Il video candido di Balestri e la bella Italia di Fazzuoli

Il video candido di Balestri e la bella Italia di Fazzuoli TIVÙ'& TIVÙ' Il video candido di Balestri e la bella Italia di Fazzuoli LA televisione ogni tanto ci ripropova, con la candid camera. Questa volta tocca a Italia 1, che propone per tre serate «Candid camera Café», con Marco Balestri e Alessia Merz. La funzione della Merz, molto carina, è puramente decorativa, un po' come le copertine dell'Espresso o di Panorama con le ragazze nude che non c'entrano niente ma pare facciano vendere di più. E così la ex velina di «Striscia la notizia» è pronta ad alzarsi il bolerino fino a scoprire una porzione di seno, è pronta a leccare il gelato con quell'atteggiamento provocante tipico della pubblicità di coni, corpetti e cuori di panna, è pronta a svolgere quel ruolo femminile che un tempo si definiva tipico della «valletta». La parola è divenuta intanto «politicamente scorretta», ma il compito è quello, con qualche allusione erotica in più. E' qui che ci sono le donne nude?, si chiedeva Giorgio Faletti nel «Drive in» Anni Ottanta, con preveggente domanda. La candid camera, dunque: anch'essa è nata alla radio, naI turalmente negli Stati Uniti, in I cui venivano poste domande e Alessandra Cornasi registrate risposte all'insaputa dell'intervistato. In Italia per primo Nanni Loy rese popolare il genere dì spettacolo, negli Anna Sessanta con «Specchio segreto», che ebbe un effetto dirompente. Non si conoscevano ancora i trabocchetti della tv, il confine tra la realtà e la finzione era ben delimitato, la scoperta che la macchina da presa forniva queste possibilità di «spionaggio» infondeva una sorta di eccitazione nel pubblico. Si ricorda ancora la scena della zuppetta, con Loy che chiedeva di poter immergere la sua brioche nel cappuccino altrui. E anche l'altra sera questo avveniva, con il gelato per l'appunto. Inconsapevoli avventori venivano spiati nelle loro reazioni estemporanee mentre il cono appena acquistato veniva assaggiato dal pasticciere. Alcune scenette erano italiane, altre americane, Balestri con un nuovo pizzetto moderno contrappuntava e commentava gli episodi, la Merz si esponeva. Tre milioni 617 mila spettatori. Ali, la nostra bella Italia. Quanto più è deturpata, tanto più si merita programmi che ne esaltano le caratteristiche d'arte e di natura. Il sabato alle 14 va in onda «Made in Italy» su Raiuno, condotto da Federico Fazzuoli (ultima puntata il 1° maggio, un ascolto intomo ai 3 milioni e mezzo, 4 milioni di spettatori). Il primo merito della trasmissione è la scelta della divulgazione cronistica e corretta, preferita ai facili effetti enogastronomici e turistici imperversanti. Un altro merito è quello di proporre ritratti di località italiane meno conosciute. Come il castello di Santa Severina, in Calabria, vicino a Crotone; ma anche come palazzo Montecitorio del Bernini, sede della Camera dei deputati, di cui sono stati visitate le sale principali, che conosciamo soltanto per le vicende politiche che vi si svolgono; mentre il presidente Violante svolgeva un ruolo insolito, illustrando alcune opere d'arte contemporanea. Fazzuoli, il vecchio eroe di «Linea verde», si è anche meritato una partecipazione a «Striscia la notizia»: quando, con sprezzo del pericolo, si è inerpicato sulle impalcature di San Pietro. Senza schetto e senza rete.

Luoghi citati: Calabria, Crotone, Italia, Santa Severina, Stati Uniti