Nel governo una poltrona resterà vuota

Nel governo una poltrona resterà vuota Reazioni caute sia nella maggioranza, sia nell'opposizione e l'Udr non chiede un «ricambio» Nel governo una poltrona resterà vuota Tolto l'incarico all'inquisito ROMA Per molte ore il Presidente del Consiglio non ha saputo nulla. Ieri mattina, quando in Italia si sono diffuse le prime notizie sull'inchiesta siciliana. Massimo D'Alcma era in volo di ritorno dagli Stati Uniti e l'anacronistica strumentazione degli aerei della Presidenza del Consiglio, anche stavolta, non ha consentito collegamenti continui tra il capo del governo e Palazzo Chigi. Soltanto alle 13, quando l'aereo presidenziale e arrivato a Roma, D'Alema ò stato informato e la sua prima reazione è stata quella di convocare il Consiglio dei ministri. Con un unico punto all'ordine del giorno: la revoca del sottosegretario al Tesoro Nuccio Cusumano. Dopo la trasferta americana uno dei momenti più gratificanti della sua presidenza D'Alema forse si aspettava un rientro più soft, ma l'arresto di un esponente del suo governo lo ha costretto a dare un segnale immediato. Certo, come ha spiegato lo stosso D'Alema ai suoi ministri - nel corso di un Consiglio rapidissimo - «in circostanze come quelle che riguardano il dottor Cusumano, la revoca da un incarico di governo si configura come un atto dovuto» e questo sia «per un rispetto pieno dell'azione della magistratura, sia per il libero esercizio del diritto di difesa della persona indagata». Una volta deciso di rimuovere Cusumano, il governo doveva decidere se sostituire l'esponente Udr con un altro personaggio di quel partito, secondo un automatismo rispettato da tutti i governi, quasi senza eccezioni. Della questione hanno parlato il sottosegretario alla Presidenza Marco Minniti e Clemente Mastella e visto che il segretario dell'Udr non ha insistito, per il presidente dei Consiglio non ci sono state nuove e fastidiose trattative da intavolare: Cusumano non è stato sostituito e salvo colpi di scena la sua poltrona resterà vacante. Clemente Mastella, in una situazione che lo vede in difficoltà, non ha voluto incassare subito il rimpiazzo. Con l'effetto un po' bizzarro che l'Udr, etichettato dai nemici il «partito desile poltrone», nel giro di poche settimane ha perso (e non rimpiazzato) i due sottosegretariati forse più importanti che ora riuscito a portare a casa: quello all'Interno (Diego Masi si era dimesso, in vista della trasmigrazione verso il Polo) e ora quello al Tesoro. Dal punto di vista istituzionale, il caso è stato chiuso in poche ore, ma la sorpresa e stata chi; anche dal punto di vista politico, almono por ora, la vicenda ha avuto un impatto assai più soft rispetto a storie analoghe. Da sinistra, dove pure si annidano diffidenze esibite nei confronti dell'Udr, stavolta non si è alzata una sola voce per stigmatizzare, condannare, prendere le distanze dal partito di Mastella, quasi decisivo per le sorti del governo. Unica voce dissonante quella del verde Pieroni («D'Alema tragga le conseguenze, la vicenda è estremamente grave»), mentre dall'altra parte della barricata Forza Italia, che pure detesta i «voltagabbana» dell'Udr, per coerenza garantista ha preso un atteggiamento cauto. E così, in quello che si era profilato il giorno più nero per i mastelliani, le prime caute reazioni degli altri partiti autorizzavano il sottosegretario Udr Agazio Loiero a mostrarsi ottimista: «In un Paese nel quale l'Udr continua ad avere un'immagine negativa, questo parti¬ to vanta gruppi al Senato e alla Camera - cosa che neanche Prodi e Di Pietro sono riusciti a fare - e non stupirebbe se alle Europee l'Udr si collocasse attorno al 4%...». In questo clima si è distinto Francesco Cossiga che ha fatto diffondere un comunicato quasi affettuoso nei confronti dei suoi ex amici: «Mastella è un ragazzaccio per ben altri motivi, d'ordine politico, ma non si può certo addebitare a lui né a coloro che si sono posti al suo seguito questo doloroso accadimento». E si chiosa così: «Io sono una persona perbene e far polemiche su questo piano mi disgusta». [f. mar.] Cossiga getta acqua sul fuoco «Non si può addebitare all'Udr questo doloroso accadimento Mi disgusta far polemiche su cose simili» Il ministro del Tesoro Cario Azeglio Ciampi ha revocato le deleghe del sottosegretario Cusumano

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