Il superelicottero esplode in diretta tv

Il superelicottero esplode in diretta tv IlilotaeParoliere estratti dai rottami ochi istanti rimache il velivolo saltasse in aria Il Il superelicottero esplode in diretta tv Precipita un Apache durante un 'esercitazione in Albania Vincenzo lessandoti inviato a TIRANA 7 La coda abbassata era un segnale pessimo, quasi che quel pericoloso scorpione reclamizzato, filmato, accarezzato e mitizzato dall'aspetto truce e dal nome roccioso, fosse diventato un cucciolo impaurito. Quella coda ha toccato i rami di un albero e l'Apache, dio della guerra del Golfo, è precipitato e poi è esploso. Provocando disperazione e sbigottimento. Non tanto per Fred, il pilota, o per Pnil, l'armiere-navigatore, che se la sono cavata con ferite non serie e un ovvio stato di choc, e neppure per i 70 miliardi immolati in quel rogo, quanto per una banale questione di immagine, Che ne esce naturalmente ammaccata. Un po' quello che era accaduto quando a Belgrado hanno visto l'aereo invisibile e l'hanno tirato giù. Per questo Robin Cook, ministro degli Esteri britannico, a mezzogiorno e mezzo di ieri dichiarava alla Bbc che «non abbiamo perduto nessun altro velivolo, oltre allo Stealth». Insomma, i serbi non hanno più fatto punti e gli incidenti non contano. Quando avevano deciso di mostrarsi, gli Apache lo avevano fatto in maniera teatrale, in stormo, con il sole in coda e l'esibizione aveva suggerito a qualcuno la più scontata fra le scene di Apocalypse Now. Anche l'altra notte si erano sollevati in branco: vanno sempre così all'attacco, e quello era il momento di simularne uno. Sette guerrieri, il primo in testa, gli altri dietro, a cuneo. Poco dopo le 22 hanno lasciato l'aeroporto di Rinas e puntato verso i monti del Nord-Est. Più oltre c'è il Kosovo, ci sono i carriarmati serbi, i mortai, i cannoni, i reggimenti di fanteria. In una parola: il nemico. Ma questa era un'ennesima esibizione ad uso e consumo delle tivù, tanto che una troupe dell'Abc era lì sul bordo della strada, a riprendere l'agguato dall'alto. "Gli Apache si sono abbassati, fino a sfiorare le chiome degli alberi, minacciosi hanno puntato verso l'obiettivo che si erano scelti e che forse era quella casa bassa in fondo alla gola. Ma il primo ha avuto uno scarto, non ha risposto al pilota, la coda si è avvicinata troppo agli alberi. «Tirati sul», gli hanno urlato dal secondo elicottero, quello più vicino. «Non ce la faccio, non ce la facciola. L'elicottero ha scollinato, è scomparso alla vista di quelli della tivù. Gli altri Apache hanno puntato verso il basso, nel buio, nel disperato tentativo di portare un qualche aiuto. «Alzati, alzati». Inutile. Li rotore di coda perdeva colpi, si è intravisto un leggero fumo, poi la coda ha sbattuto contro un albero, e il guerriero ha fatto un salto in avanti, si è sollevato, ma poi si è afflosciato, girandosi su sé stesso. Quaranta, forse 50 metri. Sono stati i seggiolini anti-crash a salvare la vita dei due perché hanno assorbito gran parte dell'urto. Gli altri sei elicotteri parevano impazzati, si sono gettati a capofitto nel buio, poi hanno formato un cer- chio. Qualcuno è balzato a terra, ha trascinato lontano i due feriti e subito dopo la perfetta macchina carica di munizioni è saltata in aria. Ma non è stato niente di più che un contrattempo, si sottolinea, purtroppo accaduto nel giorno in cui dagli aerei Lisa hanno lanciato sul Kosovo un volantino con la fo¬ to del guerriero e quella di un carroarmato serbo e la scritta: «Non aspettarmi. Rimani in Kosovo e sarai sicuramente morto». Come si dice? Carro avvisato... Ieri sono poi entrati in scena i caccia anti-carro A-10 dell'Aviazione Usa volteggiando in circolo sopra la linea di confine tra Albania e Kosovo e lanciando razzi illuminanti nel cielo sopra le postazioni della contraerea jugoslava onde sviarne i missili a ricerca di calore. Gli americani, ad ogni buon conto, per la caduta dell'Apache sono rimasti male, com'è comprensibile. E allora hanno deciso di spiegare il meno possibile e in mattinata, all'aeroporto di Rinas, hanno fatto circolare un comunicato a dir poco laconico: «Alle 22,30 un AH64 Apache, elicottero d'attacco, è caduto mentre svolgeva normale esercitazione di addestramento, aprossimativamente 40 chilometri a Nord Nord-Est dell'aeroporto di Tirana. I due piloti sono stati medicati a Mash 212, l'ospedale militare statunitense. Dai primi accertamenti sono in buone condizioni». Nessuna risposta alla domanda più ovvia: perché è accaduto? «Le cause sono in corso di accertamento. Ulteriori dettagli verranno fomiti quando ci saranno». Considerato che nel documento vien ricordato come l'elicottero appartenga alla «task force Oawks schierata in Albania sotto il comando statunitense in Europa», appare singolare la firma: «allied forces». Forse perché è bene condividere i fiaschi con gli amici. Il rotore di coda probabilmente per un guasto ha urtato un albero Sisp Due elicotteri da combattimento americani del tipo «AH64 Apache» fotografati lunedì mentre atterrano sulla pista dell'aeroporto di Rinas l'OTOmjUIERS)

Persone citate: Robin Cook