E' L'AMERICA IL PAESE PIÙ' DIVISO di Carlo Rossella

E' L'AMERICA IL PAESE PIÙ' DIVISO E' L'AMERICA IL PAESE PIÙ' DIVISO Carlo Rossella LA Camera dei Rappresentanti ha intimato a Bill Clinton di non inviare truppe di terra in Jugoslavia senza l'autorizzazione del Congresso. E con un voto a sorpresa non ha fatto passare la mozione dei democratici che esprimeva un «sostegno simbolico» ai bombardamenti. Molte colombe, più o meno in buona fede, volavano ieri sul Campidoglio. Il Congresso, così come l'opinione pubblica, si è mostrato diviso sulla guerra e sul modo col quale il Presidente la conduce. L'America non è dunque quel bellicoso monolite che in Italia la peggiore destra e la peggiore sinistra denunciano sottobraccio. I rappresentanti del popolo americano non sono Rambo. Il conflitto crea contrasti, divisioni, scontri di opinione. L'Italia non è il solo luogo in cui la discussione prò e contro l'intervento della Nato in Kosovo divida la gente e la classe politica. Nei prossimi giorni il Congresso dovrà approvare lo stanziamento di 6 miliardi di dollari per la guerra. E c'è la possibilità che tutto si areni, nello scontro fra chi chiede di più (per mettere in difficoltà Clinton) e chi chiede di meno. Queste diatribe rallegrano Slobodan Milosevic, avvantaggiato dalle divisioni in campo avversario. Se la guerra si impantanasse, se la speranza di una sconfìtta del despota di Belgrado tramontasse, cosa potrebbe accadere? Che ne sarebbe dei 700 mila kosovari che ancora si trovano, abbandonati, in patria? E del milione che langue nei campi profughi? Dove si dirigerebbero gli esuli se non in gran parte verso l'Italia? E che cosa capiterebbe agli oppositori coraggiosi come Vuk Draskovic? Ai giornalisti dissidenti? Sono domande che in queste ore, a Washington come a Roma, molti dovrebbero porsi. E alle quali dovrebbero rispondere con onestà. La tragedia del Kosovo è troppo grande per essere buttata in polemica e in politica.

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Rambo, Slobodan Milosevic, Vuk Draskovic