Dall' Ocse l'allarem prezzi agricoli

Dall' Ocse l'allarem prezzi agricoli Il rapporto: calo drammatico, solo evitando protezionismi ci sarà una ripresa Dall' Ocse l'allarem prezzi agricoli Nomisma: Agenda 2000 ultima chance italiana Vanni Cornerò ROMA I prezzi dei prodotti agricoli continuano la loro discesa. I dati Istat per il '98 segnalano che, in Italia, la diminuzione è stata dello 0,3% rispetto all'anno precedente, che già aveva fatto registrare una contrazione delio 0,7% sul 96. E a marzo di quest'anno la frenata e stala del 2%. Ma la situazione è generale: l'Ocse parla di «calo drammatico» e segnala che i listini dei prodotti agricoli sono ormai al livello più basso dal dopoguerra in poi, L'allarmante constatazione è contenuta nell'annuale rapporto che l'organizzazione dei principali Paesi industralizzati del mondo dedica alle previsioni per il settore agricolo, un documento che delinea prospettive solo blandamente incoraggianti per il futuro. Nei prossimi cinque anni i prezzi agricoli potranno riprendersi parzialmente;, dice il rapporto, ma solo se i governi lasceranno che sia il mercato a regolare i listini. Insomma niente tentazioni protezionistiche: i Paesi grandi esportatori non dovranno ricorrere a massicci programmi di aiuto all'export e, in generale, dovranno evitare di intervenire sui mercati o di trincerarsi dietro le barriere commerciali. Inoltre, sottolinea l'Ocse, è necessario che la riforma europea delle politiche agricole non sia rimessa in discussione e che le economie- colpite dalla crisi finanziaria diano segnali di ripresa. Infine s'impone una normativa trasparente e basata su criteri accettati a livello intemazionale per le colture transgeniche, che potrebbero modificare i costi di produzione. Se tutto ciò avverrà, pronostica il rapporto, da qui al 2004 sarà possibile un'espansione degli scambi (! un rafforzamanto dei prezzi agricoli. Ma attenzione, conclude l'organizzazione internazionale, si tratterà comunque di progressi molto modesti. Una delle chiavi per uscire da questa situazione altamente critica ò dunque la competitività e, secondo Nomisma, Agenda 2000 rappresenta per l'agricoltura italiana l'ultima occasione per riorganizzarsi in questo senso. In un'indagine promossa da l'rogeo Nomisma sostiene che «i 314 miliardi di euro stanziati dall'Ile fino al 2006 costituiscono una base di certezza finanziaria che può consentire all'Italia di affrontare la riduzione dei margini di guadagno dei prodotti agricoli e la rivoluzione dei flussi commerciali che seguirà le trattative del Wto». I principali punti deboli sono noti: la piccola dimensione delle aziende, l'invecchiamento degli imprenditori, il valore aggiunto prodotto per addetto inferiore alla inedia europea. Cose che certo non cnmbieranno in pochi anni, quindi, indica Numisma, la linea giusta è insistere sul sistema di filiera che è riuscito a mantenere finora competitiva la nostra agricoltura. I') l'obiettivo dovrà essere costituire «sistemi aggregati d' impresa» attraverso strumenti come patti territoriali, contratti di programma, contratti d'area, lu legge di orientamento dell' agricoltura e una rivisitazione del molo della cooperazione. I LISTINI ALLA PRODUZIONE (Variazione % su stesso mese anno precedente; tasso tendenziale)^ FEB. MAR. APR. MAG. GIL). LUG. AGO. SET. OTT. NOV DIC. GEN. FEB. «La riforma europea non va rimessa in discussione l'economia deve ripartire e serve una normativa chiara per le colture transgeniche»

Luoghi citati: Italia, Roma