Lo scudetto del Milan è nelle reti di Bierhoff di Roberto Beccantini

Lo scudetto del Milan è nelle reti di Bierhoff Lo scudetto del Milan è nelle reti di Bierhoff Roberto Beccantini inviato a ROMA La volata-scudetto soffoca il raduno della Nazionale. Le voci del Milan rimbalzano contro i timpani della Lazio. Non sono urla selvagge, sono guanti di sfida che solcano il campionato. Il sorpasso appena sfiorato non significa stizza, malinconia. Tutt'altro. Quel piccolo grande punto che divide i due accampamenti, unisce e centrifuga speranze di segno opposto. Se Adriano Galliani confessa alla radio «sogno uno spareggio». Paolo Maldini, memore degli avvelenati episodi di Marassi e Vicenza, invita gli arbitri a stare attenti: «D'ora in poi, ogni errore avrà un peso infinitamente superiore a quelli commessi in avvio di stagione. Ero favorevole al sorteggio, ma riconosco che è stato un fiasco». Tre vittorie di fila. Ma anche, e soprattutto, un'improvvisa, e rigogliosa, crescita di personalità e di gioco. Le chiavi di lettura sono molteplici. «Fisicamente - spiega il capitano - stiamo bene. Il serbatoio è pieno; e la testa, sgombra». Domani, a Zagabria, Maldini taglierà il nastro delle 100 gare: «Molto ci ha giovato, insiste, l'essere fuori dalle coppe. Quando fai una scelta di fondo, e cambi tecnico, più t'alleni, più curi la didattica, meglio ò. La vivo come una eccezione, non certo come una regola: ma se oggi siamo piti freschi della Lazio, lo dobbiamo, almeno in parte, alla vacanza europea». Altra cosa: la correzione del ino- dillo, da 3-4-3 a 3-4-1-2. Un dettaglio ciuciale: «Primo, perché, ci offro più alternative; secondo, perche esalta le virtù di Boban; terzo, perché ha liberato Weah». E Bierhoff? Maldini ne santifica la praticità letale: «Era dai tempi di Van Basten che non avevamo un attaccante da 15-20 gol. Paragonarlo a Marco, è una cattiveria. Dico di più: fra i segreti della rinascita, reputo decisiva la volontà di non guardarci più indietro. Non è stalo facile, ma ci siamo riusciti». Demetrio Albertini è rientrato a Udine. Ha subito impugnato la bacchetta del centrocampo: «A Bierhoff chiedo i gol, non lo svolazzo. Più in generale, trovo che un aspetto fondamentale del nostro rilancio sia stata l'italianizzazione del gruppo. Penso ad Ambrosini, 21 anni, titolare nel Milan e al debutto in Nazionale. La storia non va calpestata: e noi, negli ultimi due anni, ce ne oravamo troppo allontanati». C'è poi la molla psicologica: «Non dimenticherò mai - prosegue Albertini -, la feroce contestazione dei tifosi, in occasione dell'ultima gara casalinga del campionato scorso. I bersagli tiravamo noi anziani, Maldini, Costacurta, il sottoscritto. Ce ne dissero di tutti i colori. Furono momenti, e toni, allucinanti. Personalmente, mi hanno aiutalo a reagire, anche se cancellarli mi è impossibile». Massimo Ambrosini è il suo fido scudiero: «Io a Padova, lui a Vicenza: siamo maturati in provincia - sorride Albertini -. Massimo sgobba come un malto: é sulla posizione che deve migliorare, non nel furore, non nei recuperi». Ambrosini si carica così: «Ho sofferto due infortuni molto gravi. Ho sempre reagito. Tocca anche a noi giovani rispondere all'invasione straniera. A me è stata data una chance: credo di averla sfruttata. Lo scudetto? Cinquanta e cinquanta». Della Lazio, Maldini vorrebbe la classifica, non il calendario. E ricorda: «Nel faccia a faccia dell'Olimpico, ci rifilarono 14 angoli a zero. Soffrimmo nel Crimo tempo, ma a fine partita di irra ne avevamo più noi. Lì per lì non ci feci molto caso». Anche Albertini applaude la nuova formula: «In fase d'attacco è cambiato poco; quando ci difendiamo, viceversa, Boban si aggiunge a me e a Ambrosini e così, in pratica, i centrali diventano tre». E bravo Zac. Sul conto del quale, sempre alla radio, Galliani racconta: «Se l'Inter avesse perso la finale di Coppa Uefa, Moratti lo avrebbe scritturato al posto di Simoni. Per fortuna, l'Inter vinse...». Maldini: «Dai tempi di Van Basten noi non avevamo un attaccante così. Ci ha giovato non avere gli impegni delle coppe; ma ora, arbitri, attenzione!»

Luoghi citati: Lazio, Padova, Roma, Udine, Vicenza, Zagabria