Mafia e appalti, manette al sottosegretario di Fabio Albanese

Mafia e appalti, manette al sottosegretario Catania, si allarga l'inchiesta sull'ospedale Garibaldi. In carcere anche un assessore regionale Mafia e appalti, manette al sottosegretario In cella Cusumano, chiesto l'arresto di un senatore Udr Fabio Albanese CATANIA " Un sottosegretario e un assessore regionale in carcere, la richiesta di arresto per un senatore della Repubblica, altre 8 persone tra amministratori, funzionari e intermediari finiti in manette. L'inchiesta sugli appalti per la costruzione del nuovo ospedale Garibaldi all'alba di ieri ha subito un'impennata con l'arresto del sottosegretario al Tesoro Stefano «Nuccio» Cusumano e dell'assessore regionale all'Industria Giuseppe Castiglione: i due sono accusati di turbativa d'asta aggravata e concorso in associazione mafiosa. L'immunità parlamentare ha invece «salvato» il senatore Pino Firrarello, suocero di Castiglione, accusato anche di corruzione e per il quale la Procura e il gip di Catania chiederanno al Senato l'autorizzazione all'arresto. Tutti e tre sono esponenti dell'Udr e, all'epoca dei fatti, del Cdu. Dopo l'arresto nella sua casa di Sciacca e il trasferimento a Catania, Cusumano ha accusato un malore ed è stato ricoverato, ironia della sorte, in quell'ospedale Garibaldi fonte dei suoi guai. Firrarello, che respinge ogni accusa, viene considerata una delle «menti» di questa storia. Una delle persone che lo chiama in causa lo definisce così: «Costituiva l'anello di congiunzione tra gli affari siciliani e la politica romana... era il nuovo Lima». Al centro dell'inchiesta, giunta con gli arresti di ieri al terzo capitolo, c'è sempre la costruzione del nuovo ospedale Garibaldi, la lite tra le imprese per aggiudi carsi gli appalti, lo «scambio» di appalti tra le imprese concorrenti per quietare i dissidi. La mafia prende parte per uno e per l'altro concorrente. I politici decidono chi deve prendere l'appalto e, nel caso di liti, risolvono le grane. Per questo, secondo i magistrati della Procura di Catania, Sebastiano Ardita, Nicolò Marino e Luigi Lombardo, l'episodio-chiave è un incontro alla fine di settembre o agli inizi di ottobre del '97 a Roma, nei salotti dell'hotel Nazionale, proprio di fronte a Montecitorio. Vi prendono parte Cusumano, Castiglione, Firrarello, gli imprenditori Vincenzo Randazzo e Giulio Romagnoli. Al termine, una stretta di mano suggella l'accordo che prevede la spartizione degli appalti: alla Cgp di Romagnoli l'ospedale Garibaldi, alla Cogego di Ran- dazzo la costruzione del residence per studenti del «Tavoliere». Romagnoli era stato consigliato di rivolgersi a Firrarello da Giuseppe Mirenna, faccendiere della mafia catanese che però Romagnoli dice di aver conosciuto come «il geometra Sina tra». Sarà poi lo stesso Mirenna a rivelarsi a Romagnoli come «l'anello di congiunzione tra mafia e politica». Romagnoli gli diede 320 milioni «che - dice Romagnoli - intesi destinati almeno in parte a Firrarello». Il senatore respinge ogni coinvolgimento e dice che questa vicenda «è devastante come una bomba nell'ex Jugoslavia» e definisce il genero, Giuseppe Castiglione, «un perseguitato politico». «Questa storia è frutto di manipolazione e persecuzione politica - ha aggiunto -, in Senato mi difenderò a testa alta». Appena domenica scorsa, Firrarello aveva annunciato di avere accettato la candidatura alle europee propostagli dal segretario dell'Udr Mastella. Ora fa notare «alcune strane coincidenze»: «Il mio nome, quando si è saputo dell'inchiesta, è saltato fuori il giorno prima che venissi nominato sottosegretario - dice - e oggi arriva la richiesta di arresto, il giorno dopo la mia candidatura per Bruxel¬ les». Tra le persone arrestate ieri dagli agenti della Dia e dai carabinieri di Catania ci sono anche il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Garibaldi, Roberto Mangione, il funzionario regionale Valerio Infantino, il commerciante di auto Salvatore Puglisi e lo stesso Vincenzo Randazzo. Già nel primo troncone dell'inchiesta, che nell'ottobre '98 ha portato in carcere lo stesso Romagnoli e altre quattro persone, erano emerse vicende che mettevano in evidenza i rapporti tra malia, politica e affari. Tra le persone coinvolte anche il lxxss Giuseppe Intelisano, già reggente del clan Santapaola, che avrebbe assicurato all'impresa di Romagnoli l'aggiudicazione degli appalti, minacciando o corrompendo i membri della commissione esaminatrice. La collaborazione di alcuni degli arrestati ha provocato il blitz di ieri. Un troncone dell'inchiesta, nell'ottobre del '97 proprio mentre nell'albergo ili Roma si stringevano patti di ferro, portò in carcere per il primo lotto dell'ospedale l'ex presidente della Regione Rino Nicolosi, scomparso alcuni mesi fa, l'imprenditore Filippo Salomone, e il dirigente di una coop rossa «II parlamentare Firrarello era l'anello di congiunzione tra gli affari siciliani e la politica romana Come un nuovo Lima» Altri otto arresti tra amministratori funzionari e intermediari «Questa storia è frutto di manipolazione e . persecuzione politica» Un primo troncone dell'indagine aveva portato in carcere l'anno scorso l'imprenditore Romagnoli ittr&5 .30fn£iD£tA> e altre 4 persone Un'immagine di Sciacca, l'Atene dei notabili siciliani. Qui abita tra gli ■ altri il sottosegretario finito in manette