«Rogo che scredita lo Stato»

«Rogo che scredita lo Stato» GENDARME ATTENTATORI INCENDIO RIACCENDE LE' POLEMICHE TRA PARIGI E GLI ISOLANI «Rogo che scredita lo Stato» Gli indipendentisti corsi esultano reportage Plerangalo Sapegno inviato ad AJACCIO Sul posto ci sono due vasi bianchi accanto alle pietre e al coperchio di un lampadario. Li vicino c'è una tovaglia bruciata. Yves l'orami sembra un pugile in pensione, massiccio, con i pugni infilati nelle tasche dei jeans. «Quei tre gendarmi non si sono neanche preoccupati di chiamare i colleghi. L'ha fatto mia moglie», racconta. Qualcuno ha appoggiato un piatto di plastica. Ci sono ancora pah anneriti dal fuoco, ci sono mattoni, cenere, una rete schiacciata fra i tronchi. Le macerie dell'incendio stanno chiuse in un quadrato grande come una casa. La spiaggia si allunga 50 metri verso il mare. Eppure, appena due giorni dopo questo attentato del 20 aprile al piccolo ristorante Chez Francis, Corse Matin apriva con «L'inverno del freddo e della neve»: sul rogo, non c'era più nemmeno un richiamo in prima pagina. Anche La Corse, stessa cosa. Parlava dei pompieri in Albania. Oggi, quell'incendio da niente attacca il cuore dello Stato. Tutti cercano Yves Feraud. Ci sono tre ufficiali dei gendarmi e un colonnello agli arresti. 11 superprefetto Bernard Bonnet sotto accusa. 11 ministro dell'Interno Jean Pierre Chevenement che si difende alla Camera tra i fischi e gli insulti: «Sarà fatta piena luce. Le decisioni saranno prese. Le sanzioni anche. Ma lo stuto di diritto non si fermerà». A vederla cosi, da questo angolo di mare, davanti a Yves Feraud con le mani in tasca piantato in mezzo alle sue macerie, sembra una storia tanto italiana, di servizi deviati, di errori marchiani, di so- prosi e misteri. I militanti della Cuncolta Indipendentista, gli estremisti corsi, distribuiscono un volantino verde ai passanti: «GPS. Bonnet le jour, Cagoule la nuit!» Gps sono i gendarmi dei corpi speciali, a cui appartengono i militari sotto inchiesta. Bernard Bonnet è il prefetto di ferro arrivato ad Ajaccio per far luce sull'omicidio di Claude Erignac, il suo predecessore, assassinato il 6 febbraio dell'anno scorso. E' nato a Grunstadt, in Germania, ed è proprio duro come un tedesco, faccia scolpita, occhi socchiusi, la bellezza di 350 interrogazioni raccolte in un anno senza che lui facesse una piega. Non si ferma davanti a niente. E' lui che ha fondato i Gps, un gruppo di 95 militari superspeciaiizzati. Adesso, il Governo lo difende. Chevenement ieri ha detto: «Ho sentito Bonnet. Mi ha detto di essere estraneo. E non ho la minima ragione di mettere in dubbio la sua parola». I graffiti sulle strade di Ajaccio lo paragonano a Hitler. La Cuncolta chiede le sue dimissioni: «Nessuno può credere che egli non conosca le trame delia Prefettura ordite durante la notte». Ma Bonnet non si cura dei suoi nemici. E' un superprefetto alla Dalla Chiesa, per restare sempre ai paragoni con 'Italia. Qui in Corsica, però, lo Stao non combatte la mafia. Combatte gli indipendentisti, che non hanno bisogno dell'omertà per avere il sostegno della gente. Davanti alla prefettura, la gente scherza con i cronisti. Lo chiamano «Viceré», dicono che «anche se piove è colpa sua». I suoi Gps sono diventati «Gruppi di piromani specializzati». Distribuiscono ai passanti una vignetta che raffigura tre gendarmi mascherati che ridono dopo l'at¬ tentato a Chez Francis: «Hanno bisogno di una lezione». Alla Cuncolta non nascondono la loro soddisfazione. L'affare Chez Francis? «Pane benedetto», sorridono. Ora possono presentare lo Stato come il Fis presenta il regine algerino. Tre anni di sforzi della Gauche