«I miei dubbi sulle truppe di terra»

«I miei dubbi sulle truppe di terra» «I miei dubbi sulle truppe di terra» Lungo colloquio di D'Alema con Sharon Maurizio Molinari ROMA Italia e Israele guardano con grande attenzione agli sforzi negoziali russi sul Kosovo, temono per la stabilità dei Balcani e studiano iniziative comuni per far fronte alla carenza di acqua potabile in Medio Oriente che minaccia di scatenare nuovi conflitti. Questo il risultato del lungo faccia a l'uccia di ieri a Palazzo Chigi fra il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, e il ministro degli Esteri di Gerusalemme, Ariel Sharon, cho poco prima aveva incontrato alla Farnesina il collega italiano, Lamberto Dini. «La Russia è un partner importante per risolvere una crisi carica di molti rischi» ha detto Sharon, ribadendo il sostegno di Israele all'azione intrapresa dagli Usa e dalla Nato. «Vi sono degli spiragli negoziali che non bisogna perdere», ha replicato D'Alema, concordando sui «rischi che corre la comunità internazionale» e aggiungendo: «1 nostri dubbi sull'intervento di terra nascono dalla prospettiva di lottare sul campo a fianco dell'Uck» che si butte per l'indipendenza. Proprio ieri è stato ricevuto alla Farnesina Bujar Bukoshi, premier del «governo kosovaro in esilio» e molto critico verso lu guerriglia dell'Uck. «L'Italia si rende ben conto - afferma Bukoshi - dei pericoli che comportano le spregiudicate ambizioni politiche sul Kosovo dell'Uck». Il Medio Oriente è stato però il piatto forte dell'incontro a Palazzo Chigi fra Sharon e D'Alema. L'ospite israeliano ha chiesto all'Italia «aiuto per aprire quelle porte del mondo arabo che ancora sono chiuse al dialogo». Un riferimento indiretto alla Siria di Assad, con cui il presidente del Consiglio ha parlato recentemente. Sharon ha quindi sottoposto a D'Alema «l'urgenza di un'azione europea per evitare in un prossimo futuro le guerre per l'acqua in Medio Oriente». La richiesta di Sharon si spiega con l'allarme causato quest'anno dalla siccità in Israele, Siria, Giordania e Territori palestinesi. In particolare Gerusalemme chiedo a Roma ed all'Unione Europea l'impegno in favore di «progetti concititi» come quello per realizzare uno stabilimento- di desalinizzazione nella Striscia di Gaza in grado di soddisfare la richiesta di acqua dell'intera popolazione palestinese. «Siamo intenzionati a contribuire a progetti concreti, ma fare la pace con i palestinesi è compito vostro», ha risposto D'Alema. I progetti idrici discussi a Palazzo Chigi saranno oggetto in ottobre a Torino in un vertice ministeriale fra tutti i Paesi dell'area euro-mediterranea. Sugli sviluppi del processo di pace D'Alema ha ammonito Israele a «non compiere gesti unilaterali controproducenti» facendo presente come l'Italia e l'Unione Europea si siano adoperate per «far rinviare ad Arafat la proclamazione dell'indipendenza dello Stato palestinese». Proprio per salutare questa decisione, presa ieri, D'Alema ha inviato un messaggio a Yasser Arafat. «C'è l'esigenza di sviluppi rapidi nel processo di pace - ha detto Dini a Sharon - per dissipare l'impressione che gli ostacoli vengano prevalentemente da parte vostra». Nell'incontro alla Farnesina si è discusso anche di Iran. Sharon si è detto «consapevole dell'ottimismo con cui l'Italia ha accolto il presidente iraniano Khatami» e si ò astenuto dal criticare apertamente la decisione di riceverlo. Ma ha subito dopo ha chiesto a Dini «impegno affinché non si aiuti l'Iran a procurarsi armi di distruzione di massa e vettori balistici per trasportarle». «Lavoriamo per far progredire le speranze di sviluppo per l'Iran e non per far crescere i suoi arsenali non convenzionali», ha concluso Ariel Sharon, confermando i timori di Israele per la possibilità che Teheran si giovi della tecnologia occidentale. Uomini del Battaglione San Marco si imbarcano per Valona sulla nave San Giorgio