Sicilia: ora la giunta traballa

Sicilia: ora la giunta traballa Sicilia: ora la giunta traballa IDs: «Basta una verìfica», ma il Polo dice «no» Antonio Ravldà corrispondente da PALERMO Gli arresti por lo scandalo dell'ospedale Garibaldi di Catania sono come un pugno nello stomaco per il governo di centro-sinistra che in Regione a Palermo è presieduto dal diessino Angolo Capodicasa. Per la prima volta un assessore siciliano in carica finisce in prigione e l'imbarazzo nella maggioranza in Regione è più che evidente. Lo stesso Capodicasa, annunciando per oggi una verifica e che assumerà l'interim dell'assessorato all'Industria retto (per il terzo governo consecutivo) da Giuseppe Castiglione, dice: «La verifica già programmata va approfondita e accelerata». E per tagliar corto su eventuali sordità e cecità aggiunge: «La vicenda va immediatamente affrontata in sede politica e parlamentare». Il governo siciliano, il primo guidato da un post comunista nei 52 anni dell'autonomia speciale dell'Isola, già dieci giorni fa se l'era vista brutta sulla finanziaria da 1000 miliardi approvata infine dopo che Capodicasa aveva posto la fiducia. I/esito della votazione (49 sì) aveva spento le speranze del «partito della crisi» alimentate dagli astii e dalle recriminazioni del Polo che, pagando per le sue molte lacerazioni, cinque mesi fa dovette cedere al centro-sinistra la guida della Regione. La verifica potrà bastare? Dal Polo, ora dopo lo scandalo, parte un coro di no. Ma il segretario regionale dei Ds Claudio Fava, acclamato domenica sera nella sua città, Catania, accanto a Valter Veltroni che lì ha aperto di fatto la campagna elettorale per le Europee, pigia il tasto proprio sulla verifica «anche per garantire che la legalità resti il requisito politico irrinunciabile di questa coalizione». Un terreno, questo, dal quale non si tira fuori lo stesso Presidente della Regione. Infatti, augurando a Giuseppe Castiglione di poter dimostrare la sua estraneità, Capodicasa assi- cura: «Il governo rafforzerà l'impegno per la legalità e la trasparenza, presupposti sui quali è stato formato cinque mesi fa». Da Alleanza nazionale viene un fuoco di fila per le immediate dimissioni di Capodicasa, mentre Forza Italia appare un po' più moderata o forse semplicemente prudente. Il coordinatore siciliano di An Guido Lo Porto rilancia l'ipotesi di un governo di programma capace di affrontare tutte le emergenze e definisce la situazione politica siciliana «ormai intollerabile». Il capogruppo all'Assemblea regionale Saverio La Grua invoca la questione morale e sollecita Capodicasa ad andarsene subito dopo aver approvato un bilancio tecnico. E Fabio Granata, presidente della Commissione regionale antimafia, anche lui esponente di punta di An: «Farebbero bene gli esponenti della sinistra siciliana a rivedere la loro posizione contraria a un governo che, attraverso l'accordo delle grandi forze bipolari, spezzi ogni linea di conti¬ nuità con le prassi del passato». Invece per Gianfranco Micciché, coordinatore regionale di Forza Italia, potrebbe essere arrivato il momento di verificare qui «prima che nel resto d'Italia, le condizioni per un bipolarismo più simile al modello europeo». Ma non manca di porre limiti a un eventuale governo («non ne appare ipotizzabile uno con forze politiche che nulla hanno in comune con noi e con i nostri programmi») che a suo parere dovrebbe limitarsi a poche emergenze come la riforma elettorale «che abbia per obiettivo la stabilità dei governi futuri». «Vigilanza costante e azione più efficace per affrontare la trasparenza in tutti gli atti della pubblica amministrazione», chiede Filippo Panaréllo, segretario siciliano della Cgil che precisa come i fatti contestati agli arrestati non riguardino l'attuale maggioranza, cosa fatta presente anche da Capodicasa, Fava e lealmente anche da alcuni esponenti dell'opposizione.

Luoghi citati: Catania, Italia, Palermo, Sicilia