sembrano vanificati da queste fiamme. La Cuncolta' accusa: «Questo Stato si è screditato agli occhi delle proprie leggi, dell'Europa e del mondo». Il fatto è che questa indagine ve¬ nuta fuori dalle macerie di Chez Francis sembra inchiodare ogni giorno che passa i Gps. Dopo aver accusato i tre gendarmi, e pure il colonello Mazères comandante della Legione, di «incendio doloso in bande organizzate», la magistratura ha adesso riunito nuovi elementi di accusa. Sul posto sono stati recuperati due bidoni di benzina e una radio trasmittente vicino a un passamontagna insanguinato appartenente al capitano Norbert Ambrosse. Fuori dal rettangolo dell'incendio è stato trovato anche un pugnale da combattimento come quelli in dotazione ai militari. I gendarmi si difendono dicendo che erano lì di pattuglia. Il sostituto procuratore Jacques Dallest ribatte: «Quello che dicono non è possibile. Perché non si manda per una sorveglianza due ufficiali e un sottufficiale. E visto il fuoco avrebbero dovuto chiamare soccorsi. Invece, non l'hanno retto». Ci sono dei testimoni che raccontano di averli visti arrivare per mare su un motoscafo, e ieri, durante una perquisizione in caserma, sono stati scoperti dei documenti che guarda caso descrivono proprio il modo di confezionare una bomba incendiaria. Coinè se non bastasse, altri testimoni accuserebbero uno dei gps di essere tornato sul luogo dell'incendio, forse per recuperare alcuni degli oggetti incredibilmente dimenticati nel momento del rogo. Neppure dei dilettanti farebbero tanti errori in serie : ed è questa la cosa più strana. Poi, ci sarebbero gli interrogatori. I tre gendarmi non sarebbero riusciti a nascondere il ruolo determinante giocato dal colonello Henri Mazères. Secondo l'accusa, il comandante avrebbe consigliato i tre gendarmi di sostenere che la radio era stata lasciata sul luogo dell'incendio da qualcuno che voleva mettere in cattiva luce i Gps. L'unico ferito di questo incendio è il capitano dei gendarmi. Altra strana coincidenza. Quella era l'unica notte che il guardiano non dormiva nel ristorante. E' il pescatore che all'alba va a prendere il pesce al largo di Cala d'Orzu. Ma stava male, e allora aveva preferito andare a chiudersi in una roulotte lì vicino. Da lì aveva visto le fiamme levarsi nella notte e anche un mucchio di altre cose, aveva visto i gendarmi andare via in barca e aveva chiamato casa Feraud, pieno di spavento: «Aiuto. Qui sta bruciando tutto». Aveva risposto la moglie. «E' stata lei a chiamare i gendarmi», ripete Yves. E' filato tutto così storto che gli inquirenti non ci hanno messo neanche 7 giorni ad arrivare ai tre dei corpi speciali. Non è strano pure questo? Stamattina tocca alla Cuncolta, e c'è il dibattito al Parlamento di Ajaccio. Lionel Jospin ha annunciato «due inchieste amministrative sull'affare Chez Francis». Si fa un gran baccano dappertutto. Spuntano altre scritte contro Bonnet sulla strada per Bastia. Lo chiamano Hitler, o Mussolini. E lui, con quella faccia da tedesco: «Non cambierei questo posto per niente al mondo». Il governo difende il superprefetto Bonnet Ma ad Ajaccio vogliono le sue dimissioni E' la notte tra li 19 eli 20 aprile: tre gendarmi sbarrano da un motoscafo a Cala d'Orzu. fa spiaggetta esclusiva di Ajaccio e incendiano il ristorante «Chez Francis» che, costruito abusivamente, doveva essere demolito entro il 30 ottobre per ordine dei prefetto sTirr;NIFACIO MEDITERRANEO becche di Bonifacio nonseretornfors Il ristorante sul lungomare «Chez Francis» è stato completamente distrutto dall'incendio appiccato dai gendarmi

Luoghi citati: Ajaccio, Albania, Chez Francis, Corsica, Europa, Germania, Italia, Parigi