Vincenzo Cerami

Vincenzo Cerami Vincenzo Cerami «La sinistra? E'piccolo-borghese uguale al centro e alla destra» Ha ancora senso la distinzione fra destra e sinistra? Quali sono I nuovi valori che la sinistra deve tutelare? Qual è l'identità della sinistra di governo? la rivista MicroMega, nel numero In edicola da oggi, lo ha chiesto in un lungo questionario non ai politici, ma ad alcuni noti esponenti della società civile che hanno risposto, ciascuno scegliendo il «genere letterario più congeniale. Pubblichiamo un ampio brano della risposta di Vincenzio Cerami, lo sceneggiatore di Lo vita è bella, di Benigni, un saggio intitolato Lo sinistra piccolo-borghese. Vincenzo Cerami « j ION voglio certo clire che gli m\ italiani siano tutti uguali e |%l cloni del prototipo cittadino 1 massificato. Una destra e * 'luna sinistra esistono. Non tanto separate culturalmente quanto da una diversa disposizione intellettuale. Tanti anni di opposizione, cioè di un secolare richiamo a ideali più o meno realizzabili, hanno educato molte generazioni a non identificare il proprio interesse con l'interesse generale. Per questa ragione la sinistra può farsi forte di un'idea «morale» del capitalismo. Idea morale che i cattolici, non più protetti dall'alibi della guerra fredda (quando hanno principalmente difeso e amministrato il potere), oggi possono ritrovare solo nella posizione avanzata che il pontefice ha assunto nei confronti delle spietate logiche del mercato. Al di sotto di queste differenti disposizioni intellettuali, la massa italiana, come diceva Pasolini, è «omologata», cioè monoculturale, sia linguisticamente (dopo la scomparsa dei dialetti) che fenomenologicamente (dopo la scomparsa delle minoranze culturali). Da noi l'origine piccoloborghese del pensiero di destra (e del centro) è la stessa della sinistra. Solo che la sinistra, per darsi un corpo diverso e una diversa forma mentis, alternativa e autonoma, si è costruita una identità «in opposizione» ai disvalori piccolo-borghesi. Il comunista era innanzi tutto un non-razzista, un non-conformista, un non-borghese eccetera. Era un «non-essere» e non un «essere». Il mito della diversità raccontava dolorosamente l'impotenza di un uomo di sinistra che non riesce ad essere qualcosa di diverso dal piccoloborghese che inesorabilmente era. Quando il nostro attuale guardasigilli (tuttora comunista) afferma che sono muglio i film con Edwige Fenech di quelli di Fellini (e quindi meglio la Tamaro di Proust e la mortadella del caviale) si esplica concretamente la comune identità culturale tra alto quadro della sinistra e il coatto piccolo-borghese di periferia. Il nostro ministro forse conosce a memoria il Capitale, ma di fatto è preda della sua cultura (sottocultura), che è sempre più forte e operante delle belle idee. La televisione di Bemabei, che operava moralisticamente affinché gli italiani crescessero con l'Italia in senso piccolo-borghese e bigotto, andò in pozzi grazie ai nuovi modelli familiari proposti dalla pubblicità, più incisivi e soprattutto più vicini alla realtà italiana. I «capelloni», tenuti fuori della porta della televisione pubblica entrarono dalla finestra grazie alle esigenze del mercato che in quei tipi strani coglieva già una nuova indole consumistica, Il femminismo, dalla sinistra retoricamente interpretato come fenomeno di emancipazione e frutto di una lunga lotta di liberazione democratica, quasi mai venne visto anche come razionalizzazione voluta dal mercato che aveva bisogno di altri agguerriti consumatori. (...) L'Italia, proprio perché storicamente priva di identità nazionale, è stato il primo Paese europeo a trasformarsi in società di massa. Nessuna barriera protettiva è stata posta di fronte all'invasione culturale americana, com'è successo in Francia e in Germania. In questo senso è un Paese all'avanguardia perché anche gli altri Paesi stanno conoscendo un profondo cambiamento in direzione della società di massa. Solo la nascita di una reale identità europea può modificare una tendenza all'americanizzazione che sembra oggi inarrestabile. I