre, potrebbe non bastare. Zaccheroni, lui, dovrà fare a meno di Weah, squalificato. E' pronto Ganz, decisivo contro il Panna. La Sampdoria, da parte sua, si presenterà senza Ortega, bloccato dal giudice sportivo come il liberiano. Boban, simbolo della svolta tattica, ha mal di schiena: dovrebbe rendersi disponibile. Leonardo garantisce, in ogni caso, un'alternativa più che valida. Il Milan non è mai stato in testa, se non nelle primissime giornate. La Lazio vi è balzata il 14 febbraio. Zaccheroni ha risolto i problemi d'assetto rado ormai si sentiva fuori giochi per lo scudetto. Eriksson si ò dovuto rimettere in discussione quando ormai si sentiva lo scudetto in tasca: non è stato tanto il derby perso, a offuscarne il carisma e a scombussolare gli equilibri, quanto le modalità, il nervosismo dilagante, l'improvvisa abiura di quel contropiede che lo aveva, scorta- to fino in vetta. Con la Juventus, all'Olimpico, la Lazio fu più sfortunata che colpevole. A Marassi, si è tirata su grazie a una capocciata di Vieri. L'Udinese l'attende a piò fermo: Guidolin potrà contare sul fior fiore dei titolari, a eccezione di Sosa. Giannichedda, acciaccatosi a Zagabria, dovrebbe farcela. «Con la Lazio come con il Milan», ha intimato il giovane stratega: non era una battuta, si riferiva ai ritmi e all'intensità. «Magari», avrà pensato, in cuor suo, Cragnotti. Sparpagliando le risorse, la settimana internazionale ha sabotato le tabelle di lavoro. Nessuno può concedersi il benché minimo rallentamento. La Lazio è padrona del suo destino, il Milan no: vincere sempre, potrebbe non essergli sufficiente. Da Vieri a Bierhoff, risolveranno le teste. Non solo sotto porta, ma anche nel modo di essere: prima e, soprattutto, durante. Nel derby il capitano appena espulso aveva insultato l'arbitro Un «segnale» dopo le proteste di Cragnotti? w$ Alessandro Nesta, a destra, festeggia dopo un gol laziale In basso, Vieri contro la difesa milanista: ora la volata entra nel vivo