Talbott-Cernomyrdin, delusione a Mosca di Giulietto Chiesa

Talbott-Cernomyrdin, delusione a Mosca Smentito un nuovo viaggio del negoziatore russo a Belgrado: non siamo postini degli ultimatum Talbott-Cernomyrdin, delusione a Mosca Progressi, ma resta lo scoglio della forza di controllo Giulietto Chiesa corrispondente da MOSCA Il campione degli ottimisti, Strobe Talbott, vice della signora Albrìght, non ha cavato un ragno dal buco in quel di Mosca. Se Cernomyrdin e Eltsin apparivano speranzosi, il ministro degli Esteri aveva gelato tutti. Cosa vi aspettate da questi colloqui? «Niente» aveva risposto Igor Ivanov. Eppure due ore e mezza di colloqui con Cernomyrdin, un'ora e mezzo di parole con Ivanov, sembravano over prodotto qualche progresso. Invece in serata è giunta conferma che le posizioni non si erano avvicinate di un centimetro, quando le voci di una partenza di Cernomyrdin alla volta di Belgrado sono state smentite risolutamente. Evidentemente non c'era niente di nuovo da «trasmettere» a Milosevic. Invece il plenipotenziario russo riceverà a Mosca Rudolph Sharping, ministro della Difesa tedesco e Georges I'apandreu, ministro degli listeri greco. Ma, come si comprende, non è la stossa cosa. La delusione a Mosca è grandò, e deriva dalle molteplici constatazioni delle ultimo ore che gli Stati Uniti non intendono concedere alcuno spazio di manovra. Ieri sera questa delusione la esprimeva meglio di tutti il più filo-occidentale dei quotidiani russi, con un titolo sarcastico in prima: «I registi occidentali invitano la Russia a svolgere un molo cruciale». Ci propongono scrive il giornale.' di «uscire con dignità dall'isolamento internazionale: svolgere una parte che è già stata scritta da altri, e raccogliere gli applausi». Più 0 meno e il tono amaro di tutti i commenti. Che si è tradotto ieri sera, significativamente, in una durissima nota ufficiale del ministero degli Esteri: «I documenti finali del summit Nato costituiscono in sostanza una esplicita pretesa di dominio dell'Alleanza sulla politica europea e mondiale. Un tale approccio non corrisponde agl'interessi della stabilità europea e agl'impegni internazionali assunti dai Paesi membri della Nato nell'ambito dell'Onu e dell'Osce», Un altro colpo di maglio è venuto dal ministro della Difesa, Sergeev, che ha definito l'allargamento della Nato ai Paesi baltici come una «seria minaccia, anche militare», che la Russia «non potrà mai accettare», e alla quale sarà costretta a rispondere «automaticamente con misure necessarie per ridurla al minimo». Il maresciallo Sergeev ha accennato a modifiche che verranno apportate alla dottrina militare russa, «sia sul piano convenzionale che strategico». A riprova che Strobe Talbott non è stata la miglior scelta del Dipartimento di Stato per questi colloqui, Ivanov ha ieri colto al balzo la sua presenza a Mosca per confermare davanti ai giornalisti che il blocco navale attorno alla Jugoslavia «non ha alcuna forza giuridica per la Russia» e che, quindi, «potrebbe aggravare la situazione». Mossa di contropiede che tende a rimettere in dubbio molte certezze della Nato secondo cui la Russia si sarebbe piegata senza reagire. Che il Cremlino rischi uno scontro è comunque fuor di questione, ma altrettanto fuor di questione è che non intenda rinunciare alla posizione di principio. Insomma si assiste a un indurimento multilaterale delle dichiarazioni russe, che merita di essere esaminato con attenzione. Anche perché è stato questa volta proprio il ministro Ivanov a scoprire tutte le carte della trattativa segreta tra Milosevic e Cernomyrdin. In un'intervista al New York Times Igor Ivanov ha rivelato che, grazie all'iniziativa russa, Milosevic si era detto disposto a concessioni. Quali? «Ri- duzione delle forze militari serbe in Kosovo al livello deU'ottobre scorso» e, «in termini generali», ad «accogliere forze internazionali di pace», ma «sotto l'egida dell'Onu». La situazione sarebbe ferma a questo punto, ha spiegato Ivanov, anche se il tentativo di modificarla è ancora in corso e la Russia non vi ha rinunciato. Il ministro russo ha anzi precisato che la discussione «riguarda adesso la composizione della forza internazionale» e altre questioni, non megbo precisate. Ma è stato molto duro verso la diplomazia americana. «Non è stata la Russia a creare questa situazione - ha detto - e non ci si può attendere che la risolva da sola». Insomma ha chiesto «spazio di manovra» e ha respinto il ruolo di «postino degli ultimatum della Nato». Purché si tenga conto, in occidente, ha concluso, che «per Milosevic sarà estremamente difficile concordare con la presenza di forze che per molti aspetti saranno sotto il controllo Nato». In pratica adesso si sa esattamente dove sono quasi tutte le pedule del gioco. Si tratta di vedere se Mosca sarà in grado di farle muovere. Certo non da sola. La Russia alza di nuovo il tono della polemica «La Nato pretende di dominare la politica mondiale» Il ministro degli Esteri Ivanov «Per mediare dobbiamo ottenere spazio di manovra» Il Cremlino ribadisce che il blocco navale contro la Serbia «non ha valore giuridico» e che può essere molto pericoloso Il ministro degli Esteri ivanov (a sin.) con il sottosegretario americano Talbott. Nella foto a sinistra Cernomyrdin e Eltsin