«Banca di Roma crescerà con Abn Amro » di Gian Carlo Fossi

«Banca di Roma crescerà con Abn Amro » «Banca di Roma crescerà con Abn Amro » Gli azionisti sono con Geronzi: basta aggressioni Gian Carlo Fossi ROMA All'indomani del «no» di Bankitalia all'Ops lanciata da San Paolo-Imi nei suoi confronti, l'assemblea degli azionisti della Banca di Roma ha approvato ieri con un solo voto contrario il bilancio, più che soddisfacente, dell'esercizio '98 (utile netto di 653 miliardi rispetto ad una perdita di ben 2 mila 913 miliardi nel '97) ed ha offerto l'occasione al presidente Cesare Geronzi di sparare alcune bordate contro i promotori dell'Ops e di precisare le strategie aziendali per il futuro. Geronzi 'ha ribadito che il consigliò' d'amministrazione della Banca di Roma ha rifiutato «l'offerta ostile dopo aver approfondito la questione con senso di responsabilità» ed ha respinto la critica secondo cui il fallimento sarebbe dovuto al suo timore di perdere la poltrona. «Ebbene - ha insistito Geronzi - il sottoscritto ha ritenuto offensiva una proposta che riguardava la sua posizione proprio perchè non è in gioco la condizione del management, ma è in gioco la tutela dell'azienda, degli azionisti, dei dipendenti, della clientela e del territorio. Se questi interessi non fossero stati tutelati sarebbe stato grave, anche perchè sono i nostri doveri di amministratori». E, qui, il presidente ha dato atto a «un socio importante», la Toro, di aver valutato la utilità di mantenere un rapporto con Banca di Roma, consentendo «una unanimità di indirizzo e di consenso» nel rifiutare l'Ops. Rivendicato alla Banca di Roma il merito di essere stata la prima ad avviare un'opera di disboscamento della «foresta pietrificata» del sistema creditizio, Geronzi ha chiarito il senso del fallimento del matrimonio Comit-Banca di Roma. Le critiche a questo progetto, a suo avviso, erano strumentali perchè si trattava di un'operazione «che era la conclusione di un disegno strategico capace di creare un gruppo in grado di concorrere sui mercato internazionali e non di subire solo l'aggressione». Ha spiegato: «Abbiamo incontrato i nostri amici della Comit una sola volta, il 13 dicembre. Quel colloquio ha dato modo ad entrambi di capire che l'operazione non era possibile. Nasce così il cambio di strategia della Banca di Roma». Ed ora, uno sguardo fiducioso al futuro: Banca di Roma ha avuto la fortuna di incontrare uno dei migliori partner internazionali, l'olandese Abn-Amro che «significa una relazione forte, così come ha avuto un significato forte la relazione con Fa Toro, figlia di una commistione fra reciproche volontà». Ancora: «L'Abn-Amro è il partner con cui vogliamo crescere e che ci consolida nel futuro del nostro Paese, in particolare nel Centro-Sud». Così dopo quattro esercizi, con i risultati favorevoli acquisiti, l'assemblea degli azionisti ha potuto deliberare il pagamento di un dividendo di 25 li¬ re ad azione per complessivi 133 miliardi. Oltre all'utile netto di 653 miliardi nel '98, va sottolineato che il margine lordo di gestione è cresciuto del 66,4% e che i costi hanno registrato una riduzione «incisiva» dell' 1 per cento. Altri dati: risultato lordo di gestione di 2 mila 462 miliardi contro i 1.480 miliardi dell'anno precedente, raccolta per 73 mila 409 miliardi contro i 70 mila 418 miliardi del '97, incremento degli impieghi alla clientela fino a 84 mila 41 mi- liardi rispetto a 81 mila 843 miliardi dell'anno precedente. In maggio partirà una operazione di cessione e di «cartolarizzazione» di crediti in sofferenza per 3 mila miliardi, di cui due terzi per credito ordinario, il rimanente per credito fondiario. Comunque, nel '98 i crediti in sofferenza ammontano a 9 mila 93 miliardi contro 8 mila 10 miliardi del '97. Il consiglio di amministrazione, riunitosi subito dopo l'assemblea degli azionisti, ha nominato vice presidente della Banca di Roma Maarten De Jong, numero due del colosso olandese Abn-Amro, affiancandolo all'altro vice presidente Antonio Longo. Fra i consiglieri, il cui numero è stato aumentato da 11 a 15, sono stati chiamati il governatore della Banca centrale di Libia Taher Yehaimi e Vittorio Ripa di Meana sempre in rappresentanza dell'Abn-Amro. Nel comitato esecutivo è stato inserito Gilberto Gabrielli, amministratore delegato della filiale italiana del gruppo olandese. «Siamo disponibili solo per unioni tra partner di ugual peso» In consiglio il presidente della Banca libica

Persone citate: Antonio Longo, Cesare Geronzi, Geronzi, Gilberto Gabrielli, Maarten De Jong, Taher, Vittorio Ripa Di Meana

Luoghi citati: Libia, Roma