L' Unicredit vuole diventare «Comit» di Zeni

L' Unicredit vuole diventare «Comit» L'istituto di Lucio Rondelli rivela l'offerta per la Commerciale, pronto a conservarne il nome L' Unicredit vuole diventare «Comit» Ma Lucchini: parliamo anche con Intesa Armando Zeni MILANO- Non più Eurobanca, la chiameremo «Comit». E' questa l'ultima proposta, approvata e sottoscritta ieri dal consiglio di Unicredit, per convincere la Banca commerciale che di offerta amichevoleve si tratta, talmente amichevole che in qualche modo il marchio Credit viene sacrificato sull'altare del matrimonio più ambito. Insomma, si cambia: modificata l'Ops del 21 marzo, Unicredit rilancia: «Fra le ipotesi originariamente considerate - si dice adesso - la più valida è risultata quella della costituzione di un'unica banca nazionale risultante dall'aggregazione delle reti bancarie di Comit e del Credito italiano con all'interno due divisioni fortemente specializzate per segmenti di clientela». Un'unica banca con la sorpresa del nome che sarà, appunto, Banca commerciale e non più Eurobanca. Sopra («A conferma del modello federale originario»,, si spiega) resta invariato «il ruòlo guida della capogruppo» che sarà Unicredit. Basterà questa concessione nel nuovo piano preparato da Lucio Rondelli e Alessandro Profumo, studiata anche per soddisfare l'orgoglio di bandiera della Comit e stoppare le critiche dei molti che avevano accolto la precedente Ops Unicredit con scetticismo («Questo non è un matrimonio alla pari, è un'annessione di Comit in Credit»), a convincere i consiglieri e gli azionisti Comit finora contrari ad accettare l'offerta Unicredit? Si vedrà. Quel che è certo - e la conferma si è avuta nella serata di ieri, quando dalla Comit è arrivato un comunicato che nega ogni «doppiogiochismo» dei suoi amministratori, accusati da più parti di favorire il progetto Unicredit rispetto a quello di Banca Intesa - è che la strategia del vertice Comit, dei due amministratori Abelli e Saviotti, resta quella di andare avanti esplorando le due diverse ipotesi, quella di Unicredit precisata ieri e quella di Intesa, per arrivare a una scelta tra due (o, se ne emergeranno altri, tra più progetti di aggregazione) nel consiglio Comit del 14 maggio. Nessun doppio gioco, taglia corto la Comit: il mandato affidato al vertice dal consiglio tenutosi nella notte dopo la tumultuosa assemblea di mercoledì è preciso: approfondire. Che nessuno, insomma, pensi di essere strumentalizzato e men che meno la banca di Giovanni Bazoli decisa a far sapere, dopo il rilancio di Unicredit, di «non voler essere in concorrenza con nessuno», quasi a dire che a Intesa un matrimonio con Comit interessa ma solo quando Comit avrà sgombrato il campo da ogni ipotesi alternativa. E ieri, dopo la formalizzazione della nuova offerta di Unicredit, ecco la precisazione della Comit: «Fin dal primo contatto tra Comit e Intesa, risalente al 10 aprile - si spiega - gli amministratori informavano i loro interlocutori che era già in corso un processo di analisi e valutazione della proposta formulata da Unicredito». Precisazione che pare fatta apposta per gettare acqua sul fuoco delle polemiche e ristabilire un corretto rapporto con il vertice di Intesa, soprattutto dopo che Unicredit, ièri pomeriggio, aveva ribadito che la nuova stesura della sua offerta era stata consegnata a Comit il 23 aprile: «Il consiglio - si legge - è stato informato che il presidente di Unicredit ha formalmente comunicato gli elementi integrativi del piano al presidente e agli amministratori delegati di Comit con lettera consegnata in data 23 aprile». Venerdì scorso, cioè il giorno prima dell'incontro (avvenuto a Brescia sabato 24) tra Lucchini, Abelli e Saviotti con il presidente di Intesa Giovanni Bazoli, una concomitanza che a molti critici era apparsa «strana» alimentando addirittura il sospetto che la lettera fosse stata predata. ta per marcare una primogenitura su Comit di Unicredit di fronte alla discesa in campo di Intesa. Non è così: a partire dal 10 aprile Banca Intesa sapeva che i contatti con Unicredit andavano avanti. Cosi come la banca di Rondelli e Profuma sapeva che non c'era alcuna esclusiva con Unicredit, si fa sapere da piazza della Scala dove, a scanso d'equivoci, si ribadisce la disponibilità a proseguire i contatti già intrapresi anche con banca Intesa. INTRECCI ALLO SPORTELLO TRATTATIVE CONCRETE ANCHE SE NON UFFICIALI TRATTATIVE POSSIBILI 0 PROBABILI IL FRONTE MEDIOBANCA ALLEATI Cesare Goronzi Banco Roma Luigi Lucchini-Comit Gianfranco Gutty Generali RIVALI Luigi Arcuti San Paolo Imi Lucio Rondelli Unicredit Sergio Siglienti-lna NEUTRALI Giovanni Bazoli Banca Intesa Pierluigi Fabrizi Monteposcni Antoino Bernheim Generali min Il presidente di Unicredit Lucio Rondelli

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