Cettina, un successo «veloce veloce»

Cettina, un successo «veloce veloce» Incontro con l'attrice protagonista di «Un medico in famiglia», stasera a Torino con un monologo teatrale Cettina, un successo «veloce veloce» Lunetta Savino è la beniamina dei più piccoli Cristina Caccia TORINO"' Tuo malgrado, ti stupisci che non abbia il grembiule e che non intercali la chiacchierata con il suo damme, veloce veloce». Limetta Savino, la Cettina del «Medico in famiglia» di Raiuno, non è di Mondragone ma di Bari, ha alle spalle una lunga carriera d'attrice e nel cassetto una laurea al Dams e un libro sul teatro di Peppino De Filippo. In questi giorni è a Torino per girare un film e per proporre - stasera all'Hiroshima Mon Amour - un monologo comico dall'argomento un po' «hard» che da anni porta in giro per l'Italia. Non è «Cettina»: ma tutti - tutti i più o meno dieci milioni di telespettatori che sono lo zoccolo duro della fictionevento di Raiuno - la vedono così. Le dà noia, l'identificazione? «Ma no. Ormai "sono" Cettina: e non è male. Nei negozi mi fanno passare avanti nelle code, mi fermano per strada, vogliono gli autografi. Mi sono pure dovuta far fare la foto, il "santino", da dare ai fans». In una parola, è famosa. «Già. Ma pare che questo sia niente, rispetto a cosa succede in Spagna, dove è stato preso il format della storia. Là sono arrivati all'ottava edizione, hanno fatto anche il 60% di share, e le notizie della trama del tipo "Lele sposa Alice" - finiscono nelle prime pagine dei quotidiani come notizie vere». Per lei comunque è un momen' to fortunato. «Fortuna no, diciamo che è un periodo felice. Ho molto lavoro. Qui a Torino sto girando "Peccato mortale" di Marco Colli: io e Giuliana De Sio siamo due zitelle in una storia grottesca e un po' noir tratta da un racconto di Tommaso Landolfì. E con Cristina Comencini, con cui ho già fatto "Matrimoni", a fine maggio farò un altro film, "Liberate i riesci", accanto a Michele Placido, Francesco Paolantoni, Emilio Solfrizzi e Laura Morante». Tanto lavoro: lo deve tutto a «Cettina»? «Tutto no, ma certo ha influito». Ma che cosa significa far parte di un vero e proprio fenomeno televisivo? Ancora domenica l'ascolto è stato di 9 milioni 523 mila telespettatori, con il 36,29% di share. «Vuol dire un grosso lavoro. Si girano 9-10 minuti al giorno, varie scene per volta, ò un po' come fare tanti piccoli film. Non si riesce a stare dietro al copione, non c'è il tempo per imparare a memoria». Improvvisate? «Ogni tanto. Con Lino Banfi l'abbiamo fatto un paio di volte, e ci siamo pure beccati l'applauso della troupe, che è un riconoscimento molto ambito perché i tecnici, si sa, per gli attori sono i giudici più tremendi. Per noi poi, sono stato a lungo gli unici: man mano che registravamo non abbiamo potuto vedere il prodotto finito. Ci dovevamo attenere all'entusiasmo della troupe e di chi visitava di passaggio il set. Cosi anche noi ora, alla domenica sera ci "guardiamo" in tv». E' un set allegro, quello di «Un medico in famiglia»? «E' simpatico sì, non ci sono prime donne, non si litiga, non c'è competitività». E la sua Cettina, com'è? «E' un bel personaggio, accattivante, umano, ottimista a oltranza come me, che cerco di vedere sempre uno spiraglio». Le somiglia dunque? «Le ho dato l'anima. E anche qualche modo di dire. H famoso "veloce veloce" che pare piaccia tanto ai bambini, si usa molto dalle mia parti e ce l'ho aggiunto io». Anche il tormentone di nonno Libero è «firmato»? «Sì. "Una parola è troppa e due sono poche" è un'invenzione di Banfi». Secondo lei, perché avete avuto tutto questo successo? «Perché è una bella e solida sceneggiatura e ogni membro del cast, dai tecnici agli attori, sa il fatto suo. E poi perché raccontiamo una famiglia allegra, quella che tutti vorrebbero avere. Facciamo colazioni collettive che ormai, nelle case vere, non esistono più. Inoltre, con il fatto che manca la figura forte della madre, le regole le dettano via via Lele, il nonno Libero, anche la colf Cettina: è una democrazia che lascia molte strade aperte». ■ Torniamo allo spettacolo di stasera. Dal titolo, «riova orale per membri esterni», sembra promettere risate vietate ai 18: è così? «Sì sì. E' un monologo di Claudio Grimaldi che porto in giro dal '95; a Roma è stato in cartellone in vari teatri per tre anni consecutivi. E' stato scritto in tempi non sospetti, con Monica Lewinski non c'entra nulla, e neppure con Alien: mi hanno detto die in un suo film c'è una scena che è pari pari a una scena mia. Ma è stato Woody a copiare da me». Una laurea al Dams e molto palcoscenico: «Ora mi sono dovuta fare la foto-santino da dare ai fans che mi fermano per la strada» LA PREVALENZA DEL BAMBINO Il ASCOLTO MEDIO DI «UN MEDICO IN FAMIGLIA»: FASCE D'ITA' RAGAZZI TRA GLI 8 E I 14 ANNI 8.175.000 (share 30,89%} UOMINI TRAI 15 E I 24 ANNI: TRA I 45 E I 55 ANNI: DONNE TRAI 15 E 24 ANNI: TRA I 33 E I 44 ANNI: 34,7% 33,7% 45,3% 44,4% MILENA VUKOTIC E' NONNA ENRICA RICCARDO GARRONE E' NONNO NICOLA ANZIANI SOPRA 65 ANNI UOMINI: 24,5% DONNE: 31,»% LIVELLO D'ISTRUZIONE (% shore rilevolo sulla puntato del 21 mono) ELEMENTARE 34,3% MEDIA 33 4% INFERIORE ' MEDIA SUPERIORE 31,6% UNIVERSITARIA 34,1% per membri esterni», sembra ENRICO BRIGNANO E' GIACINTO LUNETTA SAVINO E' CETTINA MARGOT SKABONYI E' MARIA GIULIO SCARPATI E' LELE CLAUDIA PANDOLFI E' ALICE MANUELE LABATE E ALBERTO MIKI CADEDDU E' CICCIO LINO BANFI E' NONNO LIBERO ELEONORA CADEDDU E' LA PICCOLA ANNUCCIA DONNE TRAI 15 E 24TRA I 33 E I 44MILENA VUKOTIC E' NONNA ENRICA RICCARDO GARRONE E' NONNO NICOLA Il gruppo dei proiagonisti della fiction più amata dell'anno: Lunetta Savino è la coli di casa Martini. Da metà luglio, per sette mesi, la Rai girerà gli altri 26 episodi della serie

Luoghi citati: Bari, Hiroshima Mon Amour, Italia, Mondragone, Roma, Spagna, Torino