Censurata perché «boccia» Falcone
Censurata perché «boccia» Falcone Polemica per il tema di una dodicenne al Convitto nazionale di Palermo Censurata perché «boccia» Falcone Un'allieva: «E' sbagliato intitolargli la scuola» Antonio Ravidà corrispondente da PALERMO Ha 12 anni, frequenta la II media A del convitto nazionale di Palermo: M. B. è stata censurata dal rettore Carmelo Maccarrone perché ha scritto di esser contraria che l'Istituto non sia più intitolato a Vittorio Emanuele 11; infatti dal 23 maggio, nel settimo anniversario della strage in cui la mafia lo uccise a Capaci, verrà intitolato al giudice Giovanni Falcone che vi studiò alle elementari. La mamma dell'alunna, un'insegnante, non l'ha presa bene. Così ha inviato un esposto al presidente della Repubblica Scalfaro, al presidente della Camera Violante, al ministro della Pubblica Istruzione Berlinguer e a Maria Falcone, la sorella del magistrato che presiede la Fondazione a lui dedicata. La signora si è anche rivolta al sindaco Leoluca Orlando e al condirettore del «Giornale di Sicilia», Giovanni Pepi, che avrebbe dovuto ospitare il breve «articolo» di M. B. nell'inserto «Cronaca in classe» pubblicato con grande successo dal quotidiano. Nell'esposto si parla di «violenza morale» e si denuncia che il rettore ha bollato lo scritto con un «non ha capito niente». Adesso il professor Maccarrone nega di aver avuto «alcun intento censorio» e sostiene «la mia iniziativa è stata mal interpretata». Dopo le sue critiche la bambina aveva preferito ritirare lo scritto e c'era rimasta malissimo. Ma che cos'aveva osservato M. B.? Dopo aver evidenziato che Falcone «è il giudice che sacrificò la sua vita per la lotta alla mafia» e avere espresso la fiducia che «il sacrificio del magistrato e i suoi ideali non siamo dimenticati», l'alunna aveva ricordato che Vittorio Emanuele lì fu il primo re d'Italia e che lo stemma sabaudo sovrasta la facciata della scuola palermitana a pochi metri dall'abside della splendida cattedrale nonnanna. «Ormai il convitto è legato al suo nome - aveva scritto M. B. -, credo che neanche Falcone, come ex semi-convittore, avrebbe voluto che fosse cambiato. Secondo me, Falcone sarebbe lo stesso contento se fosse ricordato con una lapide nella scuola elementare da lui frequentata». La mamma di M. B. nell'esposto cita tra l'altro una circolare ministeriale del 1993 in cui, a proposito della scuola che deve educare alla legalità, la si descriveva come «l'immagine coerente di luogo dove i diritti e le libertà di tutti, nel reci-1 proco rispetto, trovano spazio di realizzazione, dove le aspettative dei ragazzi ad uno sviluppo culturale e civile non vengono frustrate». L'intitolazione del convitto a Falcone era stata annunciata il 21 marzo alla presenza del presidente della Repubblica. Scalfaro vi si trattenne prima di trasferirsi a Corleone per partecipare alla «festa di primavera» organizzata dal municipio e dall'associazione «Libera» presieduta da don Luigi Ciotti.
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