Malumori pacifisti tra i ds

Malumori pacifisti tra i ds Scalpita la sinistra del partito del premier. Manconi: il governo si piega alla linea dei partner oltranzisti Malumori pacifisti tra i ds I Verdi: digiuno contro le bombe ROMA I raid della Nato contro la Serbia di Milosevic tornano ad agitare le acque nella maggioranza che sostiene il governo D'Alema. I Verdi criticano i comportamenti di Palazzo Chigi sulla questione Kosovo (rtendenzialmente di omologazione ai partners più forti, vedi Usa e Gran Bretagna») e annunciano l'ultima forma di protesta: uno sciopero della fame a catena, che comporterà anche la loro «assenza progressiva dai lavori parlamentari». Plaudono i parlamentari cossuttiani, invitando gli altri pacifisti della maggioranza a far sentire la loro voce; mentre la sinistra Ds toma all'attacco. E, a tarda sera, D'Alema fa sapere che avrà un colloquio telefonico con Bill Clinton: «E' utile confrontarsi e scambiare punti di vista in questo momento». VERDI. Il «Sole che ride» conferma che non uscirà dal governo; ma, contemporaneamente all'inizio di uno sciopero della fame, lancia una vertenza sulla crisi nei Balcani alla quale subordinano la loro partecipazione ai lavori parlamentari. «Il governo e il presidente D'Alema tendono all'omologazione nei confronti dei partner forti militaristi e oltranzisti come Usa e Gran Bretagna - sostiene il portavoce Verde, Luigi Manconi -. Così, dimostrano scarsa autonomia e capacità di iniziativa politica. D'ora in poi la nostra disponibilità al lavoro parlamentare quotidiano sarà subordinata al confronto e alle risposte che avremo alle nostre richieste da parte di governo e maggioranza». Le richieste: sospensione dei bombardamenti Nato per ac- compagnare l'iniziativa deli'Onu; l'Italia deve aprire le frontiere ai profughi kosovari e ai disertori serbi e montenegrini; la base militare di Comiso deve essere trasformata in centro di accoglienza per i profughi; il governo deve riconoscere al leader non-violento kosovaro, Rugova, la cittadinanza italiana; il governo deve impegnarsi affinchè la Nato non colpisa i civili serbi e non si colpiscano obiettivi che potrebbero causare catastrofi ambientali. COSSUTTUNI. Immediato l'apprezzamento del partito di Cossutta. «Ora si muovano altri nella maggioranza», dice il coordinatore del Pdci Marco Rizzo. «La Nato - sostiene - non vuole una soluzione diplomatica del conflitto ma la resa di Mi¬ losevic, la soluzione finale. La maggioranza di centrosinistra deve riflettere sull'andamento dei negoziati, visto che gli statunitensi mirano a colpire e distruggere il presidente serbo e non a garantire la pace e l'autonomia dei kosovari». DIESSINI. Anche la sinistra Ds torna a puntare il dito sul comportamento italiano rispetto al dramma del Kosovo, ma la direzione di Botteghe Oscure, riunitasi a porte chiuse, approva la linea del governo D'Alema con soli otto «no» e tre astensioni, Tuttavia, il confronto è stato serrato e in qualche momento carico di tensione. Alcuni esponenti della sinistra interna sono tornati a chiedere un ruolo più attivo dell'Italia per il cessate il fuoco e le trattative di pace. Do- 6o l'intervento di Giorgio Napotano hanno preso la parola Aldo Tortorella, Gloria Buffo e Giorgio Mele, mentre Giuseppe Chi arante ha inviato una lettera a Valter Veltroni con la quale ha rassegnato le dimissioni da presidente del Consiglio dei garanti in segno di protesta. Chiurante scrive di considerare «non accettabile la tesi che tutto questo era inevitabile o che rappresenta il prezzo necessario per una giusta causa umanitaria. Non si scaccia un male con un male peggiore». Anche Tortorella ha confermato in direzione le sue dimissioni dal comitato direttivo. «E' tempo di fermare questa corsa irresponsabile, che fa rischiare l'incendio peggiore - sostiene -, Se si dice, come ha detto il presidente del Consiglio, che sarebbe stato difficile per un governo di destra entrare in questa guerra si rischia di affermare una inaccettabile doppiezza. Per sfuggirvi un governo diretto dalla sinistra deve sapere che bisogna porre un limite, trovare il modo per fermare la distruzione e i massacri, differenziandosi, proponendo una tregua». Tuttavia, come si è detto, la direzione Ds ha approvato a larghissima maggioranza un ordine del giorno di appoggio al governo: su un centinaio di presenti si sono registrati in tutto otto «no» e tre astensioni. La direzione ha anche approvato a larghissima maggioranza l'adesione alla marcia di Assisi, senza sottoscrivere però la piattaforma dei promotori che chiede un cessate il fuoco unilaterale. [r. int.l D'Alema: telefonerò a Clinton, è utile confrontarsi e scambiare idee Il segretario Ds Walter Veltroni