Rocca svetta nella capitale del golf

Rocca svetta nella capitale del golf Oggi il via alle gare, impegnati i migliori professionisti del mondo. Un azzurro non vince da 19 anni Rocca svetta nella capitale del golf Torino, Vitaliano è simbolo degli Open Carlo Coscia TORINO I,a grande festa è cominciata bene. C'era il sole, sui green del Circolo Golf Torino, magari un po' pallido o incerto ma assai gradito da giocatori e pubblico, sperando ovviamente in un fine settbnana di bel tempo. E c'era anche un sacco di gente, in giro fra i prati a seguire le vicende, per la verità molto interessanti, della Pro-Am targala Tnt che ha fatto da prologo alla competizione vera e propria, il Fiat fr Fila ItaLian Open che da stamane a domenica andrà in scena nel circolo presieduto da Sergio Pinifarìna, che di questo Open, ci perdonino tutti gli altri, è stato l'ideatore e l'anima. A costo di ripeterci, vogliamo ricordare che l'edizione numero 50 della gara di golf più importante d'Italia, la prima a Torino, quella che dalle 7,30 di oggi schiererà ai tee di partenza 156 professionisti del ferro 7, i migliori su piazza, sarà la più ricca della storia: montepremi di I milione di euro (quasi 2 miliardi di lire) e premio ul vincitore di 166.660 euro (322 milioni di lire), il che significa fra l'altro che la scelta' degli sponsor, ben orchestrata da Pinifarina, pensiamo, è stata assolutamente vincente. La FedergoU di Roberto Livraghi ha speso 500 milioni por l'organizzazione del grande spettucoìo (costato 4 miliardi) con un risparmio di oltre un miliardo rispetto allo scorso anno, e dunque sarebbe bello per lo sviluppo del golf se questi sponsor continuassero anche in futuro a sostenere uno sport che di certo merita più di quel che riceve. «Vorrei che fosse un Open vinto dalla vecchia guardia», ha detto ridendo Costantino Rocca, che ha 42 anni ed e un po' il buon padre di tutti, dei giovani leoni azzurri che cercano spazio e gloria e anche del nostro golf, se vogliamo allargare il discorso visto che l'Imperatore, come lo chiamano i suoi tanti estimatori, è stato con le sue vittorie il più importante dei promotori e una sorta di ambasciatore italiano nel mondo, «l'ero sarebbe importantissimo se vincesse uno dei nostri giovani», ha proseguito Rocca elogiando i suoi ragazzi, lutti tecnicamente all'altezza dei migliori, ha spiegato, e ormai pronti a spiccare il volo. Sono 19 anni (1980, Massimo Mannelli) che un italiano non mette la sua firma sull'Open. Roccu non l'ha detto, ina i suoi occhi hanno parlalo per lui: per vincere farebbe carte false anche se in questo momento non e in brillanti condizioni di formu e gli avversari sono tanti e tutti tosti. «Possono vincere in 130», ha detto usando un paradosso. Voleva solo spiegare alla gente, specie a quella che non conosce i tranelli soprattutto mentali del golf, che basta un niente, una buca storta, due colpi incerti, tre putt sbagliati, per vedersi passare davanti orde assatanate di avversari che inseguono il loro sogno. In ogni caso, fra i 130 possibili vincitori di Rocca ci sembra giusto tentare di restringere il campo. Tre i nomi, tanto per dare un'idea: lo spagnolo José Maria Olazabal, trionfatore del recente Masters di Augusta, l'americano Lee Janzen, due successi agli Us Open, per la prima volta di scena in Italia, e il tedesco Bernhurd Langer, primo due anni fa a Gardagolf, un veterano che si esalta nei grandi appuntamenti. Tutti e tre, oltre a Rocca e a tanti altri, si sono dichiarati entusiasti del campo, e dicevano la verità. Gli italiani in gara saranno 28. Oltre agli 8 azzurri in possesso della carta europea (Rocca, Florioli, Canonica, Grappasonni, Binaghi, Scarpa, Santi e Michele Reale) si presenteranno ai tee di partenza 6 dilettanti litigone, Hassan, Paolillo, Stefano Reale, Moli nari e Zanini) e 14 professionisti entrati in tabellone seguendo l'ordine di merito (Baruffaldi, Marco e Stefano Soffietti, Pietrobono, Bolognesi, Guermani, Canessa, Mannelli, Gortana, Dassù, Bisazza, Alessandro e Mario Tadini e Cali). Alberto Binaghi, ieri nella ProAm, e stato il migliore dei professionisti italiani. Il milanese con residenza a Montecarlo ha girato in 67 colpi, a -5, come Olazabal. Ma il successo individuale è andato all'irlandese Padraig Harringtori; dublinese con la passione del biliardo, che ha chiuso con 66 colpi, 6 sotto il par, e sorrideva tutto soddisfatto accanto ai motoristi del suo team (Patrese, Cesare Fiorio e Cerreto) lui che ha confessato di essere un prudentissimo guidatore della domenica. Rocca, che si è soprattutto preoccupato di dare consigli ai compagni (Sergio Pininfarina, Roberto Livraghi e Lorenzo Silva) ha concluso con 74 ( + 2). La gara a squadre ò stata invece vinta dal team guidato dall'inglese Jim Payne con i dilettanti Umberto e Riccardo Pasqua e Stefano Mazzi. Olazabal, che fra l'altro giocava con Giorgio Fossa, si 6 classificato terzo. Solo 46" la formazione di Rocca. Tra gli avversari più temibili il tedesco Unger e gli spagnoli Olazabal e Ballesteros In palio montepremi da due miliardi Successo di pubblico nel prologo di ieri 56 ITAI.IAX OPEN Costantino Rocca, tra i favoriti della 56* edizione degli Open d'Italia

Luoghi citati: Augusta, Italia, Montecarlo, Torino