segni che formalizzano il linguaggio della sinistra attuale sono esplosi negli Anni Sessanta e Settanta e oggi hanno difficoltà a raccontare oggettivamente il presente. I suoi referenti impliciti sono svuotati di contenuto, sono tutt'al più sopravvivenze, piccoli segmenti di verità. Nella sostanza andrebbe pazientemente riscritto il lessico, definendo ogni parola e ogni concetto. Ma soprattutto vanno meglio individuati i settori che realmente incidono sulla qualità della vita. Bisogna avere il co- 3o, tra l'altro, di affermare che linguaggio, essendosi storicamente poco allenato con le terminologie della democrazia che un tempo la sinistra rimuoveva definendola «borghese», non riesce ad esprimersi senza ambiguità. Per esempio: che senso ha il termine «conservatore» nella società di massa tutta sincronica? Anche «qualunquismo» non significa niente in una realtà dai segni esplosi. La parola «fascista» non può più essere usata come mia metafora quando il potere ha perso ogni centralità politica dislocandosi nelle logiche dei mercati. Il «conformista» oggi è solo colui il quale si comporta secondo i modelli del mercato, mentre fino a ieri aderiva all'immagine del bravo italiano proposto dall ideologia piccolo-borghese. Il termine «conformista» ha perso per strada ogni connotato anche vagamente politico. E' dal pathos che va depurato quel linguaggio, perché crea giustamente diffidenze, perché suggerisce l'idea della politica come qualcosa che serve a creare cittadini giusti, onesti e felici. La politica è ius, non èfas. E personalmente voglio avere il diritto di scegUermi un idea personale, tutta mia, di giustizia, di onestà e di felicità. La politica mi metta nelle condizioni di pereeguire questi miei obiettivi, ma si fermi là. Voglio essere libero di continuare a pensare che, malgrado non ci sia alternativa alla democrazia, la maggioranza ha sempre torto. Ogni maggioranza. (...) r:-_ «L'Italia Li è storicamente priva di identità nazionale, soltanto una reale coscienza europea può modificare la tendenza a una arnericanizzazione inarrestabile» e implica il re una prioà assoluta a stabilità prezzi e alquilibrio di ancio anche nuoce almpiego, alla Sinistra non rimane che fare un ultimo passo: ricoscere che la flessibilità del merto del lavoro costituisce la sola ma efficace nella lotta alla disocpazione. Poco importa che in tal odo si rinunci a una delle caratte¬ promessa di una mobilità sociale in rapida ascesa, fondata sull'impegno, legittima un punto di partenza così basso e che ciascuno sia responsabile del proprio scacco. Questo elemento specifico del modello americano oggi è valutato, persino negli Stati Uniti, con molta meno ingenuità di un tempo. Gli Americani ritengono che mini i fondamenti della società e che spieghi almeno in parte il tasso elevato di criminalità. Numerosi econoniisti Usa, compresi alcuni fra i più liberisti, stanno studiando i mezzi per diciotto mesi, la Riserva federale (Fedi ha abbassato di sette punti i tassi d'interesse, facendoli passare dal dieci al tre per cento, laddove la Vincenzo Cerami «La sinistra? E'piccolo-borghese uguale al centro e alla destra» a ancora senso la distinzione fra destra e sinistra? Quali sono I nuovi lori che la sinistra deve tutelare? Qual è l'identità della sinistra di gorno? la rivista MicroMega, nel numero In edicola da oggi, lo ha chieo in un lungo questionario non ai politici, ma ad alcuni noti esponenti ella società civile che hanno risposto, ciascuno scegliendo il «genere tterario più congeniale. Pubblichiamo un ampio brano della risposta fini d'espansione le denza delle banche cdella zona euro - è astato proposto come presdella Commissione europea. sono sempre trovare ragioniranza. Copyright: Fitoussi - Le LaUn disegno di Steinberg In alto a sinistra l'economista francese Jean-Paul Fitoussi In basso lo scrittore Vincenzo Cerami r:-_ «L'Italia Li è storicamente Un disegno di Steinberg In alto a sinistra l'economista francese Jean-Paul Fitoussi In basso lo scrittore Vincenzo Cerami

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