Vip e campioni sfida sul green di Antonella Amapane

Vip e campioni sfida sul green Vip e campioni sfida sul green Antonella Amapane TORINO Umberto Agnelli arriva alla buca 18 nel tardo pomerìggio, accompagnato dal figlio Andrea, per salutare Seve Ballesteros. I flash immortalano l'incontro mentre il presidente dell'Ili chiede un autografo al «Grande di Spagna». Prima di andarsene, però, gli promette chi; oggi vorrà a vederlo. Il blitz è di quelli fulminei, ma Ballesteros è lusingatissimo da quel segno di simpatia. Volano e si confondono i fogli fra Giorgio Fossa e Olazabal. Scambio di dèdiche fra golfisti-vip o sigle di routine sul cartellino di gara? Il basco di firme ne dissemina a bizzeffe e, nella foga, deve averne regalata una anche al dilettante Fossa che magari non la voleva proprio; anche se per la prima volta si trovava in campo con im professionista di calibro assoluto. Il presidente della Confindustria ò ben lungi dal mostaro emozioni extra protocollo. «Sì, sì, ho giocalo con uno dei più abili professionisti - minimizza - ma soprattutto con il miglior dilettante, Niccolò Bisceglia, un ragazzo di 20 anni eccezionale. Pochi colpiscono la palla come lui... Io, invece, diciamo che mi sono limitato ad accompagnare il gruppo. Con un solo gran bei tiro al par 3 della 16. l'approccio alla bandiera», pantaloni e l.acoste blu dall'aria volutamente vissuta, il nivido Fossa - sorpresa - regala sorrisi come noccioline, mentre le domande di sportivi e fans si accavallano. Gioca meglio con i l'erri o con i legni? Agitato? Domani sarà qui? Seguono risposte di rito, preconfe¬ zionate, concluse da un sospiro (piasi infantile: «Eh, no, domani torno a lavorare». Ha davvero giocato così malino Fossa col suo 20 di handicap? Olazabal, che sostituisce la voce con un bisbiglio da messa, è severo: «All'inizio tirava troppo a destra, poi si è corretto. Certo deve migliorare...». La butta 11 il profesionista, prima di dirigersi in sala stampa a sussurrare nuove dichiarazioni indecifrabili per appassionati doc. Flemmatico, un pelino soporifero, l'abbronzatis- simo Olazabal è l'esatto opposto del nostro campione Costantino Rocca, conversatore col contagocce che manca poco morda se non è in vena. Rocca s'incontra al punto di ristoro della buca 9, accanto al presidente del circolo Golf Torino, Sergio Pininfarina - organizzatore dell'Open - seguito anche in campo dalla moglie Giorgia. «Sono emozionatissimo per l'evento. E poi perché da tanto tempo non giocavo a golf», dichiara Pininfarina. «In effetti mi è sembrato teso, comunque ha tirato buoni colpi lunghi e ottimi approcci. Direi che si difende lume», lo rinfranca Rocca con quel suo modo da spaccapietre che alla line risulta anche simpatico. Pure lui non ha girato al meglio, si è prodigato troppo ad aiutare i compagni di gara: «Addressa la palla, piega le gambe, tieni alto il mento...». E menile Rocca addenta un panino al salame lungo due spanne, vien bene chiedergli se segue una dieta: «Ma nooo, Paese che vai, cibo che trovi. E ti adatti». Il professionista bergamasco, in gara 35 settimane all'anno, ammette di allenarsi quando ha tempo: «So- no fortunato, devo ringraziare mia madre che mi ha fatto così», dice di quella sua stazza possente. Contesissimi a feste e party, i professionisti danno regolarmente forfait. «Mica possiamo stc.ro in giro a far baldoria noi. La mattina dobbiamo svegliarci presto, andare sul green. Il riposo è fondamentale», confida rigoroso Rocca. Chi invece non ha dormito tutta la notte per l'agitazione è la lunghista Fiona May. Bella come Naomi Campbell, le curve marmoree sigillate nella tutina scura da pin-up, i capelli raccolti: «E' la prima gara importante a cui partecipo. Capite? Io gioco a golf da un anno e mezzo, quando gli allenamenti me lo permettono, ho un handicap altissimo, 34». Meno male che gli sciatori - Pierino Gros e Paolo De Chiesa - la prendono più in souplesse: considerano il golf un modo di continuare a fare sport ad alto livello, senza sottoporsi a un'eccessiva preparazione fisica. Secondo Gros: «E' una continua sfida contro se stessi». Già, una gara che mette a dura prova la concentrazione, anche quella allenatissima dei piloti di Formula 1. «Quando guidi in gara ti concentri per due ore al massimo, qui sei sotto pressione 5,6 ore. E' piuttosto faticoso», parola di Riccardo Patrese, plursportivo - sci-tennis-golf - che si arrovella per migliorare lo swing: «Gioco da 10 anni e sono pochi, il golf è difficile, bisognerebbe cominciarlo da giovani... Altro che relax, quando vedi che non tocchi la palla o la prendi male, ti viene una rabbia furibonda. E 11 si annulla lo svago. Perché noi piloti lo facciamo per svago 0 almeno così diciamo» L'industriale Sergio Pininfarina, organizzatore della manifestazione torinese Il presidente della Confindustria Giorgio Fossa. Ha giocato ieri a fianco del campione spagnolo Olazabal

Luoghi citati: Fossa, Spagna, Torino