Annan ritorna in campo
Annan ritorna in campo «Se fossero state avanzate proposte per risistemare i Balcani non esisterebbe questa tragedia» Annan ritorna in campo Appello all'Europa e viaggio a Mosca Emanuele Novazlo corrispondente da BONN «Non assisteremmo ai tragici avvenimenti di questi giorni, se intelligenti proposte per la risistemazione dei Balcani fossero state avanzate prima. Quante cose avrebbero potuto essere evitate, se queste idee fossero state formulate prima». Il monito del segretario dell'Onu è generico soltanto in apparenza: da Berlino - prima tappa di un tour europeo che lo porterà domani sera a Mosca, dove annuncerà l'avvio di una nuova missione di pace affidata a due mediatori di sua fiducia - Kofi Annan ha lanciato un appello soprattutto all'Europa: incitandola a «realizzare in pieno il proprio ruolo all'interno delle Nazioni Unite, che soltanto in questo modo potranno realizzare in pieno il loro». E spronandola a intensificare l'impegno in favore delle «regioni orientali e sudorientali del continente»: prestando attenzione non soltanto ai «candidati più promettenti» all'ingresso nell'Unione europea; ma anche ai Paesi piti deboli e poveri, quelli che più facilmente «possono cadere sotto l'influsso di leader populistici capaci di sfruttare il risentimento di popoli che si sentono perdonti». In questo appello c'è chi ha visto soprattutto un tentativo di riequilibrare le Nazioni Unite in senso europeo, adesso che l'unità del continente ha compiuto un balzo - con l'introduzione della moneta unica - ma l'unità politica resta lontana. Nelle parole di Annan, altri hanno inteso il tentativo di difendere l'Onu e il suo segretario generale dall'accusa di immobilismo nella crisi dei Balcani. Anche per questo, forse, Kofi Annan ha accompagnato il monito agli europei con l'annuncio che le Nazioni Unite intensificheranno i propri sforzi per porre fine alla guerra: nei prossimi giorni, subito dopo i colloqui con Eltsin a Mosca, la supervisione della crisi balcanica sarà affidata a due mediatori scelti dal segretario generale. Un occidentale (ma di un Pause nonNato) e un rappresentante dell'ex blocco sovietico, si dice: fra i nomi circolati nelle ultime ore, quelli dell'ex Cancel¬ liere austriaco Franz Vranitzky e dell'ex premier svedese Cari Bildt. Quasi certamente, invece, l'ex Cancelliere tedesco Helmut Kohl limiterà il proprio impegno nella crisi balcanica - preannunciato dal suo successore alla testa della Cdu, Wolfgang Schaeuble - a contatti informali nei quali sfrutterà le relazioni e il prestigio sviluppati nei sedici anni di Cancellierato. Il suo intervento, si nota a Bonn, potrebbe essere fruttuoso soprattutto con gli interlocutori russi. Che cosa si aspetta il segre- tario generale del'Onu dalla sua missione a Mosca? A Berlino, ieri, Kofi Annan è stato cauto. Ma ha ribadito che l'obiettivo principale è garantire il ritorno dei profughi: «I nostri sforzi saranno giudicati soltanto su questa base. Se gli abitanti del Kosovo riusciranno a tornare alle loro case in fretta e in piena sicurezzza, con il pieno rispetto dei diritti umani e politici, saremo di fronte a una vittoria dell'Europa, delle Nazioni Unite e dell'umanità. Tutto il resto sarebbe una sconfitta». Prima di partire per la Rus- sia, Kofi Annan incontrerà il cancelliere Schroeder e il ministro degli Esteri Fischer, fra i più convinti sostenitori della necessità di un «ruolo attivo» di Mosca, ma entrambi in difficoltà di fronte all'intensificarsi della protesta contro la guerra, all'interno dei partiti di governo. Di ritorno dal vertice Nato di Washington, Schroeder ha ammonito l'Spd a rispettarne la linea, e ha respinto l'appello di un'ala del partito per «un immediato cessate il fuoco»: «Una richiesta pericolosa», ha commentato il Cancelliere.
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