Dal Congresso sgarbo a Clinton sui raid

Dal Congresso sgarbo a Clinton sui raid Favorevoli 213, altrettanti contrari. Un deputato: la strategia non va, è controproducente Dal Congresso sgarbo a Clinton sui raid Bocciata la risoluzione di sostegno alla Casa Bianca Andrea di Robllant corrispondente da WASHINGTON A sorpresa, la Camera dei rappresentanti nega il suo appoggio alla campagna di bombardamenti aerei lanciata dalla Nato contro Slobodan Milosevic. E indebolisce il Presidente Clinton proprio nel momento in cui cerca di convincere Belgrado della determinazione americana. Il voto sulla risoluzione di sostegno all'azione della Casa Bianca si è conclusa con un pareggio, 213 favorevoli e 213 contrari - e con 26 democratici schierati contro il Presidente. Uno di loro, il deputato dell'Ohio Dennis Kucinich, ha spiegato: «La strategia non funziona, è controproducente. Volevamo salvare i kosovari ma abbiamo finito per distruggere i loro villaggi». Una risoluzione simile aveva ricevuto ampio sostegno al senato un mese fa. Ma il voto alla Camera riflette il disagio crescente di una parte dell'opinione pubblica americana (solo 56 per cento a favore, 41 per cento contrari secondo l'ultimo sondaggio Gallup). Concentrata sull'obiettivo prioritario di mantenere salda l'Alleanza, dicono in molti, l'Amministra- zione ha finito per trascurare il Campidoglio. Ma il voto sul Kosovo è anche l'espressione dello spirito partigiano che continua a ispirare la Camera - non il Senato quattro mesi dopo che i repubblicani votarono in blocco per l'impeachment del Presidente Clinton. E che ha finito per contagiare anche il dibattito sulla guerra contro Belgrado. La Casa Bianca non ha neanche cercato di mascherare tutta la sua stizza per l'esito del voto. «Hanno deciso di non andare avanti e di non andare indietro, ma di andare ad un bel pareggio sull'idea di rimanere fermi», ha commentato a caldo Jake Siewert, un giovane portavoce della Casa Bianca. Il quale ha aggiunto con tono di sfida: «Noi comunque andremo avanti con la campagna di bombardamenti». Ma la Camera ha inferto un secondo colpo al Presidente. Con 249 voti a favore e 180 contrari ha imposto che l'eventuale decisione sull'invio di truppe di terra venga preventivamente approvata dal Congresso. Nella speranza di evitare quella votazione il Presidente aveva scritto una lettera al leader della Camera Dennis Hastert per assicurare che era comunque sua intenzione chiedere il via libera del Congresso ad un contingente di terra. Ma non è servito a nulla. La Camera ha voluto comunque mettere in guardia la Casa Bianca. L'aspetto paradossale di questo pasticcio è che la maggioranza repubblicana della Camera non vede l'ora di approvare il finanziamento di una guerra che non appoggia. Il Presidente ha chiesto di stanziare immediatamente 6 miliardi di dollari ( 11 mila mi¬ liardi di lire) per finanziare la campagna Nato fino a settembre. I repubblicani, che lo tengono in ostaggio, vogliono sfruttare la loro posizione per giocare al rialzo. Anzi, al raddoppio: ai 6 miliardi chiesti da Clinton ne vogliono aggiungere altri 6, per finanziare progetti che non c'entrano nulla con la guerra in corso e che Clinton aveva loro negato in precedenza. Il portavoce della casa Bianca Joe Lockhart ha reagito con sarcasmo all'atteggiamento contraddittorio della Camera: «L'unica cosa chiara in tutto questo è che la Camera vuole spendere molti più soldi di quanti ne chiediamo per una guerra che a quanto pare non appoggiano. Credo che nessuno sia in grado di decifrare il loro messaggio». Il sarcasmo di Lockhart non cambia la sostanza: i due voti della Camera mandano un segnale di debolezza a Milosevic. E questo mentre la partita diplomatica condotta con l'aiuto della Russia (che ieri ha ottenuto un'altra boccata d'ossigeno dal Fondo monetario - un prestito di 4,5 miliardi di dollari) richiederebbe invece massima fermezza e unità da parte degli Stati Uniti. Un soldato americano di guardia agli elicotteri nella base allestita a Tirana

Luoghi citati: Belgrado, Kosovo, Ohio, Russia, Stati Uniti, Tirana, Washington