Al Toro riaffiorano vecchie paure di Bruno Bernardi

Al Toro riaffiorano vecchie paure Dopo l'ennesima sconfìtta rimediata a Bergamo cresce il timore di non farcela a risalire in serie A Al Toro riaffiorano vecchie paure Vidulich: «Restiamo uniti, siamo ancora secondi» Bruno Bernardi TORINO Ora, il nemico numero uno può essere la paura. Paura di non farcela a salire in serie A. Ma il Toro, per evitare di andare in affanno e complicarsi la vita, deve ripulire la mente dai fantasmi del passato e giocare le ultime sette gare con la massima determinazione, consapevole di poter realizzare i diecidodici punti necessari a difendere il secondo posto e a centrare la promozione. Basterebbe vincere tutte e quattro le partite in casa. Facile a dirsi, più difficile a farsi con i problemi che l'Atalanta ha messo a nudo e che riguardano tutti i reparti: la difesa che si fa bell'are su un calcio piazzato, il centrocampo che manca di creatività e di personalità, e l'attacco che non punge. Il solito mal di trasferta, la cui guarigione era stata solo apparente dopo le vittorie di Cosenza e di Verona con il Chievo. Le tre sconfitte consecutive di Genova, Pescara e Bergamo dovrebbero aver riaperto gli occhi a Mondonico, Oggi, a Orbassano, l'allenatore e la squadra analizzeranno l'ultimo ko per trovare le giuste contrarie quando, tra duo domeniche, ritorneranno al Bentegodi, contro la capolista, poi andranno a Treviso, contro una concorrente diretta, e infine ad Andria contro una Fidclis che potrebbe essere ancora impegolata nella lotta por la salvezza. Tre tapponi, come ama chiamarli Mondo. Ma il calendario, con quattro incontri al Delle Alpi, è dalla parte dei granata, almeno sulla carta. Napoli, Cesena, Brescia e Reggina debbono far visita al Toro che, davanti alla Curva Maratona, si trasforma. Lo testimoniano le undici vittorie, i tre pareggi e una sola sconfitta. E' una metamorfosi che, in serie B, hanno quasi tutte le squadre del gruppo di testa, ma il Toro è, insieme con il Ravenna, quella che tra le prime dieci ha perso più volte (otto) in campo avverso. Il presidente Vidulich ricorda che, dopo ogni passo falso, la squadra ha saputo reagire: «Certo, è giusto fare autocritica per la brutta prestazione, anche se a Bergamo l'Atalanta non ci ha schiacciati. Non abbiamo trovato la forza di pareggiare, pur in superiorità numerica per mezz'ora, ma siamo ancora secondi. E questo è un dato di fatto. Guai creare preoccupazioni inutili. Dobbiamo rimanere tutti uniti anche se consapevoli di quanto sia difficile il nostro compito. Il pubblico sarà la nostra arma in più». Il ds Pavarese, ex dirigente par- tenopeo, mette i granata sull'avviso: «In casa abbiamo già perso punti importanti con Ternana e Monza. Il Napoli è all'ultima spiaggia e per noi sarà una sfida determinante. Dopo aver rilanciato Pescara e Atalanta, sarebbe gravo farlo anche con gli azzurri». L'anticipo in campionato di sabato, precede di tre giorni le celebrazioni per commemorare il cinquantenario di Superga. E Vidulich chiede ai granata di oggi di onorare un passato glorioso. Grande Torino e «Filadelfia», un connubio inscindibile. E a proposito dello stadio, Aghemo conferma che il 4 maggio poserà la prima pietra: «Il Filadelfia lo ricostruisco, fosse l'ultima cosa che faccio nella vita». Nei progotti dell'imprenditore di Moncalieri c'è sempre l'acquisizione del pacchetto di maggioranza della società. E a questo proposito, annuncia che un suo emissario oggi o, al più tardi, domani incontrerà i due petrolieri indonesiani che deterrebbero il 66 % delle azioni granata: «I due personaggi esistono e lo dimostrerò in una conferenza-stampa che terrò verso la fine della prossima settimana. Rivelerò i loro nomi e cognomi. Gli indonesiani potrebbero diventare addirittura nostri partner nell'operazione Torino anche se a comandare saremo noia. Vidulich non replica : «Sono cose che danno fastidio un po' a tutti. A noi interessa soltanto la serie A». Ferrante, bomber granata

Persone citate: Aghemo, Andria, Mondonico, Pavarese, Vidulich