«Mia moglie guadagna troppo poco»

«Mia moglie guadagna troppo poco» La signora Linda lavora all'Archivio di Stato per meno di 3 milioni al mese «Mia moglie guadagna troppo poco» D'Alema: aumentare gli stipendi dei Beni Culturali Maria Cerbi ROMA Massimo D'Alema «sbircia» la busta paga della moglie Linda e si indigna. Tre milioni e quattrocentomila lordi, che netti diventano duemilioni seicentosessantamila, sono pochi per un funzionario tecnico del ministero dei Beni Culturali. Nono livello, qualifica di «ricercatore storico archivista», Linda Giuva, cosi da signorina, lavora all'archivio centrale dello Stato. Esce ogni mattina alle otto di casa, prende l'autobus e arriva in metro all'Eur. Sei ore di lavoro e poi di nuovo a casa a fare la mamma e qualche volta, sempre più spes¬ so, la first lady. Una presenza utile per umanizzare 1 immagine un po' scostante del premier. D'Alema si indigna e annuncia che l'aumento di stipendio per i dipendenti del ministero per i Beni e le Attività Culturali è uno dei punti del piano che il governo sta studiando per far fronte all'«emergenza Giubileo». «Non dovrei dirlo per motivi personali - ha detto D'Alema ma sbircio nella busta paga di mia moglie e so che in questo ministero lavora del personale altamente qualificato e scarsamente retribuito. E' un'assoluta iniquità, figlia di un vecchio modo di concepire la pubblica amministrazione». Insomma D'Alema scopre «in casa» che i professionisti in forza allo Stato sono sottopagati e annuncia che le cose cambieranno, Al ministero dei Beni e delle Attività Culturali (questo il nuovo nome) aspettano da tempo l'occasione per far sentire la loro frustazione. Archivisti, archeologi, ingegneri, architetti sono, dicono, i meno pagati e i più qualificati tra i lavoratori dsi ministero. «Ce li invidia tutto il mondo», assicura Giuseppe Proietti, capo del personale. Insoddisfazione che è aumentata da quando il dipartimento Spettacolo si è accorpato ai Beni Culturali portando con se buste paga molto più gonfie. Allo stes¬ so livello e con la stèssa anzianità persone che lavorane) spalla a spalla possono avere differenze di stipendio che raggiungono il mezzo milione al mese. Nessuno, certo, si preoccupa delle finanze della signora D'Alema che può contare sui redditi del consorte. E nemmeno lei si lamenta. Il suo lavoro le piace. E' orgogliosa di «contribuire a conservare la memoria e la storia di questo Paese». Lo ha detto al Papa quando l'ha ricevuta insieme ai figli, e naturalmente al marito, in gennaio. «Archivio di Stato?» chiese il pontefice .«Sì, dove si conservano le carte del Paese», rispose lei. Adesso i due milioni e seicentomila portati a casa dal'TSKHa Giuva di San Giovanni Ròtójndò;1 terra di padre Pio, fa mio da trampolino per le rivendicazioni dei colleghi di ministero. E' bastata una parola del marito perché qualcosa si mettesse in moto. Anche il ministro Melandri ha assicurato di essere alla ricerca di soluzioni. Linda Giuva, moglie dalpresidente del Consiglio, lavora all'Archivio di Stato

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