Colajanni: «D'Alema? Croce e delizia» di Simonetta Robiony

Colajanni: «D'Alema? Croce e delizia» Il sosia del presidente del Consiglio si racconta: e domani torna su Canale 5 col gruppo del «Bagaglino» Colajanni: «D'Alema? Croce e delizia» «Faccio l'attore da trentanni e solo ora si accorgono di me» Simonetta Robiony ROMA Come fa lui Massimo D'Alenia non lo fa nessuno. Perfino Cuccia, mitico patron di Mediobanca, per una frazione di secondi c'è cascato. «Come sta Presidente?», «Bene bene. E lei?». Poi l'incantesimo s'è rotto e Cuccia ha capito che, per la prima volta nella sua lunga vita di uomo prudentemente diffidente, era in trappola. Ma al falso D'Alein,i quella manciata di secondi non è bastata. «Sono convinto che se non ci fossero stati quelli di "Striscia" con le telecamere avrei potuto chiacchierare più a lungo con lui, senza Ianni scoprire». E adesso chi le piacerebbe incontrare travestito da presidente del Consiglio? «Roberto Benigni. Non perché mi illuda che Benigni mi scambi per il vero D'Alema, ma perché so che è spiritoso e potrebbe venir fuori una gag divertente». E chi altro? «Umberto Bossi. Da uomo del Sud potrei dargli utili consigli politici». 11 falso D'Alema, scoperto quattro anni fa da «Il Bagaglino» di Pier Francesco Pingitore, lancialo quest'anno da «Striscia» di Ricci, ùnposto di nuovo, domani sera, su Canale 5 da «Il Ribaldone», numero unico della stagione prodotto da «Il Bagaglino», è un siciliano di Catania biondo e con gli occhi azzurri, uno di quelli che vengono definiti di «tipo normanno». Un signore dai modi un po' all'antica, apparentemente mite, in dissidio perenne con questa improvvisa popolarità che lo ha investito non per quel che lui è, ma per quel che finge di essere. «E' una convivenza faticosa: lavoro da trent'anni nello spettacolo e sono diventato famoso non per quel che so fare ma per come faccio bene un altro. Sono un controsenso». Cosa sogna, invece? «Uno spettacolo come "Studio Uno" di Falqui dove possa cantare accompagnato da un'orchestra di sessanta elementi». All'anagrafe il nome del falso D'Alema è Mario Cesare Colajanni, ma, avendo lavorato come cantante soprattutto nei teatrini del Nord Africa, da Tunisi a Casablanca, s'è scelto il nome d'arte di Albert che faceva più francese e meglio s'adattava a quel suo pubblico. «Mi chiamavano il Claude Francois italiano perché sono uno chansonnier nato: canto, recito, ballo come poco si usa fare da noi in Italia». A diciott'anni, racconta, già se ne andava in giro per Catania e provincia a esibirsi durante i pranzi di nozze, e, mentre tutti s'aspettavano «Oi Mari, oi Mari», lui partiva con un «Summertime» che ai più levava l'appettito ma che a qualcuno, più avvertito, portava l'eco del jazz americano. Conterraneo di Baudo, arrivato a Roma, dice di avergli telefonato 8745 volte per poter almeno ottenere un'audizione che lo facesse approdare nel mondo della tv, ma il fatale incontro non c'è stato perché con Baudo non è riuscito mai neanche a parla¬ re. «Meglio così. Almeno adesso non devo dire grazie a nessuno». A Massimo D'Alema è arrivato guardandosi allo specchio. «Una mattina ho visto la mia faccia e mi sono accorto di somigliare tale e quale a lui. Certo lui è bruno e io sono chiaro, ma truccato la somiglianza diventa impressionante». Senza trucco, invece, la magia sparisce, ma questo per Colajanni, in crisi di identità, non è fonte di cruccio, tutt'altro. «Detesto andar per strada spacciandomi per il presidente del Consiglio. Non mi sono mai servito del suo nome per salta- re una fila in banca o ottenere un trattamento di favore al ristorante. Solo un paio di volte, ai semafori, in automobile, qualche vigile, vedendomi truccato mentre me ne andavo al "Bagaglino", mi ha fatto cenno di passare come se fossi stato il vero D'Alema». E quando non fa D'Alema in tv cosa fa? «Vado in giro per l'Italia con il mio spettacolo. Purtroppo un "Forever-D'Alema-show", visto che la gente questo vuole. Quando sto in palcoscenico però non devo ripetere soltanto, come a Striscia, il tormentone dalemiano: "Comodi, comodi" o quello del Bagaglino: "E' veramente comico", ma posso anche cantare ed essere me stesso». D'Alema lo conosce? «Mai visto». Allora come fa a copiarne gesti e battute? «L'ho studiato a tavolino registrando i suoi discorsi dalla tv». Le piacerebbe incontrarlo? «Più che altro gli potrei essere utile. Se mi permettesse di stare al suo fianco gli farei perdere un po' di quella spocchia che lo rende poco simpatico». «Non ho mai sfruttato la mia somiglianza per saltare una fila o avere un tavolo al ristorante» A sinistra. Nathalie Caldonazzo; qui accanto, Albert Colajanni nei panni di Massimo d'Alema: sono entrambi protagonisti domani sera su Canale 5 . del «Ribaldone» numero unico della stagione prodotto da «Il Bagaglino»

Luoghi citati: Casablanca, Catania, Italia, Nord Africa, Roma, Tunisi