Processo Sofri, sì alla revisione

Processo Sofri, sì alla revisione Dura «requisitoria» contro la corte d'appello: illogica. Ora deciderà la V sezione penale Processo Sofri, sì alla revisione ROMA Si alla revisione del processo per il delitto Calabresi: le carte devono essere rinviate per un nuovo esame ai giudici di Venezia. Sono queste, in sostanza, le richieste del sostituto procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Veneziano, ai magistrati della V sezione penale della suprema corte, chiamati a decidere, il 27 maggio, sul ricorso presentato dai legali di Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi. E' una bocciatura clamorosa per i giudici della corte d'appello di Brescia che due mesi fa avevano detto no alla revisione. E' una nuova tappa di una «vicenda infinita» che dura ormai da 27 anni (il delitto avvenne il 17 maggio del 1972) e che tutto lascia prevedere richiederà ancora molto tempo e molte polemiche. Nelle 76 pagine del parere reso noto da Giuseppe Veneziano sono contenute dure contestazioni al lavoro dei magistrati bresciani che, secondo il pg, sarebbero incorsi in «motivazioni illogiche» senza attenersi alla sentenza di rinvio della Cassazione alla quale erano tenuti ad uniformarsi «per ciò che concerne ogni questione di diritto con essa decisa». Secondo Veneziano, i giudici di Brescia hanno violato gli articoli 606 lettera «E» e 627, comma 3, del codice di procedura penale. Questa ultima norma - che appunto imponeva il rispetto della pronuncia della Cassazione - secondo il pg risulta «violata» anche per la mancata considerazione dell'ipotesi di assoluzione per insufficienza o contraddittorietà della prova, avendo la Corte di Brescia «delimitato l'oggetto del suo scrutinio alla sola ipotesi di assoluzione piena». Ma gli «strali» di Veneziano si appuntano soprattutto sul fatto che l'ordinanza ha negato la revisione adducendo che la richiesta dei tre ex di Lotta Continua aveva come «tema ispiratore» lo scopo di dimostrare che le dichiarazioni di Marino «sono frutto di un complotto». Per Veneziano questa «chiave di lettu- ra del materiale probatorio è fuorviente ed inidonea a ritenere assolto il compito della valutazione unitaria delle prove demandato al giudice di rinvio». Sul parere del pg della Cassazione ha espresso soddisfazione (ma contenuta) l'avvocato di Sofri, Alessandro Gamberini: «In tutta onestà - ha detto - non mi sento di dire che la revisione è più vicina perché manca anco¬ ra la decisione dei giudici della Cassazione, che si riuniranno il 27 maggio. Occorre «prima di tutto che la Suprema Corte ci dia ragione. Vogliamo sperare che decida conformemente al parere del pg». A chi gli chiedeva se la Suprema Corte avesse il potere di ordinare direttamente una revisione del processo, Gamberini ha risposto affermativamente. «Secondo me - ha detto - è possibile sulla base di una interpretazione delle norme che regolano il giudizio di legittimità, anche se finora non è mai stato fatto». Il legale ha poi definito «molto attenta e completa» la requisitoria del sostituto procuratore generale Veneziano: «C'è coerenza logica e precisione di linguaggio. Nel merito, poi, fa molto piacere che venga riconosciuta la giustezza del nostro punto di vista». Soddisfazione è stata espressa anche dal responsabile del settore Giustizia di Forza Italia Marcello Pera: «La richiesta del pg - ha detto - dà ragione a Sofri, Bompressi e Pietrostefani sul punto fondamentale da loro sempre coerentemente sostenuto: quello di avere finalmente, dopo un increndibile andirivieni di processi, un giudizio equo da parte di un giudice indipendente e imparziale. Non c'era dunque alcun "complotto" montato da parte della difesa, ma solo la richiesta sacrosanta di una verifica dei fatti e dei riscontri delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. E' stato dunque opportuno che il Parlamento abbia modificato le norme sulla competenza in caso di revisione. E' ora necessario che lo stesso Parlamento completi la riforma con l'approvazione dei principi del giusto processo in Costituzione. In mancanza di ciò i casi come quello di Sofri e gli altri saranno destinati a ripetersi». Sulla richiesta del pg è intervenuto ieri, con un lapidario trafiletto, anche l'Osservatore Romano il quale ha in particolare sottolineato che «per la famiglia Calabresi si tratta di una sofferta vicenda che sembra non avere mai fine». [r. i.l Per l'Osservatore «Sofferenza infinita per i famigliari di Calabresi» Marcello Pera (Fi) «Forse si potrà finalmente avere un giudizio equo» Ilpg: Brescia ha sbagliato JH IL CASO SOFRI jA *if maggie 19*2: il commissario £^gjr Luigi Calabresi è ucciso davanti alla sua JK mfjfgg* abitazione, in via Cherubini, a Milano. ^W^, » 28 luglio 1*881 sono arrestati Sofri, ^HB ^ Pietrostefani e Bompressi. ^L i • 1 Maggi* 1990: sentenza di primo 1 grado a Milano, 22 anni a Sofri, Pietrostefoni e Bompressi, 11 a Marino. • 12 luglio 1991: la Corte d'Assise d'Appello conferma le condanne, ottobre 1992: le Sezioni Unite della Cassazione annullano la sentenza e rinviano gli atti allo Corte d'Assise d'Appello. • 21 dkembra 1993: i giudici d'Appello assolvono gli imputati. • 27 ottobre 1994: la Cassazione annulla • 11 novembre 199S: i tre imputati sono condannati a 22 anni. • 22 gennaio 1997: la Cassazione conferma e Sofri e Bompressi entrano in carcere il 24 gennaio. Pietrostefani li raggiunge il 29. • 7 gennaio 1999: per la Procura generale di Milano la richiesta di revisione del processo è inammissibile. • 19 maree 1999: la Corte d'Appello di Milano respinge la richiesta di revisione. • 4 ottobre 1998: la Cassazione annulla l'ordinanza della Corte d'Appello di Milano rinviando alla Corte d'Appello di Brescia la decisione sulla revisione. • 29 febbraio 1999: la Corte d'Appello di Brescia dice «no» alla revisione. e 29 aprile 1999: i! pg della Cassazione esprime parere favorevole alla revisione. sentenza. Adriano Sofrì, è detenuto nel carcere di Pisa