Al Cremlino Kofi Annan e Mandela di Anna Zafesova

Al Cremlino Kofi Annan e Mandela Al Cremlino Kofi Annan e Mandela E zar Boris fa una riunione top secret sulla difesa nucleare Anna Zafesova nostro servizio da MOSCA Mentre Viktor Cernomyrdin partivo per Bonn annunciando un «piano concreto» per portare la pace nei Balcani, a Mosca continuavano intensi i tentativi diplomatici per trasformare la Russia m una protagonista della mediazione tra l'Occidente e Belgrado. Ieri al Cremlino sono arrivati due ospiti molto attesi: Kofi Annan, Segretario generale dell'Onu, e Nelson Mandela, considerato come un altro possibile mediatore per fermare la guerra. Fin dall'inizio della crisi jugoslava Mosca ha chiesto a gran voce di consegnarne la gestione in mano all'Orni e ha cercato - finora senza successo - alleati nel Palazzo di Vetro. Nei giorni scòrsi Annan era stato criticato dai russi per aver «ceduto» l'Onu all'America. Ma ieri, accogliendolo nel suo ufficio al Cremlino, Boris Eltsin era visibilmente contento: «Sono molto soddisfatto che lei sia venuto per consultazioni pro¬ prio qui a Mosca. Ha fatto centro», ha detto il Presidente russo. E poi ha formulato la sua posizione: «O verrà ripristinato il diritto intemazionale, oppure il mondo verrà governato dalla forza». Dalle porte chiuse del Cremlino sono poi filtrati scambi di cortesie: i dirigenti russi insistevano che all'Orni deve spettare un ruolo chiave nella regolazione del conflitto, mentre Annan rispondeva sottolineando «l'importanza del ruolo della Russia». Alla conclusione del colloquio il ministro degli Esteri Igor Ivanov è stato laconico: Eltsin e Annan hanno deciso di «collaborare», visto che l'Orni e la Russia hanno in Jugoslavia «lo stesso obiettivo e approcci simili». Simili, dunque, ma non coincidenti. In mattinata Annan ha avuto anche un lungo incontro con Cernomyrdin, prima della sua partenza per Bonn. La missione del rappresentante russo, secondo Annan, «contribuisce ad avvicinerò le posizioni», soprat¬ tutto in un momento in cui «i leader occidentali cominciano a capire l'impossibilità di una soluzione militare». Il Segretario generale dell'Onu - che e stato raggiunto da un messaggio del Papa: «Prego affinché la sua missione abbia successo» - ha avuto a Mosca una giornata intensa: oltre a Cernomyrdin ed Eltsin ha incontrato Evghenijj Primakov, Ivanov e i ministri degli Esteri del Canada Lloyd Axworthy e della Grecia Georges Papandreu. Alla conclusione di questo giro di incontri Annan ha dichiarato che la soluzione del problema del Kosovo deve giungere «al più presto» e che spera m una risposta positiva di Belgrado. Infine, una presa di posizione insolitamente ferma: qualsiasi soluzione del problema del Kosovo deve essere leggitimata dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Una dichiarazione che dovrebbe far piacere al Cremlino. Come l'appoggio avuto ieri da un altro leader autorevole: Nelson Man¬ dela, 0 quale ha annunciato ieri di «sostenere su tutta la linea» la posizione russa sulla Jugoslavia. Con il presidente sudafricano Eltsin ha commesso anche una delle sue solite gaffe: «Ammiriamo quello che lei fa in Jugoslavia... oh, che dico, in Sud Africa». Poi il Presidente russo ha fatto un discorso appassionatamente antiamericano: «Siamo contrari a che un solo Stato detti la sua volontà con la forza». Poco prima, convocando il suo Consiglio di sicurezza, Eltsin ha lanciato un altro segnale da guerra fredda parlando del «contenimento nucleare» come garanzia della sicurezza della Russia e dei suoi - non meglio precisati • alleati. Una questione alla quale zar Boris ha attribuito la massima importanza, sbattendo fuori dalla stanza tutti quelli che non facevano parte del Consiglio, incluso il comandante delle truppe missilistiche. «Scusate - ha detto - ma rispondiamo con la testa per qualsiasi fuga di notizie, tutti, me incluso».